Proseguono le votazioni per il Premio Attila 2021. Ricordiamo che al voto sono ammessi i nostri oltre 200mila lettori mensili del Sito e gli oltre 35 mila plurisettimanali della mailing list e i circa 7 mila membri del nostro gruppo e pagina facebook. Sono ammessi max due voti. Uno per l’ambiente, l’altro per la pace. Entro e non oltre il 24 gennaio 2022 le espressioni di voto dovranno pervenire a movimentodilottaperlasalute@reteambientalista.it; movimentolotta.maccacaro@gmail.com; e SMS a 34701826. Indicare le eventuali motivazioni di merito, possibilmente nei limiti di un foglio di word. Saranno pubblicate.
Il Premio Attila è nel suo genere dal 2004 la più alta onorificenza italiana che incorona vincitori i nostri figli peggiori: industriali, politici, amministratori che nel corso dell’anno si sono particolarmente distinti a danno dell’ambiente, della salute e della pace. La “Rassegna dei Premi Attila dal 2004” (pagine 118) è esaurita in stampa ma disponibile on line. Siccome tutti i nostri libri sono editati totalmente a spese degli autori e il ricavato è interamente devoluto alla Ricerca per la cura del mesotelioma di Casale Monferrato, anche per la Rassegna versione digitale occorre comunicare a movimentolotta.maccacaro@gmail.com l’indirizzo mail e l’avvenuto versamento (minimo euro 20) sul conto IBAN IT68 T030 6910 4001 0000 0076 215 (specificando causale) oppure tramite PayPal lubaja2003@yahoo.it
Le acque di Milano sono intossicate dai Pfas della Solvay.
Nel settembre scorso avevamo scritto: “Dopo quelli di Alessandria, stiamo verificando l’esposto anche alla magistratura di Milano per quanto riguarda la situazione ambientale e sanitaria attorno al centro di Bollate dove Solvay ha sviluppato le ricerche sul cC6O4 e altri simili Pfas”. Dall’ Arpa Lombardia la conferma: Sotto Milano scorrono Pfas, composti chimici tossici, cancerogeni e altamente persistenti. In particolare scorre un composto prodotto in esclusiva della multinazionale belga Solvay, il C6O4, che sfugge alle depurazioni e rifluisce nel parco agricolo di Milano sud. Risalendo al tessuto idrografico della città si vede come il C6O4 si diluisca nella rete fognaria, e scorrendo verso sud esca all’estremo opposto della città, probabilmente nel parco agricolo di Milano sud: area naturale protetta sede di diversi presidi Slow Food.
Malgrado quanto stiamo denunciando, la politica ignora il problema e i cittadini sono all’oscuro dei rischi.
Cancro alla prostata collegato ai Pfas.
Uno studio condotto da ricercatori dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign e dell’Università di Chicago (Zeynep Madak-Erdogan professore di scienze della nutrizione, Joseph Irudayaraj, professore di bioingegneria, Michael J. Spinella, professore di geoscienze comparate e ricercatore del Cancer Center) ha stabilito che l’esposizione ai composti PFAS in forte sinergia con i grassi può attivare un particolare gene che codifica le proteine PPARa. Questo altera, a sua volta, il metabolismo delle cellule della prostata in modi tali che viene favorito il rischio cancerogeno.
Pericoloso usare gli spray con Pfas per gli occhiali.
I ricercatori della Duke Univeristy, della Wayne State University, e della University of North Carolina at Charlotte hanno rinvenuto un’alta quantità tossica e cancerogena di Pfas acidi perfluoroacrilici in spray anti-condensa per vetri e in alcuni indumenti tecnici antinebbia. I ricercatori richiamano l’attenzione a non usare questi spray per gli occhiali, uso che con la mascherina è diventato frequente durante l’epidemia Covid.
Pfas: impossibile eliminarli, l’unica via è non produrli.
L’unica soluzione per i Pfas è metterli al bando come utilizzo (plastiche, utensili, vestiti ecc.) e prima ancora come produzione. Sono persistenti e bioaccumulabili, praticamente indistruttibili, dunque la loro eliminazione, cioè la bonifica, è praticamente impossibile. Durante la loro lavorazione inquinano dipendenti e cittadini: scaricati in atmosfera e biogas, migrati nel sottosuolo, smaltiti in discariche, rilasciati nelle acque. Poi i Pfas in queste matrici restano: possono essere rimossi?
Rimozione di PFAS dall’atmosfera. I Pfas non “assorbiti”… dai polmoni si riversano in suolo e acqua.
Rimozione di PFAS dai liquidi (acque e fanghi)
L’unico sistema veramente efficace per distruggere PFAS è il trattamento termico, efficace ma non innocuo: nulla si crea, nulla si distrugge tutto si trasforma. A maggior ragione tutti gli altri trattamenti sono semplicemente “trasferimento” PFAS da un supporto all’altro. Tutti i trattamenti delle acque che generano sottoprodotti generano quindi altri rifiuti con PFAS nei liquidi, nel suolo e in aria.
Rimozione di PFAS dai terreni
A prescindere dai costi inusitati, il risultato è analogo al precedente, anche con il “soil washing” (tecnica di separazione fisica dell’inquinante e di recupero).
Vedi anche sul Sito il Modello concettuale grafico e il Modello concettuale a blocchi.
Il Bisfenolo della Solvay senza autorizzazione e monitoraggi.
A Spinetta non ci sono solo Pfoa C6O4 Adv. Il Movimento di lotta per la salute Maccacaro ha denunciato, anche con esposti alla magistratura https://www.edocr.com/v/rkl0edx8/bajamatase/esposto-4-bisfenolo , l’utilizzo nello stabilimento Solvay di Spinetta Marengo del Bisfenolo: “…questa sostanza senza autorizzazione AIA è da parte della multinazionale belga -tra i principali produttori nel mondo di Bisfenolo- ben conosciuta da decenni e volutamente non evidenziata per la sua pericolosità all’ARPA, la quale infatti non l’ha mai cercata nelle analisi a tutela (ASL) della salute delle popolazioni”.
Orbene, la recente Direttiva UE 2020/2184, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, cambia la normativa per l’analisi delle acque potabili al fine di monitorare sostanze e composti classificati come contaminanti emergenti che rappresentano rischio per la salute umana.
In particolare, stabilisce: “Il Bisfenolo (A) è una sostanza chimica usata per produrre plastiche e resine. E’ da anni classificato come interferente endocrino in grado di alterare l’equilibrio ormonale e il metabolismo dell’organismo. L’esposizione a questa sostanza chimica di sintesi è stata correlata in alcuni studi con la comparsa di malattie o disturbi quali infertilità, obesità diabete e cancro. Il limite è stato fissato a 2.5 ug/l” (2,5 milionesimi di grammo per litro d’acqua).
Per Solvay l’Arpa conferma l’allarme cloroformio dell’Igiene Pubblica Asl.
Ci fossero solo Pfas e Bisfenolo, la situazione alessandrina sarebbe allegra. Se tra le matrici ambientali consideriamo in termini esponenziali oltre all’aria anche acqua e suolo, a buon conto si consolidano le richieste di chiusura degli impianti Solvay: clicca qui Anche Legambiente chiede la chiusura della Solvay di Alessandria.. Diranno la loro le popolazioni con il Referendum popolare.
L’Arpa conferma due verità. La prima è che il cloroformio è stabilmente presente e in aumento a fine anno 2021: all’interno della Solvay (nell’area di stoccaggio si è passati da 63.1 microgrammi al metro cubo di maggio-giugno ai 277 di settembre) e attorno allo stesso polo chimico. La seconda è che questo cancerogeno si sposta in base alla direzione del vento e dunque le concentrazioni cambiano da via a via dell’abitato di Spinetta Marengo, nonché di volta in volta a sud ovest (frazione Molinetto), e/o a nord-est (verso di sobborghi alessandrini di Lobbi, Filippona e San Giuliano Nuovo) e/o a nord-ovest (Comuni di Castellazzo Bormida e Casal Cermelli), infine da verificarsi verso il centro urbano di Alessandria.
Il cloroformio è solo uno dei cancerogeni clorurati e fluorurati scaricati in atmosfera dalla Solvay: tetracloruro di carbonio, tetracloroetilene, acido fluoridrico, acido cloridrico, ammoniaca, alcoli, anidride fosforica (P2O5), composti Iodurati (C4F8I2), Zn, Idrossido di potassio, NOx, SOx, polveri, composti fluorurati.
Questo elenco è tratto dall’autorizzazione AIA 2010 concessa a Solvay dalla Provincia di Alessandria: ogni giorno dalle 72 ciminiere e camini vengono immessi nell’aria più di 100 Kg di composti fluorurati (40 tonnellate all’anno); a questi si aggiungono le altre sostanze elencate e le cosiddette “emissioni fuggitive” cioè le 15.000 piccole e grandi perdite che accusano gli impianti. Per la maggior parte di queste sostanze non è definito un valore limite in quanto non è previsto che le persone debbano vivere respirando tali composti di sintesi che non esistono in natura. E infatti correttamente ASL non menziona limiti di sorta ma enfatizza la pericolosità dell’esposizione, esempio il cloroformio.
Il Dossier “Pfas. Basta!”, ormai con sottotitolo “Solvay. Basta!”, è una piccola enciclopedia che in oltre 333 pagine racconta la storia in Italia delle lotte contro gli inquinatori Solvay e Miteni, dalle denunce degli scarichi in Bormida degli anni ’90 fino ai processi 2021 ad Alessandria e Vicenza. Una lunga storia di mobilitazioni anche contro connivenze, complicità, corruzioni, ignavie di Comune, Provincia, Regione, Governo, Asl, Arpa, Sindacati, Magistratura e Giornali.
La lunga storia è tratta in breve da stralci dei libri “Ambiente Delitto Perfetto” (Barbara Tartaglione – Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia) e “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”, nonché del Sito “Rete Ambientalista Movimenti di lotta per la salute, l’ambiente, la pace e la nonviolenza” gestito dal “Movimento di lotta per la salute Giulio A. Maccacaro”.
Il Dossier, esaurito in cartaceo, è disponibile on line a chi ne fa richiesta. Tutti i nostri libri sono stati stampati a spese degli autori. Il ricavato è interamente devoluto alla Ricerca per la cura del mesotelioma di Casale Monferrato. Per la versione digitale, occorre comunicare a movimentolotta.maccacaro@gmail.com l’indirizzo mail e l’avvenuto versamento (minimo euro 20) sul conto IBAN IT68 T030 6910 4001 0000 0076 215 (specificando causale) oppure tramite PayPal lubaja2003@yahoo.it.
Messaggio di pace e salute a 35.893 destinatari da Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro tramite RETE AMBIENTALISTA – Movimenti di Lotta per la Salute, l’Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
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