Mentre tutti i riflettori sono puntati sull’acutizzarsi della diffusione della variante omicron del coronavirus, dopo alcuni casi di influenza aviaria che imperversa nel regno animale dalla Finlandia alla Russia, dal Canada all’India fino ad alcuni casi isolati ad Ostia nel Lazio, ora è il turno della peste suina africana.
In Italia è stato registrato un primo caso su un cinghiale: tramite le analisi del corpo dell’ungulato trovato ad Ovada, in provincia di Alessandria – effettuate dall’Istituto Zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche, centro di referenza nazionale per le malattie da pestivirus – si apprende la notizia che la Regione Piemonte ha trasmesso immediatamente al Ministero della Salute che la notificherà all’Oie, l’Organizzazione mondiale della sanità animale e alla Commissione europea.
L’assessorato alla Sanità della Regione Piemonte ha subito fatto scattare le procedure d’emergenza per delimitare la zona infetta che coinvolge 78 Comuni, 54 in Piemonte e 24 in Liguria, chiedendo ai sindaci di vietare sul loro territorio l’esercizio venatorio a tutte le specie.
Dichiarazione dì Walter Caporale, Presidente Animalisti Italiani ( www.animalisti.it ): “La notizia è esplosiva, è la prima volta che nell’arco di poche ore viene vietata la caccia in 78 Comuni. Chiediamo al Premier Draghi e al Ministro Speranza di evitare il rischio di una nuova pandemia umana che potrebbe provocare migliaia di morti tra uomini, donne e bambini, poiché il virus penetra nella carne di maiale, anche surgelato. È tempo di evolversi abolendo la caccia, sia per un fattore etico legato al rispetto degli animali che per un fattore di sicurezza alimentare. Aboliamo questa tradizione insanguinata, come abbiamo avuto il coraggio di abolire la schiavitù, la caccia alla volpe a cavallo, le torture, la pena di morte, il delitto d’onore che fino a 20 anni fa era pratica diffusa nel sud Italia. Chiediamo a tutte le istituzioni di moltiplicare gli sforzi per sviluppare e concretizzare una nuova visione nelle scelte di vita quotidiane e alimentari che agevoli il passaggio ad uno stile cruelty-free, vegetariano o vegano, più etico e soprattutto più sano per l’intera salute della popolazione mondiale”.
La peste suina africana è una malattia infettiva altamente contagiosa, è letale per gli animali che ne sono colpiti, è altamente trasmissibile e mette fortemente a rischio gli allevamenti di maiali, colpendo solo i suidi domestici e selvatici. Il virus può resistere per anni nella carne congelata e viene reso inattivo da specifici disinfettanti.
Dobbiamo evitare in tutti modi che la peste suina africana si propaghi: sarebbe un pericolo enorme per la salute collettiva.
Animalisti Italiani
08 Gennaio 2022
La storia di Glory
Ciao a tutti, io sono Glory, anzi, ero Glory perchè sono morta pochi giorni fa. Era l’ora di pranzo e mi trovavo nel canile rifugio della Muratella.Sono morta perché, nonostante un operatore abbia segnalato al personale veterinario che non stavo bene, nessuno mi ha realmente prestato soccorso.Avevo conati di vomito e ultimamente le mie feci presentavano muco e sangue. Ad un certo punto non sono più riuscita a camminare bene: giravo in tondo, fin quando mi sono accasciata a terra. Per sempre.Nonostante un video che attestava la mia situazione, le segnalazioni degli operatori del canile con la richiesta di una radiografia, il veterinario si è “limitato” a palparmi e a darmi un antibiotico.Il risultato é stato che sono andata via da questo mondo agonizzando.Questo accade l’altro ieri nel canile della Muratella a Roma.Non meritavo questo, come non lo meritavano altri cani che sono morti come me per la superficialità di chi é pagato dal comune e quindi da tutti i cittadini per occuparsi in modo puntuale della mia salute.Non si tratta di un caso isolato: nei mesi scorsi, infatti, vi abbiamo parlato, purtroppo, di altri episodi di malasanità nelle strutture capitoline. Ricorderete di certo la cagnolina Joy morta per eutanasia in condizioni non chiare, oppure Ricky, morta, giovanissima, a causa di una strana artrosi e il cane Igor trovato senza vita presso il Canile di Ponte Marconi lo scorso giugno. A questa lista di morti evitabili, si aggiunse anche Sonny, un Bull Terrier di soli 5 anni affetto da doppio soffio cardiaco bilaterale e privato delle opportune terapie.Della lunga lista, ora, fa parte pure Glory: ennesima vittima della negligenza, indifferenza e di una evidente malasanità veterinaria.
Quanti altri nomi dovranno aggiungersi a questa macabra lista, prima che si prenda in seria considerazione il valore della vita di ogni singolo animale?
Come Associazione, Animalisti Italiani, attraverso i suoi preziosi volontari si è costantemente attivata per cercare di migliorare le condizioni di vita degli animali facendo emergere le varie criticità, le gravi carenze sanitarie e impegnandosi per costruire un ponte per promuovere adozioni consapevoli.
La morte del cane Glory evidenzia ulteriormente l’urgenza di un intervento immediato da parte delle istituzioni capitoline per accertare le responsabilità della morte di questo essere senziente e per tutelare la salute dei nostri amici a quattrozampe, già duramente messi alla prova dalla vita di canile, soli e privi del calore di una vera famiglia.
Animalisti Italiani
04/01/2022
La storia di Glory, morta tra vomito e agonie al canile della Muratella – Animalisti Italiani Onlus