Segnalazioni da parte dei Partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana
“Riccardo Lolli, con la ricostruzione che qui presentiamo, rende omaggio ai componenti Aquilani di entrambe le Divisioni [partigiane italiane in Jugoslavia: Garibaldi e Italia]. La sua ricerca è il frutto di una frequentazione archivistica che ha dato già frutti preziosi su temi collegati, mettendo in luce il carattere internazionalista della lotta antifascista anche riguardo all’Abruzzo. Un’opera, quella di Lolli, che in linea di principio sarebbe possibile e doveroso effettuare per ogni provincia e regione d’Italia: affinché, come è intimato sulle pietre di Mirogoj e Pozza di Acquasanta Terme, più nessuno ardisca gettare fango sul sangue sparso nella lotta comune”
Nel servizio, realizzato con la collaborazione dell’IPSAIC di Bari e contenente gli interventi di Vito Antonio Leuzzi e di Annabella De Robertis, è in particolare menzionato l’Ossario commemorativo dei caduti jugoslavi di Barletta e la necessità della sua tutela.
Il servizio è visibile in Facebook oppure dal minuto 13.30 andando alla pagina di EstOvest del 25.4.2021.
Il 26 ottobre 2021, la Fondazione dr. Šiftar e la ZZB NOB Slovenije [associazione partigiani della Slovenia], Comitato di Coordinamento (KO) delle vittime della violenza di guerra, hanno effettuato l’impianto cerimoniale di querce nel Giardino dei ricordi e del cameratismo a Petanjci, in memoria di tutti gli sloveni che si trovarono nel campo concentramento. Le querce sono state piantate dai figli di tre sopravvissuti al campo: Janez Maršič, Marko Kožuh e Jani Alič. In questa occasione hanno piantato due piccole querce portate da membri del KO dal parco memoriale allestito nell’area dell’ex campo a Motina [di Renicci], non lontano da Anghiari in Toscana. Ospiti d’onore dell’evento sono stati Marijan Križman, Presidente della ZZB NOB Slovenije e Fabio Vallon, Presidente Provinciale del Comitato Trieste VZPI-ANPI.
Prima di piantare le querce, a Petanjci è stata aperta una mostra delle opere del pittore accademico e grafico Lojze Logar. La mostra è stata aperta dallo storico dell’arte Franco Obal.
Ai presenti a Petanjci hanno parlato il Presidente della Fondazione, dr. Šiftar Ernest Ebenšpanger, il presidente del KO vittime della violenza di guerra Jani Alič, il membro della KO Janez Maršič, nonché Marijan Križman e Fabio Vallon, e il vicepresidente della Fondazione e membro della presidenza della ZZB NOB Slovenije Marjan Šiftar. Il musicista di punta Boštjan Baša si è esibito alla fisarmonica in intermezzi musicali.
I primi detenuti arrivarono al campo di Renicci dal campo di concentramento di Gonars il 7 ottobre 1942. Più di 5.000 sloveni furono imprigionati a Renicci e più di 100 morirono nel campo. I loro resti sono custoditi in cassette metalliche con una stella rossa in un ossario a Sansepolcro, in Toscana, a ben 10 chilometri dall’ex campo, dal 1973. L’ossario, che comprende i resti di croati e montenegrini oltre agli sloveni, è stato costruito nel 1972 dalla Jugoslavia.
(segnalazione e traduzione a cura della famiglia Čibič-Ivanović – testo originale:)
[SLO] HRAST IZ TABORIŠČA RENICCI NA PETANJCIH
BUONE FESTE E BUON ANNO NUOVO 2022!