[Comune Info] Abitiamo in una memoria

La saggezza vive nelle persone che sanno dare alla vita un senso e lo sanno trasmettere. Possiamo imparare molto da tanta gente invisibile, ma non per questo insignificante. In questo senso, per dirla con Saramago, noi abitiamo in una memoria.

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Abitiamo in una memoria

Abitiamo in una memoria
La saggezza vive nelle persone che sanno dare alla vita un senso e lo sanno trasmettere. Possiamo imparare molto da tanta gente invisibile, ma non per questo insignificante. In questo senso, per dirla con Saramago, noi abitiamo in una memoria. Buon 2022 dalla redazione di Comune (del decimo compleanno di Comune – wow! – parleremo nelle prossime settimane)

Conquiste che stiamo perdendo

Conquiste che stiamo perdendo
Un’integrazione all’articolo di Paolo Cacciari dedicato ai movimenti ecologisti

Verde nucleare

Verde nucleare
L’Europa si appresta a classificare il nucleare come energia verde

Per farla finita con la paura

Per farla finita con la paura
È tempo di passare dallo spavento alla capacità di convivere con una malattia

Il riconoscimento del passato coloniale

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Introduzione del libro di Saidiya Hartman “Perdi la madre”

L’arcivescovo del rigore morale

L'arcivescovo del rigore morale
Le molte lotte e il pensiero critico autonomo dai poteri di Desmond Tutu

I dettagli che raccontano la verità

I dettagli che raccontano la verità
L’oppressione palestinese di ieri e di oggi nell’ultimo romanzo di Adania Shibli

Una volta in carcere è troppo tardi

Una volta in carcere è troppo tardi
I disturbi nei comportamenti dei ragazzi. Si poteva salvare Antonio Raddi?

Mare fuori. Una gioventù diversa

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Nella serie tv “Mare Fuori”, ambientata nell’Istituto Penitenziario Minorile di Nisida, a Napoli, si parla di destini giù segnati, giovani nati e cresciuti in un sistema di regole che paga la violenza con la violenza. Ma “Mare Fuori” è anche un ponte verso l’esterno, verso mondi nuovi, luoghi desiderati raggiungibili solo mettendo in campo volontà giganti e attraverso l’incontro con le proprie ferite e con l’altro

Poetica del gioco

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“Perché faccio giocattoli? Sostanzialmente, riprendo i gesti dei bambini: ridare significato alle cose smarrite, perdute e abbandonate. Lavoro moltissimo sul riciclo, sul riuso dei materiali e degli oggetti, per riscattarli…”. In arrivo la prima retrospettiva dello straordinario archeologo dei giocattoli Roberto Papetti
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