[Sinistrainrete] Igor Giussani: Il nucleare e le verità degli influencer

Il video di Rick Dufer ‘La Verità sul Nucleare: Ambiente, Scienza ed Energia‘, pubblicato su YouTube il 6 novembre scorso, si sarebbe potuto ragionevolmente intitolare ‘Quando clickbaiting, bias, ideologismo, cherrypicking, whishful thinking….

 

 

Igor Giussani: Il nucleare e le verità degli influencer

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Il nucleare e le verità degli influencer

di Igor Giussani

DUFER AVVOCATO ATOMOIl video di Rick Dufer ‘La Verità sul Nucleare: Ambiente, Scienza ed Energia‘, pubblicato su YouTube il 6 novembre scorso e divenuto abbastanza virale (circa 95.000 visualizzazioni mentre sto scrivendo), si sarebbe potuto ragionevolmente intitolare ‘Quando clickbaiting, bias, ideologismo, cherrypicking, whishful thinking e tutte quelle brutte cose che rimproveriamo sempre agli altri le facciamo noi, allora diventano ottima e corretta informazione’.

Non si può definire altrimenti questa lunga intervista totalmente ‘sdraiata’ con Luca Romano (meglio noto sul Web come ‘L’avvocato dell’Atomo’), dove il liberal tecno-ottimista DuFer lascia campo libero al suo interlocutore senza il minimo contraddittorio per snocciolarci niente meno che la ‘Verità’, ossia un’ora e mezza di propaganda sapientemente ondeggiante tra enfasi delle (presunte) virtù del nucleare e demonizzazione delle rinnovabili.

La mia intenzione originaria era di ribattere colpo su colpo, tramite un articolo o un video reaction, ma le manipolazioni sono talmente tante che ogni tentativo si è rivelato un’impresa titanica. Dopo lunga (quasi due mesi) e sofferta riflessione sul da farsi, ho preferito rimandare alcune questioni a una fonte spesso accusata di essere ‘di parte’ ma che, per esaustività e ricchezza di informazioni, non ha eguali: mi riferisco al The World Nuclear Industry Status Report 2021 (WNISR2021). In particolare per quanto concerne i seguenti punti:

  • costi e tempistiche del nucleare: nel video vengono spacciati per attuali quelli relativi al programma francese (completato in massima parte a fine anni Ottanta), totalmente anacronistici a causa dei maggiori livelli di sofisticazione tecnica e degli standard di sicurezza odierni. Del resto, le descrizioni rose e fiori dell’Avvocato cozzano decisamente con le pessime condizioni economiche in cui versa attualmente il colosso energetico transalpino EDF e con il fallimento in cui è incorsa AREVA (vedi qui), che spiegano invece perché il direttore tecnico di Rwe Power Nuclear definisca l’atomo “un business economicamente morto”;

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Jack Orlando: Fanon l’inattuale

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Fanon l’inattuale

Rileggere I dannati della terra nelle metropoli del «primo mondo»

di Jack Orlando

Tornare a Fanon, ancora e ancora, per leggere la violenza nelle metropoli postcoloniali.

La violenza della razzializzazione, sempre attuale, e la violenza rivoluzionaria che si declina per smantellare le gerarchie sociali e della razza. Un tema, quest’ultimo, che gli scritti dello psichiatra martinicano continuano a illuminano con una radicalità potente e irrinunciabile. Jack Orlando ne ripercorre gli insegnamenti cogliendo l’urgenza politica di mettere a lavoro Fanon nel presente.

0e99dc c720ccd8663d415ba65626dfc65e5e69mv2Nel 1961, nella intemperie della guerra di liberazione algerina, Frantz Fanon scrive un testo, I dannati della terra, destinato da subito a diventare una pietra miliare nella formazione politica, non solo dei militanti delle lotte di liberazione del terzo mondo ma per tutta la componente antagonista e rivoluzionaria della stagione Sessanta/Settanta.

È abbastanza noto il forte influsso che ebbe questo scritto sul movimento afroamericano. Preso a modello dal Black Panther Party che ne coniugò gli assunti con quelli di Malcolm X e della pedagogia maoista del Libretto Rosso, fu punto di partenza per l’elaborazione di una teoria del colonialismo interno che avrebbe poi influenzato tutto il pensiero nero radicale, di lì a venire: una prima emersione esplicita del problema coloniale dentro le metropoli occidentali e la risposta dei subalterni in seno agli Stati Uniti.

Nel medesimo frangente storico, anche in Italia ed Europa, il pensiero di Fanon entra in contatto con l’esperienza concreta di formazioni politiche rivoluzionarie come i NAP in Italia e la tedesca RAF, per citare due esempi. Pure in assenza di una centralità della linea del colore, come negli USA, Fanon riesce comunque a entrare nelle pieghe del discorso radicale; senz’altro per l’importanza del concetto di «imperialismo» ma soprattutto per la capacità di inanellare un rosario teorico che muovendosi dalla dimensione macroscopica dei fenomeni sociali, arriva giù in fondo al cuore dell’esperienza psichica e individuale del subalterno. In questo senso, la violenza è l’elemento che caratterizza e accomuna su scala globale, a differenti sfumature, l’universo capitalista e Fanon sa offrire lo sguardo e le parole per coglierne la portata.

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Chi ha paura del vaccino?

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Chi ha paura del vaccino?

di Maddalena Loy, giornalista, Elena Dragagna, avvocato, Maria Luisa Iannuzzo, medico legale, Maurizio Rainisio, statistico, Francesca Capelli, sociologa e scrittrice, Remo Bassini, scrittore e giornalista, Thomas Fazi, giornalista e saggista, Gilda Ripamonti, giurista, Marilena Falcone, ingegnere, Maria Sabina Sabatino, storica dell’arte, Luciana Apicella, giornalista, Elena Flati, nutrizionista, Ugo Bardi, chimico, Maurizio Matteoli, pediatra, Clementina Sasso, astrofisica, Sara Gandini, epidemiologa/biostatistica

ippocrate11Il dibattito pubblico si sta infiammando sempre di più intorno al tema della campagna di vaccinazione.

Esattamente un anno fa l’Italia aveva chiarito la propria posizione ufficiale: il vaccino sarebbe stato gratuito e non obbligatorio (1). Tuttavia, alcuni rappresentanti delle istituzioni avevano già allora più o meno esplicitamente anticipato che la volontarietà della vaccinazione sarebbe stata condizionata dal raggiungimento della cosiddetta “immunità di comunità”, o di gregge. Qualora questa non fosse stata raggiunta, compatibilmente con i tempi di distribuzione del vaccino, si sarebbero verificate, a dir loro, le condizioni per promuovere l’obbligo vaccinale o, in alternativa, gli incentivi alla vaccinazione (2).

Questa seconda alternativa, definita “spinta gentile” (in inglese, “nudge”) avrebbe portato ad alcune iniziative come l’istituzione di un “passaporto vaccinale” così da “consentire” ai vaccinati di tornare a partecipare pienamente alla vita pubblica (prendere un treno o un aereo, assistere a un concerto) o addirittura ottenere una riduzione nei tempi di accesso a prestazioni sanitarie non salvavita (3). Il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, dichiarò per primo: “La Campania darà una card a tutti i cittadini vaccinati. Ci auguriamo che i cittadini la possano esibire per andare al cinema, al ristorante con più tranquillità avendo la certificazione di avvenuta vaccinazione” (3bis).

Tra i due estremi di chi attendeva con trepidazione l’arrivo del vaccino e chi, dall’altra parte, rifuggiva non soltanto l’obbligo vaccinale ma il vaccino stesso (i cosiddetti “no-vax”) è da sempre esistita una vasta zona grigia che si è sempre posta domande.

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comidad: Quando il conflitto di interessi diventa una Bourla

comidad

Quando il conflitto di interessi diventa una Bourla

di comidad

L’amministratore delegato della multinazionale farmaceutica Pfizer, Albert Bourla (un nome davvero ad hoc), è stato proclamato pochi giorni fa l’uomo dell’anno per l’economia. Bourla, invece di esaltarsi per il suo successo personale, ha pensato prima ai sofferenti ed ha annunciato la necessità a breve di una quarta dose di vaccino per tutti. Poche settimane prima lo stesso Bourla aveva parlato di un semplice richiamo annuale, ma poi si vede che la generosità e l’altruismo gli hanno preso la mano.

I media pendono dalle labbra di Bourla, senza notare due curiose incongruenze. Se il vaccino prodotto da Pfizer fosse stato efficace nel bloccare il contagio, Bourla ci avrebbe venduto soltanto due dosi a testa, mentre ora potrà moltiplicare le vendite e quindi i profitti. Alcuni malpensanti ritengono che ciò rientri nella normale strategia industriale, qualcosa di simile all’obsolescenza programmata nel progettare gli elettrodomestici, fabbricati in modo tale da durare un certo numero di anni e non di più. La strategia industriale delle case farmaceutiche non punterebbe quindi a farmaci efficaci per eliminare le malattie, bensì a farmaci poco efficaci in grado di creare dipendenza.

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Assemblea Romana contro il Green Pass: Assemblea pubblica in piazza San Giovanni

nogreenpassroma

Assemblea pubblica in piazza San Giovanni

Sabato 15 gennaio ore 15

di Assemblea Romana contro il Green Pass

Dall’uso della polizia per cacciare i docenti dalla scuola, all’obbligo del green pass per sopravvivere: il filo nero della deriva autoritaria in Italia

Sotto l’albero di Natale molti insegnanti e dipendenti della scuola hanno trovato i decreti di sospensione dal lavoro e dallo stipendio fino al 15 giugno 2022. In forza del DL 172 del 26/11/2021 al personale della scuola non vaccinato viene interdetto l’accesso al proprio posto di lavoro e viene negata ogni retribuzione, senza diritto neanche all’assegno alimentare, che invece è garantito addirittura a chi viene sospeso a causa di un provvedimento disciplinare. Un attacco senza precedenti alla vita, alla dignità delle persone: non viene solo negato il reddito ai docenti ma anche il diritto allo studio e alla continuità didattica agli studenti.

I lavoratori della scuola non vaccinati, sottoposti regolarmente a screening mediante “tampone”, sono oggi di fatto le persone meno a rischio di contagiare all’interno delle scuole (dove oltre il 96% del personale è vaccinato); nonostante ciò, vengono oggi epurate per essersi opposti a una prevenzione che si è dimostrata inefficace e pericolosa ma che il governo del banchiere Draghi vuole imporre ad ogni costo. Un’epurazione squisitamente politica, che nulla ha di sanitario e che in alcun modo tutela la salute pubblica.

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Uscire dall’angolo

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Uscire dall’angolo

Un contributo pervenutoci

Se il governo procederà seguendo lo schema utilizzato fino ad ora, ovvero “anticipazione/attuazione”, con il prossimo consiglio dei ministri verrà decretato il divieto di lavorare per tutti coloro che non si sono vaccinati e anche per quanti non vogliono fare ulteriori richiami.

Questa scelta, che determinerebbe un precedente repressivo inedito in termini di forma e di portata, è del tutto insensata dal punto di vista della risoluzione della questione sanitaria, a meno che per soluzione non si intenda la salvaguardia apparente del sistema sanitario.

Dopo trent’anni di tagli di personale, posti letto e presìdi ospedalieri, di privatizzazioni a discapito della medicina del territorio e della medicina d’emergenza, la logica aziendalistica – che punta nella più ottimistica delle ipotesi al pareggio di bilancio, quado non lucra sfacciatamente sulla malattia – è divenuta imprescindibile anche in ambito sanitario, grazie o nonostante (a seconda della lettura critica che si vuole dare) la gravità degli eventi di questi tempi.

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Riccardo Paccosi: Il partito politico, ovvero la fatica di Sisifo che ci aspetta

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Il partito politico, ovvero la fatica di Sisifo che ci aspetta

di Riccardo Paccosi

Alle ultime elezioni amministrative, l’astensionismo ha raggiunto in Italia la percentuale record di circa il 50% degli aventi diritto. Se proiettato e confermato su scala nazionale, un simile dato indicherebbe che in questo momento ci sono venti milioni di persone non rappresentate dagli attuali partiti presenti in Parlamento.

Dunque, parlando in linea per ora puramente ed esclusivamente teorica, possiamo dire che ci sono venti milioni di voti che pascolano liberi e che, se qualcuno riuscisse a intercettarne e convogliarne anche solo la metà, potrebbero generare un terremoto del sistema politico. Ma, appunto, si tratta soltanto di uno schema teorico astratto.

Il punto è che, a rigor di logica, una percentuale così estesa di disaffezione nei confronti del sistema politico non può coincidere con l’attuale opposizione sociale al green pass giacché quest’ultima ha avuto finora dimensioni troppo ridotte.O forse non è così. Forse, una qualche correlazione invece può esserci.

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Roberto Cursi: I vaccini cubani, l’OMS e i 34 miliardi di dollari di profitto di Big Pharma

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I vaccini cubani, l’OMS e i 34 miliardi di dollari di profitto di Big Pharma

di Roberto Cursi

L’OMS dà il via libera al primo vaccino prodotto in America Latina”. Questo è quello che varie agenzie di stampa e testate internazionali hanno pubblicato pochi giorni fa.

Allo stesso tempo però, sempre l’OMS, non convalida altri vaccini, tra cui quelli pubblici cubani e il russo “Sputnik V” (già somministrato a decine di milioni di persone), così come non è stato ancora convalidato il vaccino pubblico francese “Vidprevtyn”, della Sanofi Pasteur. Invece nell’Unione Europea e Stati Uniti si sono spalancate le porte solo a quelli di ‘Big Pharma’, le cui aziende si fregano le mani, soddisfatte di aver realizzato migliaia di miliardi nell’anno che si è appena concluso.

Riguardo al vaccino prodotto nel Continente latinoamericano, la “France24”, la “Deutsche Welle”, la “BBC News”, e molte altre testate dell’informazione internazionale, hanno scritto che quello approvato dall’OMS è il primo vaccino anticovid prodotto in America Latina (come se quelli cubani non esistessero[1]). E allora, prima di parlare dei grandi interessi delle famose multinazionali del farmaco, che stanno gonfiando a dismisura i loro bilanci, spendo qualche parola proprio su questo argomento.

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Andrea Zhok: Cosa possiamo fare?

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Cosa possiamo fare?

di Andrea Zhok

article landing 9f1376c4 2c3e 4b24 8a6a 83577b1a7f3bGli ultimi mesi hanno visto un’accelerazione dei processi di dissoluzione dei paradigmi democratici e dei diritti costituzionali inedita nella storia della Repubblica. Che di questa situazione una parte ampia della popolazione italiana non abbia alcuna contezza va registrato con rammarico, ma non può essere un motivo per rimanere alla finestra.

 

A) Qual è la situazione in cui ci troviamo?

Riassumiamo quanto accaduto negli ultimi mesi sotto il profilo democratico.

• Con la Certificazione Verde si è istituito di fatto un trattamento sanitario obbligatorio sotto mentite spoglie, in violazione dell’articolo 32 della Costituzione.

• Le massive proteste di piazza che si sono succedute per mesi in decine di città italiane sono state ignorate dall’esecutivo e rimosse dalla vista e dal giudizio dai media, salvo nelle occasioni in cui era possibile stigmatizzarne qualche eccesso. L’unica risposta alla protesta di milioni di persone è stata ad un certo punto l’imposizione di un divieto di manifestare, in violazione sostanziale dell’articolo 17 della Costituzione.

• Intanto su molti manifestanti, identificati nel corso di eventi pacifici, senza che gli venisse ascritto alcun reato, hanno iniziato a piovere provvedimenti di DASPO urbani, annuali o triennali.

• Per rendere facile l’operatività dei controlli e l’implementazione del sistema certificativo da inizio ottobre è stata modificata la normativa sulla Privacy, scavalcando il Garante e legittimando di default il trattamento dei dati personali da parte dell’amministrazione pubblica, ogni qualvolta venga dichiarato che tale trattamento avviene per ragioni di pubblico interesse.

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Nico Maccentelli: La variante cinese

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La variante cinese

di Nico Maccentelli

MV5BMjY3Njk4MjYtYTBiMC00OWEyLWE1NDItNDM0Y2M1OTJkZjliXkEyXkFqcGdeQXVyNjI5NTk0MzE. V1 768x1024“Uno degli elementi più negativi nel pensiero comunista europeo degli ultimi 30 anni è sicuramente rappresentato da una concezione astratta del “socialismo”. Ridotto a una serie di princìpi totalmente indipendenti dalla realtà storica, validi in modo identico per qualsiasi formazione sociale (europea, asiatica, africana o americana), pressoché impossibili da rispettare concretamente. Una sorta di paradiso originario collocato nel lontano futuro anziché nel passato remoto.”

Inizia così un articolo di Contropiano a firma di Francesco Piccioni su un pezzo di Guido Salerno Aletta, dal titolo: Tra stato e mercato la Cina e l’Occidente neoliberista, attaccando praticamente chi riguardo la Cina di oggi non ripone fiducia nelle “magnifiche sorti” del suo inesistente socialismo.

In realtà l’articolo in questione inizia con un falso storico-temporale che occulta e separa dalla questione cinese odierna un tema fondamentale per tutto il movimento comunista novecentesco e odierno: la lotta contro il revisionismo e ciò che differenzia una sinistra rivoluzionaria da questo. Altrimenti la storiella della “concezione astratta del socialismo” non reggerebbe. E il falso è nella datazione dei 30 anni.

E in realtà non sono 30, bensì 60 anni che questo dibattito divide il movimento comunista, sin dai tempi in cui il maoismo ha rappresentato nello scontro politico con il togliattismo la linea di demarcazione tra una visione rivoluzionaria e una revisionista. E fu proprio la politica rivoluzionaria maoista a fare da incipit a gran parte delle lotte di liberazione antimperialista e alle sinistre rivoluzionarie dalle campagne alle metropoli.

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Vincent Bevins: Il metodo Giacarta

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Il metodo Giacarta

Nicola Tanno intervista Vincent Bevins

Intervista a Vincent Bevins, che in un libro ricostruisce la storia dei massacri di cui si resero responsabili gli Stati uniti in Indonesia, America Latina e nel mondo. In nome dell’anticomunismo si spianava la strada al dominio del capitalismo

indonesia jacobin italia 1536x560Il genocidio indonesiano del 1965-66 resta uno dei buchi neri della memoria collettiva. A differenza di altri esecrabili crimini del Novecento, nella cultura popolare non esiste una conoscenza profonda dell’assassinio di circa un milione di militanti del Partito Comunista Indonesiano (Pki) né delle relative responsabilità degli Stati Uniti d’America. Allo stesso tempo, neanche la sinistra ha introiettato l’avvenimento nella sua memoria storica, né per denunciarlo né per trarne insegnamenti.

A differenza di altri crimini commessi in nome dell’anticomunismo, come quelli commessi in Cile e Argentina, è mancato un momento di riflessione politica sull’ascesa e la caduta del più grande partito comunista del Novecento dopo quelli sovietico e cinese. La storia del Pki viene perlopiù ignorata così come quella dell’importante ruolo dell’Indonesia nel primo ventennio del secondo dopoguerra. Sotto la guida di Sukarno, infatti, l’arcipelago asiatico fu il promotore del movimento dei paesi non allineati che si riunì a Bandung, sull’isola di Java, nel 1955 e che si proponeva di cambiare le regole della politica internazionale al di fuori dei blocchi. La fine di Sukarno e del Pki è anche un caso da manuale di come la Guerra Fredda sia stata vinta dagli Stati Uniti soprattutto attraverso il terrorismo di Stato a colpi di guerra psicologica, bombe e stermini dei militanti di sinistra.

Proprio della dimensione internazionale del genocidio indonesiano tratta il lavoro di Vincent Bevins Il Metodo Giacarta. La crociata anticomunista di Washington e il programma di omicidi di massa che hanno plasmato il nostro mondo (2019), che recentemente è stato tradotto da Einaudi. Mentre negli ultimi anni sono stati diversi i lavori che hanno spiegato dettagliatamente come si è arrivati al massacro e le sue conseguenze per l’Indonesia (per esempio quello di Geoffrey Robinson, già intervistato da Jacobin Italia), il testo di Bevins – ex-corrispondente del Los Angeles Times – si focalizza sulle cause e le conseguenze internazionali del massacro e su come esso abbia seguito uno schema che si è ripetuto identico in molte parti del mondo.

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Marco Cattaneo: La riluttanza delle banche centrali

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La riluttanza delle banche centrali

di Marco Cattaneo

In molti ipotizzano che le banche centrali, e in particolare le due più importanti – Federal Reserve e BCE – dovranno presto rompere gli indugi e procedere non solo all’azzeramento dei programmi di Quantitative Easing, ma anche ad azioni di incremento dei tassi di interesse più rapide di quanto attualmente previsto.

Il problema si pone in termini diversi tra USA ed Eurozona, per due ragioni.

La prima è che l’inflazione USA è un paio di punti più alta di quella eurozonica – 6% abbondante là, 4% qui. Conseguenza di un rimbalzo dell’economia molto più vigoroso, e di un recupero dell’occupazione decisamente più rapido.

La seconda è che l’incremento di tassi eurozonici rischia di dissestare il rifinanziamento dei debiti pubblici di vari Stati, visto che la BCE non fa quello che dovrebbe fare qualsiasi banca centrale – garantirli incondizionatamente e illimitatamente dal rischio di default.

Risultato, negli USA attualmente si ipotizzano due o tre incrementi all’anno nei tassi d’intervento della Fed, al ritmo di un quarto di punto per ogni incremento. Con il che si arriverebbe al livello – non certo stellare, su base storica – del 2% circa nel 2024.

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Manlio Dinucci: Narrazione e realtà della crisi libica

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Narrazione e realtà della crisi libica

di Manlio Dinucci

L’arte della guerra. Nella narrazione politico-mediatica della crisi libica i principali responsabili della catastrofe sociale provocata dalla guerra alla Libia si presentano come suoi salvatori

La Nato si dichiara preoccupata per la crisi in Libia, che «ha dirette implicazioni per la stabilità regionale e la sicurezza di tutti gli Alleati». Assicura quindi che «resta impegnata a fornire consiglio alla Libia per la difesa e la sicurezza». I governi di Usa, Francia, Germania, Italia e Regno Unito dichiarano che «elezioni libere permetteranno al popolo libico di rafforzare la propria sovranità» e di essere «pronti a chiedere conto a coloro che minacciano la stabilità della Libia». Riaffermano quindi «il pieno rispetto e impegno per la sovranità e l’indipendenza della Libia».

Solenni parole pronunciate dalle stesse potenze che, dopo aver demolito negli anni Novanta la Jugoslavia disgregandola dall’interno e attaccandola dall’esterno, con la stessa tecnica demolirono nel 2011 lo Stato libico. Prima finanziarono e armarono all’interno settori tribali e gruppi islamici ostili al governo, e infiltrarono forze speciali in particolare qatariane, per far divampare gli scontri armati. Quindi lo attaccarono dall’esterno: in sette mesi, l’aviazione Usa/Nato effettuò 30 mila missioni, di cui 10 mila di attacco, con oltre 40 mila bombe e missili.

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Jack Orlando: Lo stile alto della politica

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Lo stile alto della politica

di Jack Orlando

Mario Tronti, La saggezza della lotta, Derive Approdi, Roma, 2021, pp. 45, € 5,00

Prepararsi alla Storia, imparare a prevederne le torsioni, per romperne gli argini e deviarne il corso, è compito del politico.

Questo e nient’altro è l’ossessione che si porta appresso chi ha imboccato la via della militanza come scelta di vita. E in questi tempi di palude, è più che necessario sottolineare questa dimensione esistenziale della politica. È un rivoluzionario chi ha bruciato i ponti della ritirata diceva, pressapoco, quello famoso.

La vita politica allora, non è fatta di ritualismi, né di riflettori mediatici, semmai questi ne sono scomodi accessori. È un percorso accidentato che contiene in sé l’estasi dei momenti d’attacco e il bruciore delle sconfitte, si districa in un grigio e quotidiano lavoro della talpa, conosce la ciclicità ma rifugge la ciclotimia; prevede periodi sorridenti, in cui si naviga tra tanti porti amici e altri di arsura, in cui si attraversano i deserti dei riflussi.

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Abolire subito Green Pass e Green Pass rafforzato per i minori

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Abolire subito Green Pass e Green Pass rafforzato per i minori

Lettera al Garante del gruppo Goccia a Goccia

Grazie all’avvocata Elena Dragagna per avere redatto questa comunicazione formale al Garante per l’infanzia e l’adolescenza, con l’invito ad intervenire con urgenza presso le Istituzioni nell’interesse e per la tutela del mondo giovanile. Noi GocciaAGoccia ogni giorno, con costanza, ci siamo. A seguire, un estratto di quanto evidenziato al Garante stesso [Sara Gandini]

Spettabile Autorità Garante, il comitato scientifico che gestisce il blog GocciaAGoccia La invita formalmente ad intervenire presso le Istituzioni nell’interesse e per la tutela del mondo giovanile.

I giovani hanno pesantemente subito e sofferto durante la pandemia, in particolare (ma non solo) a causa delle chiusure passate e presenti delle scuole.

Ci sono preoccupanti evidenze di aumento, tra i giovani, di malesseri psicologici, di ricoveri per disagi psichici e per tentato suicidio.

Molte delle ultime misure governative, in particolare quelle attinenti al Green Pass, prima “base” e poi “rafforzato”, stanno incidendo pesantemente sui ragazzi e sul loro equilibrio psico-fisico.In particolare il Green Pass rafforzato, dal 10 gennaio prossimo e fino al 31 marzo 2022 (data a cui è stato prorogato il termine dello stato d’emergenza), sarà necessario per il trasporto pubblico anche locale (con obbligo di mascherina fpp2, con relativi e non indifferenti costi per le famiglie) e per diverse attività anche all’aperto: dalla ristorazione, agli sport come calcio e nuoto, alle attività culturali nei centri sociali o ricreativi.

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Paolo Di Marco: Anno nuovo, vecchie trappole

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Anno nuovo, vecchie trappole

di Paolo Di Marco

La fusione nucleare come risposta energetica al riscaldamento globale

Oltre ai piccoli reattori a fissione rispunta all’orizzonte la fusione. Ne parla anche Luigi Vinci (qui, a cui risponde Carlo Dario Ceccon, qui, in quello che è nella sostanza un panegirico di Draghi che ci fa mangiare alla tavola dei ricchi) e compare anche ogni tanto nei discorsi di Cingolani, che va detto che se sembra più un propagandista ENI che un ecologo è perché sente nel governo un ambiente propizio.

La fusione: unire due atomi piccoli (idrogeno o suoi isotopi) e utilizzarne l’energia; come il sole, ci si dice.

E qui scatta la prima trappola, ché ci sentiamo subito tutti uniti come un sol uomo, l’homo onnipotens.

Ma dobbiamo guardare meglio cosa serve per unire gli atomi, perché l’avvicinamento richiede di vincere una resistenza enorme, quella all’origine di quanti:

dp*dm>h —>dp>h/dp , dm=0 —>dp=∞

( —> equivale a implica)

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