No al nucleare proposto dalla UE!

L’esperienza della Tenda antinucleare delle cittadine e dei cittadini – concordo con Marco Palombo – dovrebbe essere resa più solida e sicura nei suoi presupposti logistici e organizzativi, sgravando il più possibile il faticoso volontarismo di singole compagne e compagni.
Andando subito al dunque, la mia proposta è di appoggiarci, ovviamente con il loro accordo, allo SCUP di Roma, visto che con questo soggetto collettivo abbiamo, il 1 dicembre scorso, avviato – credo con buona armonia – il nostro percorso.
Fa piacere che lo SCUP almeno al momento sia scampato allo sgombero che pende come una spada di Damocle sulla sua attività sociale; e forse un nostro maggiore coinvolgimento potrebbe anche risultare utile alla sua causa e alla causa degli spazi autogestiti a livello territoriale…

Nell’occasione ricordo che proprio ieri sono trapelati i contenuti della prima bozza dell’atto delegato con cui la Commissione UE propone di includere, a determinate condizioni, anche il nucleare e il gas nella tassonomia degli investimenti sostenibili.
La prima nostra risposta è un appello alla stampa: da servizio pubblico informativo aiuti i cittadini nel chiarire e scuotere l’ambiguità dei soggetti che si professano per la giustizia sociale e ambientale ritenendo il allo stesso tempo il nucleare tema di dibattito e non di mobilitazione.
La conclusione dell’appello spiega il nostro atteggiamento che deve essere interpretato come non polemico ma costruttivo.

L’incendio della casa comune “Terra” a causa dell’inquinamento da CO2 non può essere estinto buttando benzina nucleare sul fuoco: questo deve essere affermato oggi in modo chiaro e limpido, perché, nell’emergenza che stiamo attraversando, non c’è, a nostro parere, più tempo per i se e per i ma sull’impiego anche parziale dell’atomo.

Abbiamo inserito il testo dell’appello quale contributo di contorno alla petizione di cui sollecitiamo ancora una volta vi facciate diffusori – e promotori! – perché anche in questo 2022 siamo in pista come non mai ed abbiamo bisogno di farci gli auguri per non mollare!

Link: https://www.petizioni.com/notassonomianukerispettareferendum

(Alfonso Navarra – portavoce dei Disarmisti esigenti)

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LA NOSTRA OPPOSIZIONE ALLA TASSONOMIA PRO NUCLEARE E PRO GAS DEVE PROSEGUIRE SENZA AMBIGUITÀ’

APPELLO ALLA STAMPA PERCHE’ AIUTI I CITTADINI IN UN CHIARIMENTO NON PIÙ’ RINVIABILE (2 gennaio 2022)

Per la UE nucleare e gas sono verdi”. Questo è un titolo apparso su Repubblica il 2 gennaio 2021. Ma quasi tutti i giornali ne hanno parlato. Ed anche i notiziari radio e TV. Sulla stampa nazionale ha avuto quindi spazio l’annuncio della Commissione UE che si riferisce alla possibile inclusione dell’energia nucleare e del gas naturale tra le fonti “sostenibili” da finanziare. La Commissione europea ha avviato ad inizio 2022 le consultazioni con il gruppo di esperti degli Stati membri sulla finanza sostenibile e la piattaforma sulla finanza sostenibile su una bozza di testo di un atto delegato complementare di “tassonomia” (regolamento 2020/852) che copre le attività relative al gas e al nucleare. La tassonomia dell’UE secondo la Commissione si propone di guidare e mobilitare gli investimenti privati nelle attività necessarie per raggiungere la neutralità climatica nei prossimi 30 anni.

Recita testualmente il comunicato della Commissione (rinvenibile su:

https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_22_2)

Tenendo conto dei pareri scientifici e degli attuali progressi tecnologici, nonché delle diverse sfide di transizione tra gli Stati membri, la Commissione ritiene che il gas naturale e il nucleare possano svolgere un ruolo come mezzi per facilitare la transizione verso un futuro prevalentemente basato sulle energie rinnovabili. Nel quadro della tassonomia, ciò significherebbe classificare queste fonti energetiche a condizioni chiare e rigorose (ad esempio, il gas deve provenire da fonti rinnovabili o avere basse emissioni entro il 2035), in particolare perché contribuiscono alla transizione verso la neutralità climatica.Inoltre, per garantire la trasparenza, la Commissione modificherà l’atto delegato sulla divulgazione della tassonomia in modo che gli investitori possano identificare se le attività includono attività nel settore del gas o nucleari e in quale misura, in modo da poter effettuare una scelta informata.

Prossimi passi del percorso istituzionale

Il comunicato della commissione UE delinea anche le tappe del percorso istituzionale che dovrebbe portare all’entrata in vigore del provvedimento.

La piattaforma sulla finanza sostenibile e il gruppo di esperti degli Stati membri sulla finanza sostenibile devono essere consultati su tutti gli atti delegati ai sensi del regolamento sulla tassonomia, dato il loro ruolo di esperti previsto dal regolamento sulla tassonomia. Avranno tempo fino al 12 gennaio per fornire i loro contributi.

La Commissione analizzerà i loro contributi e adotterà formalmente l’atto delegato complementare nel gennaio 2022. Sarà quindi inviato ai colegislatori per il loro esame. Analogamente al primo atto delegato sul clima, il Parlamento europeo e il Consiglio (che hanno delegato alla Commissione il potere di adottare questo atto delegato) avranno quattro mesi per esaminare il documento e, qualora lo ritengano necessario, per opporvisi. In linea con il regolamento sulla tassonomia, entrambe le istituzioni possono richiedere ulteriori due mesi di tempo per l’esame. Il Consiglio avrà il diritto di opporsi a maggioranza qualificata rafforzata inversa (il che significa che per opporsi all’atto delegato è necessario almeno il 72% degli Stati membri (cioè almeno 20 Stati membri) che rappresentino almeno il 65% della popolazione dell’UE), e il Parlamento europeo a maggioranza semplice (ossia almeno 353 deputati in plenaria). Una volta terminato il periodo di controllo e ammesso che nessuno dei colegislatori si opponga, l’atto delegato (complementare) entrerà in vigore e si applicherà”.

La tassonomia dell’UE viene proposta dalla Commissione quale strumento di trasparenza basata su pareri scientifici per le aziende e gli investitori introducendo obblighi di informativa a carico delle società e dei partecipanti ai mercati finanziari.

Per maggiori informazioni istituzionali si può consultare il sito web della DG FISMA sulla finanza sostenibile 

https://ec.europa.eu/info/business-economy-euro/banking-and-finance/sustainable-finance_en

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Noi Disarmisti esigenti & partners siamo assolutamente contrari a questo approccio e stiamo rispondendo subito, nello spirito delle nostre “tende antinucleari”, con una iniziativa rivolta alla stampa nazionale a cui chiediamo di fare il suo mestiere rispetto a una situazione che riteniamo molto importante: chiarire chi tra gli stessi ecopacifisti manifesta una ingiustificabile ambiguità rispetto all’opposizione contro il nucleare.

Questa ambiguità è una caratteristica della confusione che – a nostro parere – caratterizza il panorama politico contemporaneo e che non dobbiamo ulteriormente contribuire a ingarbugliare: è bene che gli ecologisti facciano limpidamente il loro mestiere e non si lascino mescolare con tesi che rappresentano, storicamente e logicamente, il contrario di ogni lotta che hanno condotto da quando sono nati e si sono riconosciuti come componente culturale e politica autonoma e indipendente.

Ecco di seguito il testo base del nostro appello su cui stiamo raccogliendo sottoscrizioni (ancora modificabile su aspetti di contenuto e formali).

Possiamo ancora vincere la partita europea della tassonomia energetica ed è bene che chi si proclama per la giustizia sociale e ambientale dismetta ogni ambiguità sul nucleare

La stampa aiuti i cittadini in un chiarimento ormai non più rinviabile. Facendo il suo mestiere: porre le domande appropriate per accertare i fatti e gli orientamenti effettivi sui fatti!

Alfonso Navarra, Laura Tussi, Ennio Cabiddu (con il supporto di personalità che stiamo aggregando e mano mano si vanno aggiungendo) …

22 dicembre: terzo rinvio dopo il 7 e il 15 dicembre. La Commissione europea che aveva annunciato l’introduzione di gas e nucleare nella tassonomia delle fonti sostenibili non vara ancora l’atto delegato del regolamento 2020/852: ora dovrebbe riunirsi a metà gennaio per formalizzare una decisione che al momento – e per fortuna – non riesce ancora a prendere. Nelle nostre speranze non dovrà assumerla mai e poi mai! Ed abbiamo molte probabilità che questo succeda, considerato che il Parlamento europeo può opporsi alla entrata in vigore dell’atto delegato ed in esso le posizioni antinucleari sono quasi maggioritarie in partenza. Tutti questi rinvii da parte della Commissione significano che i vertici del potere europeo stanno litigando tra loro su un aspetto fondamentale della costruzione dell’Europa nel dopo Merkel: quale politica energetica darsi, e quali finanziamenti devono sostenerla con regolamenti e fondi pubblici orientanti gli investimenti privati. La presidente dell’Unione Europea e il vicepresidente, espressione di vecchi equilibri adesso in discussione, sostengono che vi è bisogno del nucleare e del gas e che questi devono rientrare nella tassonomia delle fonti energetiche da sostenere nella transizione ecologica. Al contrario, in Germania il nuovo governo Scholz, includente i verdi nella coalizione cd “semaforo”, non è d’accordo sul rilancio del “nuovo” nucleare, sedicente “alleato delle rinnovabili”, tanto più che il Paese chiuderà già entro il 2022 tutti i suoi reattori. Il governo italiano, fresco fresco di “patto del Quirinale”, non compie passi ufficiali ma nelle dichiarazioni pubbliche con il ministro della transizione ecologica prende inopinatamente posizione con i filonucleari guidati dalla Francia di Macron; infatti, il ministro Cingolani si sbraccia nel promuovere i mini-reattori nucleari che concretizzerebbero una Quarta generazione tutta di là da venire.  Per non parlare poi dell’araba fenice della fusione nucleare! Questa sarà pure, nelle intenzioni dell’inquilino del MITE, una scelta non ideologica e “tecnologicamente neutra”; ma è comunque una decisione pubblica contraria ai referendum del 1987 e del 2011.  Noi, disarmisti esigenti, WILPF Italia, Laudato Si’ e partners, in collaborazione con personalità come Luciana Castellina, Edo Ronchi, Massimo Scalia, Guido Viale, Vittorio Bardi, Marco Bersani, Moni Ovadia e Alex Zanotelli, continuando l’esperienza della tenda antinucleare delle cittadine e dei cittadini a Roma, vantando coinvolgimenti dalla Germania, dalla Francia, dalla Svizzera, dalla Danimarca, dall’Inghilterra, ci siamo incontrati online per portare avanti la mobilitazione contro il rilancio del nucleare in Europa (e quindi in Italia). Proprio il 22 dicembre abbiamo ribadito che ci opponiamo alla tassonomia pro-nucleare e pro-gas in Europa e alle decisioni di Cingolani perché, oltre le considerazioni di merito contro una fonte costosa, inquinante, insicura, collegata al militare, riteniamo sia obbligo istituzionale di un ministro della Repubblica italiana rispettare e far rispettare la volontà referendaria: un preciso mandato ricevuto dal popolo contro il rischio nucleare. Non ci rassegniamo a che passi sotto silenzio questa manifestazione di disprezzo democratico (altro che green pass!) esercitata nelle sedi europee: di conseguenza ci diamo da fare nel coinvolgere le organizzazioni della cittadinanza attiva per far pressione dal basso sulle istituzioni che devono prendere la decisione. In questa prospettiva e a questo scopo l’opinione pubblica va sensibilizzata e risvegliata ed un aspetto di questo sommovimento di coscienza è rappresentato dal chiarimento che devono svolgere all’interno di loro stessi movimenti di nome ecopacifisti ma di fatto ambigui nella loro incoerenza sul tema. Anche la stampa, con la sua autorevolezza di servizio pubblico, in questo senso potrebbe essere d’aiuto ponendo a tali movimenti, adusi a produrre documenti e comunicati nelle più svariate occasioni, e che oggi i media identificano tout court con la lotta ecologista, una domanda cui finora sono sfuggiti. Una domanda precisa, ed oseremmo dire coraggiosa, cui dovrebbero rispondere esponenti di tali movimenti, aprendo il dibattito sulle colonne dei giornali che avessero il coraggio di fuoriuscire dal riflesso condizionato di identificare erroneamente l’ecologismo con l’unico parametro della riduzione della CO2. Eccola: davvero, cari giovani ispirati da figure più o meno carismatiche, pensate che la questione nucleare sia solo un “tema di dibattito” e non invece un elemento imprescindibile della identità di soggetti collettivi che si proclamino ecologisti e lavorino alla giustizia sociale e ambientale? Non ritenete essenziale, in questa partita di enorme rilevanza della tassonomia europea, prendere chiara e netta posizione, contro il gas, va bene, ma anche contro il nucleare? È importante per noi la mobilitazione sia a Bruxelles sia a Strasburgo nei prossimi mesi con tende e presidi europei di tutti gli antinuclearisti, cioè degli ecologisti e dei pacifisti conseguenti, in cui speriamo vengano a schierarsi a pieno titolo e con inequivocabile convinzione i nuovi marchi attrattivi dell’attivismo giovanile. L’incendio della casa comune “Terra” a causa dell’inquinamento da CO2 non può essere estinto buttando benzina nucleare sul fuoco: questo deve essere affermato oggi in modo chiaro e limpido, perché, nell’emergenza che stiamo attraversando, non c’è, a nostro parere, più tempo per i se e per i ma sull’impiego anche parziale dell’atomo.

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CONTRIBUTO DI LUIGI MOSCA (2 gennaio 2022)

Circa il ‘nucleare civile’, a me sembra che vadano distinti due piani nell’argomentare la sua esclusione dalla tassonomia ‘verde’        1) il piano tecnologico e della sicurezza, per sua natura oggettivo ed universale, quindi valido per tutta l’Unione Europea (ed anche per il mondo intero).Su questo piano risulta che l’energia nucleare : – non è pulita, principalmente a causa delle scorie radioattive prodotte e da gestire e dello smantellamento dei reattori in fin di vita- non è rinnovabile, poiché fossile (necessità di estrarre l’Uranio ed eventualmente il Torio)- non è sicura, poiché non è possibile eliminare il rischio di incidenti, anche gravissimi, dovuti a possibili errori nella costruzione o nel corso del funzionamento dei reattori, ad eventuali attacchi terroristici (bombe, cyber-attacchi, etc), ad eventi di origine geologica (terremoti, tsunami, …) ed anche semplicemente all’invecchiamento delle installazioni  – favorisce la proliferazione del nucleare militare- il contributo alla riduzione del CO2 è attualmente marginale (≈2%) e rimarrebbe verosimilmente tale per parecchi anni, data l’età media (≈ 35 anni) dei reattori attuali (≈ 440), che dovranno quindi essere eliminati, smantellati ed (eventualmente) sostituiti.- infine il costo dell’energia nucleare è in continuo aumento, mentre quello delle energie rinnovabili (soprattutto il solare) è in continua diminuzione.        2) il piano sociale e politico : quello dei referendum, cioè della volontà popolare, che riguarda in particolare l’Italia.  Per l’Italia esiste quindi una doppia motivazione per escludere l’ipotesi di un ritorno del nucleare (che sia di 3a o di 4a generazione) : la prima di validità generale e la seconda specifica all’Italia.

 

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