Attorno alla metà degli anni Dieci del nuovo millennio è emersa con forza l’importanza che nell’odierna economia globale sta assumendo il cosiddetto Platform Capitalism – analizzato pionieristicamente da studiosi come Nick Srnicek…
Gioacchino Toni: Culture e pratiche di sorveglianza
Culture e pratiche di sorveglianza
Il nuovo ordine mediale delle piattaforme-mondo
di Gioacchino Toni
Attorno alla metà degli anni Dieci del nuovo millennio è emersa con forza l’importanza che nell’odierna economia globale sta assumendo il cosiddetto Platform Capitalism – analizzato pionieristicamente da studiosi come Nick Srnicek1 –, cioè quella particolare forma di business ruotante attorno al modello delle piattaforme web rivelatosi il paradigma organizzativo emergente dell’industria e del mercato grazie alla sua abilità nello sfruttare pienamente le potenzialità della cosiddetta quarta rivoluzione industriale.
Se c’è un settore in cui emerge con chiarezza l’importanza assunta da tale modello questo è il comparto dei media ed è proprio a questo che si riferisce il volume di Luca Balestrieri, Le piattaforme mondo. L’egemonia dei nuovi signori dei media (Luiss University Press, 2021), in cui vengono descritte le trasformazioni culturali e industriali dei media che il “centro del mondo” – che, attenzione, significa certo Stati Uniti ma anche Cina – sta imponendo alle sue periferie.
In generale, quando si parala di “piattaforma” si fa riferimento a «uno spazio per transizioni o interazioni digitali che crea valore attraverso l’effetto network, il quale si manifesta tramite la produzione di esternalità positive» (p. 14). Visto che la creazione di valore deriva soprattutto dalla conoscenza dei clienti e del mercato, diventa fondamentale la capacità di estrazione e di interpretazione dei dati comportamentali dei consumatori.
Essendo la piattaforma a organizzare i flussi di informazione all’interno del network, la sua forza risiede proprio in questa sua capacità di connettere e ottimizzare gli scambi di informazioni tra gli elementi che coinvolge che prima erano invece disseminati lungo una filiera lineare.
Pier Giorgio Ardeni: Facciamo uno sforzo e guardiamo oltre la narrazione dominante
Facciamo uno sforzo e guardiamo oltre la narrazione dominante
di Pier Giorgio Ardeni
Un recente articolo di Piero Bevilacqua sul manifesto del 6 gennaio 2022 – «Il mondo senza natura degli intellettuali no vax» – merita alcuni commenti, che possono essere un’occasione per allargare il ragionamento e guardare oltre la narrazione dominante. Perché sono molteplici i termini della questione che negli ultimi mesi sono andati confondendosi e oggi, di fronte alle ultime iniziative governative, alcuni punti vanno riaffermati con più chiarezza. E perché, inoltre, questa invettiva continua contro chi si oppone ai provvedimenti di legge o semplicemente li contesta va depurata di tutti i pregiudizi e gli argomenti pretestuosi che hanno accomunato i «no-vax» a chi, più articolatamente, ha criticato la generale impostazione della lotta alla pandemia.
Bevilacqua si scaglia contro «le sortite anti-green pass, e sostanzialmente anti-medicalizzazione (anti-vaccini), di filosofi noti e prestigiosi come Giorgio Agamben e Massimo Cacciari» e di «un giurista di rango come Ugo Mattei». Al di là delle sue valutazioni personali sulle posizioni di Agamben, che Bevilacqua definisce «enormità», ciò che il suo pezzo vuole prendere di mira «è la cultura di fondo, l’implicito “inconscio filosofico” su cui si reggono le posizioni di questi studiosi, che non differiscono in nulla rispetto alle vulgate popolari dei no vax di strada». Che le posizioni di Agamben e Cacciari non siano «no-vax», ma specificamente contro il green pass, è noto e non tanto perché limiterebbero la libertà di spostamento ma perché discriminatorie. Tuttavia, Bevilacqua le critica perché tacerebbero sul «fatto che lo spostamento degli individui, in quanto esseri sociali, comporta relazioni e vicinanza con gli altri ed è quindi il vettore unico e universale della trasformazione di una malattia virale in una pandemia planetaria.
Dario Salvetti: Dalla coincidenza alla convergenza
Dalla coincidenza alla convergenza
Lotta operaia e giustizia climatica alla GKN
di Dario Salvetti
Incontro con Emanuele Leonardi e Mimmo Perrotta
Il 23 dicembre 2021 un nuovo proprietario ha acquistato la Gkn di Campi Bisenzio, la fabbrica di semiassi per autoveicoli occupata dagli operai dal 9 luglio, a seguito dell’annuncio da parte della precedente proprietà – il fondo di investimenti britannico Melrose – della chiusura e del licenziamento di tutti i dipendenti. L’arrivo di un nuovo proprietario rappresenta certamente un importante risultato della mobilitazione, che si poneva in primo luogo l’obiettivo della salvaguardia dei posti di lavoro. Tuttavia, il futuro dello stabilimento resta incerto, a partire da quale sarà la sua destinazione produttiva.
[cronistoria minimale:
Durante questi mesi di intensa mobilitazione, il collettivo operaio, con il supporto di ingegneri ed economisti solidali, ha elaborato – e continua a elaborare – proposte per un nuovo piano industriale, nell’ambito di un Polo Pubblico della Mobilità Sostenibile. I dettagli del PPMS non sono ancora interamente noti. La sua valenza politica, invece, è evidentissima: si tratta di pensare la necessaria pianificazione ambientale con le teste degli operai, non su di esse. E vale davvero la pena di sottolineare che tale riflessione si fonda su un rapporto finalmente costitutivo tra sapere operaio ed ecologia politica. Il punto di partenza è che non si può parlare di transizione ecologica senza indicare con chiarezza
Thomas Fazi: Sta cambiando la narrazione sul covid?
Sta cambiando la narrazione sul covid?
di Thomas Fazi
L’ultima settimana è stata veramente ricca di notizie e di “inversioni a U” in materia di Covid e di gestione pandemica, al punto che possiamo ipotizzare che sia in corso un decisivo cambio di rotta nella narrazione mainstream. Vediamo di passare in rassegna le notizie principali:
– La notizia principale è senza dubbio la netta presa di posizione sia dell’OMS che dell’EMA contro i booster, ovverosia contro la politica dei richiami vaccinali ravvicinati permanenti. L’OMS ha dichiarato che è ormai evidente che i vaccini esistenti hanno un bassissimo impatto sulla prevenzione dell’infezione e della trasmissione, soprattutto nei confronti di Omicron, e che «andrebbero sviluppati vaccini contro il Covid-19 che abbiano un alto impatto sulla prevenzione dell’infezione e della trasmissione oltre che sulla prevenzione di malattie severe e morte». Fino a quel momento, secondo l’OMS, non ha senso continuare ad effettuare richiami con i vaccini esistenti. «Una strategia di vaccinazione basata su richiami ripetuti» dei vaccini attuali «non appare né appropriata né sostenibile», ha concluso l’OMS¹.
Guido Viale: Si illudono di tornare come prima
Si illudono di tornare come prima
di Guido Viale
A due anni dallo scoppio della pandemia i governi di tutto il mondo, a cominciare da quello guidato da Draghi, si muovono come non si fosse capito che era, ed è ancora, destinata a durare. Al primo posto si dovevano mettere la scuola e la moltiplicazione dei presidi sanitari territoriali. Nello stesso tempo occorreva avviare investimenti massicci sulle fonti rinnovabili e per la conversione ecologica. “Il covid ha offerto l’occasione di una prova generale di un’effettiva conversione verso un assetto sociale e produttivo che un futuro non lontano renderà ineludibile – scrive Guido Viale – Molte delle attività che si cerca in tutti i modi di tener in piedi per sostenere il Pil non sono in grado di reggere l’impatto della crisi climatica a cui andiamo incontro…”. Invece governi e grandi imprese, insomma quelli che sono in alto, continuano ad agire – o a far finta di agire – come se tutto potesse riprendere come prima
È ormai un’armata Brancaleone quella che dovrebbe traghettarci nella transizione ecologica. Il Governo Draghi? Forse è il peggiore di tutti quelli che l’hanno preceduto, se non altro perché di fronte alle aspettative che ne hanno promosso e accompagnato il varo, il tonfo è ancora più evidente.
Manlio Dinucci: Green pass nucleare: esce a maggio la Bomba per l’Italia
Green pass nucleare: esce a maggio la Bomba per l’Italia
di Manlio Dinucci
Fra quattro mesi, in maggio, inizia negli Usa la produzione su larga scala della nuova bomba nucleare B61-12: lo annuncia la U.S. Department of Energy’s National Nuclear Security Administration (L’Amministrazione per la sicurezza nucleare nazionale, NNSA, facente parte del Dipartimento Usa dell’Energia). Man mano che usciranno di fabbrica, le nuove bombe nucleari saranno consegnate alla US Air Force, che le installerà nelle basi in Italia e altri paesi europei al posto delle B61.
La B61-12 è una nuova arma nucleare polivalente che sostituisce tre delle varianti dell’attuale B61 (3, 4 e 7). Ha una testata nucleare con quattro opzioni di potenza, selezionabili a seconda dell’obiettivo da distruggere. Non viene sganciata in verticale come la B61, ma a distanza dall’obiettivo su cui si dirige guidata da un sistema satellitare. Può penetrare nel sottosuolo, esplodendo in profondità per distruggere i bunker dei centri di comando così da «decapitare» il paese nemico in un first strike nucleare.
Gerardo Lisco: La narrazione mainstream della elezione del Presidente della Repubblica
La narrazione mainstream della elezione del Presidente della Repubblica
di Gerardo Lisco
I media, da qui ai prossimi giorni, riporteranno un dibattito politico con il quale faranno credere che l’elezione di Draghi a Presidente della Repubblica non sia scontata; sciocchezze: Draghi verrà eletto Presidente della Repubblica e nominerà Presidente del Consiglio un suo fiduciario. Il problema vero è come verrà gestito e con quali argomentazioni giuridiche verrà giustificato il passaggio di Draghi a Presidente della Repubblica e, nel contempo, la continuità della legislatura fino alla scadenza naturale. Sono curioso di leggere dei tanti costituzionalisti che si lanceranno in dotte argomentazioni, in punta di diritto, per giustificare una nuova interpretazione del dettato costituzionale funzionale ai tempi che chiedono un esecutivo sempre più forte. L’establishment economico – finanziario e mediatico vuole Draghi Presidente della Repubblica; proporre una donna alla Presidenza della Repubblica o fare i nomi di Berlusconi, Casini o Amato ha l’unico scopo di dimostrare che l’elezione di Draghi non è affatto scontata. La proposta di un Mattarella bis nasconde la preoccupazione di larga parte dei parlamentari che subito dopo l’elezione di Draghi a Presidente della Repubblica si sciolgano le Camere e si vada alle elezioni politiche.
Starbuck: Resto fuori
Resto fuori
By Starbuck
Ad inizio dicembre mi sono trovata in giro nel centro blindato di un nota località turistica alpina: mascherine obbligatorie in centro, uno per nucleo familiare dentro i negozi e GP per accedere a quasi tutto, famosi (o famigerati) mercatini natalizi inclusi. L’effetto di ritorno è stato, devo ammetterlo, piuttosto devastante. Ho improvvisamente capito che avevo bisogno di vedere volti e che quella ordinata fila di occhi tra cappucci ed FFP2 che mostrava QR code per entrare nell’area transennata dei mercatini non faceva per me. Soprattutto non faceva per me sapere che qualcuno doveva rimanere fuori. “Noi non entriamo?” mi ha chiesto la mano che stringevo nella mia. “No. Almeno io no.” ho risposto con lo sguardo straniato ed un senso di angoscia crescente.
E così ce ne siamo usciti. Dal centro storico, dalla città, e nel giro di una settimana anche dalla nazione. “Ci si rivede verso fine gennaio” ho scritto ai colleghi. Poi dopo il punto ho aggiunto “forse”.
Qual è il prezzo di una passeggiata in centro bevendosi una cioccolata calda mentre davanti a te i bambini ti sorridono o piangono sguaiatamente mentre si appendono al braccio dei genitori? Il costo di una ruota panoramica, in cui devi solo i soldi del biglietto? L’espatrio forse? Riguardo all’Italia e penso che no, non ci voglio tornare.
Franco Romanò: Sraffa e il valore
Sraffa e il valore
di Franco Romanò
Esergo
“Tutte le epoche in regresso e in dissoluzione sono soggettive, mentre tutte le epoche progressive hanno una direzione oggettiva.” W. Goethe nei colloqui con Eckermann
«La posizione consapevole significa che lo scopo precede il risultato. Questo è il fondamento dell’intera società umana» (14). 14 Ont. II, p. 739. Lukacs
Sraffa dopo Graziani di Emiliano Brancaccio
L’interpretazione del sistema sraffiano suggerita da Augusto Graziani può essere intesa non come un’alternativa ma come un possibile complemento delle analisi tradizionali di tipo classico-keynesiano. La chiave di lettura grazianea sembra particolarmente adatta a descrivere la dura realtà del comando capitalistico contemporaneo e pare suggerire una interpretazione dello schema di Sraffa in chiave “rivoluzionaria”, critica verso le concrete possibilità del riformismo politico.
Premessa
Il punto di partenza scelto, per ricostruire l’opera di Piero Sraffa, sono Le note di lettura sulle teorie avanzate del valore. Si tratta del resoconto trascritto delle sue lezioni, alternate da altre note e riflessioni. Si tratta di un corpus fortemente magmatico, spesso colloquiale, non sempre chiaro. Il testo su cui ho lavorato è quello che si trova in rete a questo link:
Sraffa Papers Trinity 2.0 Arrangement D2/4 Lecture Notes on the Advanced Theory of Value, 1928-31. Arrangement and Transcriptions by Scott Carter*
Massimo De Minicis, Silvia Donà: Lavoro materiale o virtuale? Luoghi e tempi nel lavoro nelle Platform work
Lavoro materiale o virtuale? Luoghi e tempi nel lavoro nelle Platform work
di Massimo De Minicis, Silvia Donà
Premessa
Il 9 dicembre, per la prima volta nel contesto comunitario, è stata presentata una proposta di regolazione delle diverse tipologie di lavoro realizzato attraverso piattaforme digitali (location based e on web based). La Commissione Europea ha presentato, così, una proposta di direttiva[1]che affronta tre aspetti irrisolti del lavoro su piattaforma: l’errata classificazione dello status occupazionale dei lavoratori coinvolti; la correttezza, trasparenza e responsabilità della gestione algoritmica; l’attuazione e il rafforzamento delle regole da applicare[2]. La direttiva esprimendosi su questi tre punti fondamentali, sembra orientarsi verso l’approccio del governo spagnolo attuato per la sola riclassificazione dei rider delle location based Platform. La Spagna ha riconosciuto nel 2020, infatti, una presunzione di lavoro dipendente per tale tipologia di attività lavorativa, ed è la piattaforma che deve confutare, caso per caso, attraverso una descrizione concreta della prestazione lavorativa, se quella riclassificazione dello status occupazionale è errata[3]. La proposta della direttiva della Commissione Europea non definisce, così, una fattispecie giuridica innovativa e speciale per i lavoratori delle piattaforme, ma attuando un approccio fondato sul “primacy of fact”, richiama una corretta classificazione tra quelle esistenti. La presunzione di subordinazione si basa sulla definizione di criteri atti a verificare, essenzialmente, se la prestazione lavorativa è sottoposta ad un controllo, monitoraggio e valutazione da parte dell’algoritmo. Al verificarsi di due tra i diversi criteri indicati[4]il lavoratore può essere riclassificato come dipendente, con tutte le tutele previste per tale tipologia di lavoro (assicurative, previdenziali e assistenziali).
Andrea Zhok: “Infodemia istituzionale e stati ontologici dissociativi”
“Infodemia istituzionale e stati ontologici dissociativi”
di Andrea Zhok
In questo periodo, la più straniante delle sensazioni, una delle più traumatiche, consiste nell’impressione di vivere rispetto ad altri concittadini, conoscenti, magari amici di vecchia data, in mondi separati. La realtà che percepiscono i nostri sensi è la stessa, ma la realtà definita dalla cornice delle cause e degli effetti è invece incommensurabile, corre in parallelo alla realtà sensibile, e ha la meglio sulla prima.
Sul piano filosofico credo che poche circostanze storiche testimonino in modo più chiaro il ruolo giocato dalla concettualizzazione nel dare forma alla realtà. Non c’è bisogno di ricorrere a Kant o McDowell, perché possiamo vedere questo processo in atto.
Racconto questo episodio, a titolo illustrativo.
L’altro giorno ero in attesa di entrare in una farmacia. All’esterno un’altra persona. Siamo su un marciapiede largo e sgombro, a circa quattro metri di distanza, mentre tira forte il vento. Abbiamo entrambi la mascherina, ma la mia, camminando, è finita sotto il naso. L’altro mi guarda con severità e mi chiede di tirare la mascherina su, per coprire il naso.
Nico Maccentelli: “Ma dove mi sono andato a Cacciari…”
“Ma dove mi sono andato a Cacciari…”
di Nico Maccentelli
Massimo Cacciari evidentemente ha compreso di essersi infilato in un cul de sac, ossia che sarebbe stato trattato come un paria dai media, da tutto il mondo culturale, accademico, della politica con le sue posizioni “no vax”. Per cui l’exit strategy che ha scelto è socratica. La potete leggere qui.
Nella marcia indietro dichiara di essersi fatto la terza dose e invita alla vaccinazione tutti quanti, perché le leggi anche se sono sbagliate, vanno seguite come fece Socrate. Questo in sintesi.
Un dietro front indecoroso, una toppa che è peggio del buco, che poi tanto buco non era: diciamo allora una toppa su un tessuto intonso? Sì, perché il filosofo veneziano ex operaista ne aveva ben donde di argomenti da vendere e tutti molto centrati, da bravo esponente di un liberalismo che non si lascia ingabbiare da un sistema distopico che sta calpestando i più elementari diritti della persona, civili e sociali.
Ma tant’è che il buon Cacciari ha ecceduto nel legalitarismo per sembrare più prussiano del re di Prussia. Dunque dov’è l’errore? L’errore sta nel fatto che quando un popolo è vessato da un potere totalitario diviene legittimo il diritto alla Resistenza.
coniarerivolta: Roma: il profitto non si rifiuta mai
Roma: il profitto non si rifiuta mai
di coniarerivolta
Anno nuovo vita nuova, verrebbe da augurarsi alla fine di un anno difficile da ogni punto di vista. Purtroppo, però, la produzione giornalistica nostrana continua a regalarci una visione del mondo stantia e ricette appartenenti a un passato che rappresenta la prima causa dei problemi attuali.
È il caso di un pezzo uscito qualche giorno fa sulle pagine del Corriere, dal titolo “Rifiuti a Roma, con la gestione affidata ai privati molti i vantaggi” e firmato dall’impareggiabile Chicco Testa.
L’articolo in questione parte dalla strutturale carenza di impianti dedicati al trattamento e allo smaltimento dell’immondizia nel territorio romano e regionale. Fermo restando che una buona gestione della questione rifiuti, e più in generale quella dell’inquinamento a Roma e ovunque, non può che partire da un potenziamento della raccolta differenziata, l’insufficienza di impianti di trattamento dei rifiuti è un problema vero, messo in luce anche nel nostro approfondimento sulla Capitale.
Tale carenza implica ogni anno la necessità di esportare verso altre regioni o fuori dal paese una quota molto importante dei rifiuti indifferenziati e, ancor di più, differenziati.
Rete dei Comunisti: Gli eventi kazachi nel mondo multipolare
Gli eventi kazachi nel mondo multipolare
di Rete dei Comunisti
Gli eventi che hanno caratterizzato la prima settimana del nuovo anno in Kazakistan sono un punto di svolta rilevante della difficile governabilità delle contraddizioni prodotte dalla crisi del sistema capitalista e della ridefinizione complessiva delle relazioni dei maggiori attori internazionali tra loro.
Se non possono essere ignorate le profonde ragioni sociali alla base delle mobilitazioni contro il “caro-carburante” della prima ondata di proteste ai primi di gennaio – frutto della continuità di una politica pro-oligarchica dell’élite politica che la governa – , la successiva dinamica degli eventi suggerisce un palese tentativo di de-stabilizzazione organizzata manu militari ed una spaccatura all’interno dell’apparato di potere centrale e periferico kazako, come sembra indicare l’arresto per tradimento dell’ormai ex Capo del Comitato di Sicurezza Nazionale Karim Massimov, e la detenzione di altri alti responsabili.
Se la prima ondata di proteste scoppiate a Zhanaozen e Akatu il 2 gennaio era stata relativamente contenuta dalla polizia, la seconda fase sviluppatasi in una dozzina di città – tra cui Almay e Atyrau due giorni dopo – è stata prontamente stroncata grazie ad una operazione “anti-terroristica” del governo e l’intervento di Peace-Keepers da parte della Organizzazione del Trattato per la Sicurezza Collettiva, su richiesta del premier kazaco Kassim-Joamrt Tokayev che aveva tra l’altro proclamato lo “stato d’emergenza” per due settimane quando le proteste hanno mutato il loro profilo.
Paolo Di Marco: Finalmente una buona notizia: la teoria economica è morta
Finalmente una buona notizia: la teoria economica è morta
di Paolo Di Marco
Come ha detto recentemente un estremista come Giorgio La Malfa (v.3) alla presentazione dell’edizione dell’opera di Keynes curata da Anna Carabelli:
‘alla Bocconi negli ultimi trent’anni ci hanno insegnato fuffa’
Va detto che la notizia non è nuova, i più informati lo sospettavano già cent’anni fa, quando Piero Sraffa pubblicò ‘Sulle relazioni tra costo e quantità prodotta’ e l’anno dopo una versione inglese, ‘The laws of return under competitive conditions’, dove con molto garbo dimostrava che la teoria di Marshall si reggeva su gambe estremamente fragili; tanto che senza protesi radicali non stava in piedi. Per chiarire si pensi che la teoria neoclassica-marginalista presuppone che dall’incontro tra (curva della) domanda e (curva della) offerta scaturisse un punto di equilibrio che garantiva l’esistenza di un sistema di prezzi di equilibrio.
Quello che Sraffa mostra è che le condizioni affinché questo avvenga sono estremamente particolari e irrealistiche.
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