Il ministro della difesa Benny Gantz ha detto di aver ordinato all’esercito israeliano di prepararsi alla possibilità di un attacco militare all’Iran. A riportare del ministro è il quotidiano israeliano Haaretz.
Gantz, che è attualmente negli Stati Uniti per convincerli ad aumentare la pressione sull’Iran, ha informato Washington di questo passo, secondo quanto riferisce un alto funzionario della Difesa.
In un briefing in Florida, Gantz ha affermato che i colloqui sul nucleare non hanno prodotto “nessun progresso” e che le potenze mondiali “capiscono che gli iraniani stanno giocando”.
Giovedì sera, Gantz ha incontrato il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin a Washington. Ha riferito di aver detto alla sua controparte nordamericana che “attualmente l’Iran ha uno scenario terribile; Pertanto, c’è spazio per la pressione internazionale – diplomatica, economica e militare – in modo che l’Iran smetta le sue fantasie sul programma nucleare”.
Gantz e Austin hanno anche discusso di aumentare la preparazione di entrambi i paesi a contrastare quella che viene definita l’aggressione iraniana.
Il ministro israeliano ha anche incontrato il segretario di Stato Antony Blinken, come parte del suo sforzo per convincere Washington ad espandere le sanzioni contro l’Iran per fargli pressione affinché rinunci al programma nucleare.
Dal canto suo l’Iran continua a dire che non accetterà un accordo differente rispetto a quanto firmato le potenze mondiali nel 2015, sottolineando che la questione rimarrà la linea rossa di Teheran nei colloqui in corso a Vienna.
“Abbiamo una linea rossa di base, che è supportata dalla logica”, ha detto, aggiungendo: “Abbiamo un accordo che è stato finalizzato dall’Iran e dal P5+1 nel 2015. Gli Stati Uniti si sono ritirati da esso alcuni anni dopo e adesso vogliono rientrare. Quindi, questo accordo è una base condivisa tra le due parti”, ha affermato a Press TV Ali Bagheri Kani, il principale negoziatore iraniano.
Bagheri Kani, che ricopre il ruolo di vice ministro degli esteri iraniano, ha fatto le osservazioni durante il settimo round di colloqui in corso a Vienna per far rivivere il JCPOA rimuovendo le sanzioni anti-Iran di Washington.
Gli Stati Uniti sono usciti dal JCPOA nel 2018 nel perseguimento di quella che hanno definito la campagna di “massima pressione” contro la Repubblica Islamica. I colloqui di Vienna mirano a annullare tutte le misure ostili adottate dagli Stati Uniti da allora. Israele non vede questo di buon occhio e tenta di entrare a gamba tesa nella questione, anche con la minaccia di azioni di forza.
La Redazione de l’AntiDiplomatico
11 Dicembre 2021