L’ultima mossa di Draghi & Co. per coprire una gestione criminale e fallimentare della pandemia

Il governo Draghi che in un intero anno non ha fatto nulla per rafforzare le strutture sanitarie con massicce assunzioni di medici e infermieri; che ha deliberato, anzi, la loro ulteriore riduzione di qui al 2026, relegando la sanità all’ultimo posto nelle poste di spesa del PNRR…

 

 

Tendenza internazionalista rivoluzionaria: L’ultima mossa di Draghi & Co. per coprire una gestione criminale e fallimentare della pandemia

ilpungolorosso

L’ultima mossa di Draghi & Co. per coprire una gestione criminale e fallimentare della pandemia

di Tendenza internazionalista rivoluzionaria

disegno manifestazioneCome prima, peggio di prima

Il governo Draghi che in un intero anno non ha fatto nulla per rafforzare le strutture sanitarie con massicce assunzioni di medici e infermieri; che ha deliberato, anzi, la loro ulteriore riduzione di qui al 2026, relegando la sanità all’ultimo posto nelle poste di spesa del PNRR; che non ha fatto un passo per apprestare un protocollo di terapie adeguate ai primi sintomi e per aiutare i medici di famiglia nella loro attività; che non ha messo mano al piano di prevenzione finito nei cassetti da 15 anni; che non ha mosso un dito per potenziare al massimo i trasporti pubblici urbani e interurbani; che non ha preso alcun provvedimento per sdoppiare le classi pollaio; che non ha imposto alle aziende alcuna seria misura di prevenzione dei contagi; che ha progressivamente rinunciato ad ogni tracciamento della diffusione del virus; che ha ridotto i giorni di quarantena; che ha consentito all’Inps di non considerare più la quarantena fiduciaria come malattia; questo governo ha infine trovato la magica soluzione per stroncare la riaccensione della pandemia in corso: obbligare gli over-50 a vaccinarsi.

Ciò, a fronte di un tasso di vaccinazione del 94% per gli over-80, del 92% degli over-70, del 90% per gli over-60, dell’86,5% degli over-50, ed in presenza di una nuova variante (la omicron) che secondo diversi studi buca gli attuali vaccini. Lo ricordiamo tutti: all’inizio l’informazione ufficiale utilizzava la scarsa conoscenza su contagi e immunità per propagandare la certezza che si sarebbe raggiunta l’immunità di gregge con il 70-80% dei vaccinati; ora perfino la soglia 90% è ritenuta insicura.

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Paolo Maddalena: La Costituzione, un faro al lumicino

lavoroesalute

La Costituzione, un faro al lumicino

Alba Vastano intervista il professor Paolo Maddalena*

Intervista al professor Paolo Maddalena, vice presidente emerito della Corte Costituzionale. “I danni che Draghi sta apportando all’economia italiana sono incalcolabili. Si pensi che egli non si preoccupa dei licenziamenti che stanno avvenendo in massa e, come già detto, ha addirittura ritenuta legittima l’ infausta e incostituzionale “delocalizzazione di impresa”. In proposito ricordo che l’art. 41 della Costituzione sancisce che “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla libertà , alla sicurezza, alla dignità umana” (Paolo Maddalena)

L3DIviQ9Immensa confusione e sconcerto dilaga nel mondo, specie in quest’ultimo (auspicabile) e un po’ disperato colpo di coda della pandemia che imperversa ormai da un biennio, limitando di fatto la normalità della vita di tutti i popoli. In Italia, di ora in ora, riceviamo, tramite i monitor sempre connessi, le ultime news che ci informano di nuove direttive governative a tutela della salute pubblica. Direttive che, solo l’attimo seguente, vengono smentite o aggiornate. Si percepisce chiaramente che la bussola che dovrebbe indicare l’iter maggiormente utile per limitare i danni, derivanti dal diffondersi del virus, è stata smarrita e noi, marinai senza capitani affidabili, presi da smarrimento per la perdita del pensiero critico, siamo costretti a fidarci di chi ha fallito o ad adottare il faidate. In realtà la bussola c’è, ma chi dovrebbe farne il primo strumento di orientamento nella rotta da seguire, non trova o non vuole trovare il Nord. E ha fatto impazzire l’ago. Sta ancora a noi, riprendendoci la facoltà del pensiero autonomo e critico, riportare l’ago della bussola sul Nord. Là dove è posizionato da ben 76 anni il faro che illumina il nostro cammino: La Costituzione. Un faro ridotto al lumicino, per incapacità dei governanti che si sono succeduti, di applicarne correttamente le leggi.

Ne parliamo con un grande giurista e costituzionalista, il professor Paolo Maddalena, vicepresidente emerito della Corte costituzionale, autore del saggio “La Rivoluzione costituzionale”, sua ultima opera ( http://www.blog-lavoroesalute.org/la-rivoluzione-costituzionale/).

* * * *

Alba Vastano: Professore, siamo ormai a ridosso delle elezioni del Presidente della Repubblica. Con lei, illustre Costituzionalista, prima di parlare degli aspetti politici che circondano questo avvenimento importante, parliamo di Costituzione.

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Moreno Biagioni: Multinazionali, poteri forti locali, movimenti alternativi territoriali 

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Multinazionali, poteri forti locali, movimenti alternativi territoriali 

(ovvero come liberarsi dall’abbraccio soffocante delle multinazionali)

di Moreno Biagioni

index9865ruL’influenza delle multinazionali in Toscana

In Toscana, in particolare nell’area Firenze/Pisa, si sta verificando sempre più spesso quanto sia nefasta l’influenza, il potere, la possibilità di incidere sulla vita delle persone che abitano un determinato territorio, da parte delle multinazionali, cioè di questi modernissimi “padroni del vapore” che risultano lontani e inafferabili – in quanto privi di quella “corporeità” che caratterizzava in buona parte le controparti padronali di un tempo -.

Soffermiamoci, a titolo esemplificativo, su alcuni casi.

La vertenza GKN innanzitutto: le sue maestranze hanno come avversaria la finanziaria Mellrose, che ha licenziato con una mail, dalla sua sede inglese, senza alcun confronto preventivo, oltre 400 lavoratori (soltanto una dura lotta, che ha coinvolto l’intera società, non solo fiorentina, e su cui torneremo in seguito, ha impedito i licenziamenti immediati).

La ragione di questo comportamento è che Mellrose ritiene opportuno delocalizzare la produzione in un paese in cui le retribuzioni e i diritti di chi lavora sono minori. E’ necessario quindi opporsi alle delocalizzazioni (e nel contempo, con una visione “internazionalista”, sempre più necessaria, sostenere l’impegno dei lavoratori del paese in cui si vuole delocalizzare per maggiori retribuzioni e diritti).

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Francesco Principessa: Gkn: quali lezioni trarre

kriticaeconomica

Gkn: quali lezioni trarre

di Francesco Principessa

Quando si discute di politica economica in Italia, si nota subito l’assenza della politica industriale. Negli ultimi trent’anni, si è assistito alla privatizzazione di molte imprese pubbliche, non sempre rivelatesi efficaci, e a un sostanziale arretramento dello Stato nell’economia, accompagnato da un processo di erosione delle conquiste sociali e di polarizzazione della ricchezza e del potere. La vicenda della Gkn ha dimostrato che gli strascichi delle politiche neoliberali possono generare delle reazioni e far emergere elementi di novità.

Prima che lo stabilimento venisse rilevato da Francesco Borgomeo, il Collettivo operaio Gkn di Campi Bisenzio ha svolto un incredibile lavoro politico. Fra le altre cose, è stata elaborata una puntuale proposta economica per il governo italiano: la costituzione di un polo di innovazione tecnologica e sociale che sappia raccogliere intorno a sé il mondo dell’industria, dell’accademia e delle migliori forze civiche del nostro paese.

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comidad: Col pretesto dell’obbligo vaccinale l’agenzia delle entrate gestisce il green pass

comidad

Col pretesto dell’obbligo vaccinale l’agenzia delle entrate gestisce il green pass

di comidad

La lobby farmaceutica non aveva certo bisogno dell’obbligo vaccinale, poiché quel 10% della popolazione negatosi al sacro siero è ampiamente compensato dal susseguirsi delle dosi di richiamo, che si avviano a diventare trimestrali. Anzi, con l’obbligo vaccinale si rischia di scoperchiare una voragine di potenziali contenziosi giudiziari. Non che ci sia da farsi illusioni sulla magistratura, Corte Costituzionale compresa.

La normativa varata dal governo è talmente ambigua da non prevedere una procedura chiara per adempiere specificamente all’obbligo, con la prospettiva di ritrovarsi davanti il caro vecchio “consenso informato” da sottoscrivere. Ancora una volta si tratterebbe di estorsione di consenso e non di un obbligo giuridicamente inequivocabile. Non contento di aver stracciato ciò che rimaneva della Costituzione (del resto ci aveva già provveduto il governo Conte bis), il governo Draghi ha fatto strame della nozione stessa di legislazione, riconfermando che lo Stato, il pubblico e il privato sono astrazioni pseudo-giuridiche che coprono altre gerarchie sociali, cioè lobby e cosche d’affari.

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Marinella Correggia: Israele, Pfizer e la saga delle tante dosi ai tempi di Omicron

lantidiplomatico

Israele, Pfizer e la saga delle tante dosi ai tempi di Omicron

Senza dimenticare il Cts, l’Oms, l’Ema…

a cura di Marinella Correggia

Il Ceo della multinazionale, Albert Bourla, ha dichiarato pochi giorni fa ( (1)): «Due dosi del vaccino offrono tutt’al più una protezione molto limitata. Tre dosi una protezione ragionevole contro ospedalizzazione e morte. Meno contro l’infezione» e dunque «lavoriamo a una nuova versione che sarà pronta a marzo». Sottolineando che ci sono due certezze: «Una prima è che il virus non andrà via e presumiamo che resti per un decennio. Sarà endemico ovunque, ha e avrà la capacità di creare varianti quindi vivrà, in un modo o nell’altro, insieme al genere umano per gli anni a venire. La seconda certezza che abbiamo è che la protezione immunitaria con le varianti che conosciamo e ora pare anche con Omicron, è di durata breve, sia con il vaccino che con l’infezione naturale: pochi mesi, sempre meno».

E nel paese apripista della vaccinazione con il prodotto di Pfizer, le misure sanitarie anti-Covid conoscono repentine evoluzioni. Ecco qua.

21 dicembre 2021: Israele propone una quarta dose di vaccino anti-Covid per gruppi ritenuti a rischio (2). La decisione è spiegata con la diffusione della variante Omicron. e sulla base del fatto che l’immunità legata alla terza dose decade velocemente, come è stato il caso per la seconda.

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Pietro Salemi: Stay human?

lafionda

Stay human?

di Pietro Salemi

Compagni progressisti, il nome ‘compagni’ non so chi ve l’ha dato, ma in fondo vi sta bene, tanto ormai è squalificato.

Compagni progressisti, ricordo ancora le manifestazioni per i porti aperti, ricordo quando indossavate le “Orange vest” e quando protestavate contro Salvini al grido di “Restiamo umani”. Mi piaceva la vostra opposizione a politiche migratorie de-umanizzanti, mi piaceva il vostro interesse per il rispetto dei diritti umani.

Tuttavia, mi piaceva meno il fatto che il vostro interesse finiva una volta raggiunta la banchina di un porto italiano, mi piaceva di meno il fatto che non avevate alcun dress code per protestare contro il caporalato, lo sfruttamento di manodopera a basso costo e l’arruolamento spesso forzoso (per assenza di alternative legali) di quegli esseri umani nella fila della criminalità organizzata.

Però, in cuor mio, continuavo a coltivare la speranza che voi, compagni progressisti, sareste stati quelli che si sarebbero eretti a baluardo dei diritti fondamentali e del rispetto della dignità umana, allorché la Storia ci avesse posto al bivio della barbarie.

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John P.A. Ioannidis: Omicron, l’epidemiologo Usa: “Ha tutte le caratteristiche di un’ondata endemica, alcuni paesi sono fuori dalla pandemia”

fattoquotidiano

Omicron, l’epidemiologo Usa: “Ha tutte le caratteristiche di un’ondata endemica, alcuni paesi sono fuori dalla pandemia”

Peter D’angelo intervista John P.A. Ioannidis*

“Vedremo dei picchi di casi, ma i vaccini attuali più l’immunità da infezioni precedenti continuano a funzionare abbastanza bene per salvare vite tra gli anziani e tra i vulnerabili che sono più a rischio”

“Basta panico, fa bene chi esce. Dobbiamo vivere normalmente”. Così Sergio Abrignani, immunologo del Cts che ipotizza un “picco a gennaio, poi sarà come l’influenza per circa il 90% della popolazione vaccinata”. I dati su Omicron pubblicati dalla Berkeley, l’Università della California, parlano di una letalità inferiore del 91%, rispetto a Delta. Per comprendere al meglio cosa ci aspetterà nei prossimi mesi ilfattoquotidiano.it ha intervistato, John P.A. Ioannidis, epidemiologo e professore di Medicina all’Università di Stanford, con indice di affidabilità tra i più alti in assoluto (h-index 222). Lo scienziato ritiene che la la variante rilevata per la prima volta in Botswana e Sudafrica abbia “tutte le caratteristiche di un’ondata endemica”.

* * * *

La variante Omicron, dovrebbe raggiungere il suo picco nelle prossime settimane. Il vaccino “aggiornato” (quelli attuali sono sulla Spike del ceppo di originario di Wuhan) potrebbe essere disponibile a marzo-aprile. Le mutazioni corrono più veloci del vaccino, quali strategie alternative ci sono? Antivirali precoci?

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Fabio Vighi: Varianti e inflazione: cronaca di una demolizione controllata

lafionda

Varianti e inflazione: cronaca di una demolizione controllata

di Fabio Vighi

1540993247548.jpg una batosta da 625 euro a famiglia dall inflazioneDopo quasi due anni, eccoci di nuovo qua. Mascherine, distanziamenti, quarantene, restrizioni, lavoro a distanza (per chi ancora ce l’ha), bombardamenti mediatici a tappeto, assolutismo vaccinale e, immancabile, l’ombra lunga di devastanti lockdown – già caldamente sponsorizzati, tra gli altri, dal Fondo Monetario Internazionale. Ma questa volta con l’aggiunta di fiammate inflattive che svalutano il denaro e bruciano i risparmi, spingendo una parte sempre più ampia di popolazione nella spirale del debito e della povertà.

 

Iniezioni monetarie

A nostro avviso, la funzione profonda dell’emergenza sanitaria può essere compresa se inserita nel contesto macro di pertinenza, ovvero la crisi terminale del modo di produzione capitalistico. La sequenza causale ci pare la seguente: implosione economica – strumentalizzazione pandemica – emergenza democratica. Se dovesse andare a compimento, il cambio di paradigma in atto ci condurrebbe dritti a un modello apertamente autoritario di capitalismo implosivo, sostenuto da allarmi globali spesso sproporzionati rispetto alla minaccia reale. Come dimostrato dalla creazione del capro espiatorio ‘no vax’, il potenziale della propaganda è virtualmente illimitato. Per la prima volta nella storia dell’umanità, la colpa di un trattamento che non funziona nelle modalità millantate viene affibbiata a coloro che non lo usano.

Tuttavia, dobbiamo essere consapevoli del fatto che l’attuale violenza ideologica è un riflesso quasi pavloviano rispetto all’incombere del collasso economico. Stiamo naufragando in una crisi di sistema che nel 2008 ha assunto per la prima volta un carattere terminale.

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Lelio La Porta: Enrique Dussel, Cinque tesi sul populismo

azioni parallele

Enrique Dussel, Cinque tesi sul populismo

di Lelio La Porta

Enrique Dussel: Cinque tesi sul populismo, Castelvecchi 2021, EAN:9788832904086, p. 64, € 9

xul solarEnrique Dussel, introdotto e tradotto da Antonino Infranca, propone un saggio recente, breve, ma ricco di implicazioni destinate ad una discussione ponderata: Cinque tesi sul populismo1.

I lemmi che l’autore pone al centro dell’attenzione, a ben vedere, sono quelli che occupano le menti delle intellighenzie del mondo intero rispetto al fenomeno che appare nel titolo del libro: rappresentanza, partecipazione, ingovernabilità, democrazia, Costituzione, neoliberismo, globalizzazione, leadership, popolo, popolare; in ultimo, un termine, interpellazione, che può apparire un neologismo, in quanto ci è più familiare l’interpellanza, ma che, nella terminologia dusseliana riveste il significato del riconoscimento da parte del popolo, nel momento in cui rivendica i propri diritti, di possedere e mettere in pratica l’«autocoscienza della propria esistenza come attore collettivo»2, come chiarisce Infranca.

Le cinque tesi di Dussel possono essere sintetizzate nel modo seguente: 1) il populismo, in America latina, ha connotato positivamente i regimi che hanno avuto inizio dalla rivoluzione messicana del 1910 e si sono poi diffusi nel Continente; 2) il populismo, sempre in America latina, ha assunto un significato denigratorio nei confronti di quei governi che si sono opposti alle direttrici di controllo economico dettate dagli Usa a partire dal 1989; 3) populismo non significa né popolare né popolo; 4) con le parole dell’autore, «la democrazia reale si collega all’organizzazione effettiva della partecipazione politico-popolare»3; 5) in che modo vada esercitata la leadership onde evitare avanguardismo o dittature carismatiche.

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Paolo Di Marco: La dolorosa nascita dell’economia

poliscritture

La dolorosa nascita dell’economia*

di Paolo Di Marco

divisin del trabajo cmo surge en qu consiste ventajas y desventajas1- l’invenzione di Adam Smith

‘Il fattore cruciale è la capacità del denaro di trasformare la moralità in una questione di impersonale aritmetica-e così facendo, di giustificare cose che altrimenti sembrerebbero scandalose od oscene’..:.e questa quantificazione è strettamente intrecciata alla violenza, quella stessa da cui originano stato e mercato.

Graeber, David. Debt (p.29). Melville House.

Cercando di liberarci dai luoghi comuni che hanno finito per occupare abusivamente la nostra visione del mondo, e in particolare quella dell’economia, ci imbattiamo subito in chi quella teoria ha fondato collo scopo precipuo di liberare la mente dei propri concittadini da un’errata concezione del denaro.

Quello che sembrava allora ovvio era che il denaro coniato dalle reali zecche lì stesso si originasse, quindi dallo stato e dal sovrano in prima istanza. E ciò che Adam Smith si accingeva invece a dimostrare era come il denaro fosse il frutto del lavoro e dell’attività imprenditoriale in primis, e che il compito del governo era solo quello di assicurare la quantità necessaria di conio, lasciando all’industria la libertà di fare il proprio mestiere senza vincoli dannosi.

Così nel 1776 il professore di Filosofia Morale di Glasgow inventò l’economia, vuoi come disciplina vuoi come attività umana. Il procedimento richiama altri già visti recentemente (come Rousseau): si ipotizza una natura umana la cui precipua caratteristica è la propensione allo scambio: tutto è scambio, a cominciare dall’originario baratto dei primitivi fino alla logica e alla conversazione. È questa spinta allo scambio che a sua volta genera la divisione del lavoro, responsabile di tutto il progresso umano e della civilizzazione.(v. 4).

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Luca Grecchi: Enrico Berti. Un ricordo filosofico e umano

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Enrico Berti. Un ricordo filosofico e umano

di Luca Grecchi

Con Enrico Berti ci ha lasciato il 5 gennaio 2022 uno dei maggiori storici della filosofia, in particolare del pensiero di Aristotele, nonché uno dei pochi filosofi rimasti, in grado di argomentare in maniera chiara, solida ed originale importanti posizioni teoretiche, illuminando insieme la cultura antica e la realtà del nostro tempo.

Per un bilancio complessivo della sua opera molti saggi, nei prossimi mesi, seguiranno; io stesso sono stato subito incaricato, dalla rivista Humanitas, di redigere un suo profilo. Quanto mi preme fare ora però, nella immediatezza della notizia della sua morte, è realizzare un piccolo ricordo personale, un po’ per consolarmi della perdita di un amico, e un po’ per mettere in risalto, per quanto in maniera sintetica, il valore dello studioso e della persona. Sono felice, peraltro, di avere ricordato più volte a Enrico, negli ultimi tempi, quando si lamentava delle sue peggiorate condizioni di salute – cosa che con gli amici più giovani, per pudore, non faceva – l’importanza di ciò che aveva realizzato nella sua vita, sia come pensatore che come educatore, essendo egli stato un costante sostegno ed un esempio per molte generazioni di studiosi.

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Giuliano Garavini: La privatizzazione della ricerca: soldi statali, profitti alle imprese

fattoquotidiano

La privatizzazione della ricerca: soldi statali, profitti alle imprese

di Giuliano Garavini

Da Big Tech a Big Pharma – Le innovazioni nate in azienda sono l’eccezione, la regola è che le multinazionali si appropriano di idee nate nel pubblico ricavandone rendite finanziarie

Viviamo in un film di fantascienza nel quale tutto, dalle alluvioni alle pandemie, appare minaccioso. Si diffonde la convinzione che, per riequilibrare il rapporto incrinato con l’ecosistema, sia necessario trasformare il nostro modello industriale e di consumi. La transizione dalle energie fossili è solo un aspetto dell’epocale trasformazione necessaria. La miscela salvifica è oggi individuata nel supporto pubblico a ricerca ed investimenti privati. Eppure, quando i cittadini si accorgono di come cospicue risorse pubbliche si traducano in enormi profitti privati – come nel caso dei vaccini di Pfizer e Moderna – si alimenta la diffidenza verso la scienza le autorità pubbliche. In un libro recente, “La privatizzazione della conoscenza”, l’economista Massimo Florio espone con lucidità il meccanismo attraverso il quale l’impresa privata – nel settore biomedico, dell’energia e del digitale – si appropria delle conoscenze generate dalla ricerca pubblica per trasformarle in rendite finanziarie, protette da inattaccabili posizioni di oligopolio.

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Lorenzo Palaia: 2023: ultima fermata

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2023: ultima fermata

di Lorenzo Palaia

Se Draghi verrà eletto al Quirinale ci troveremmo in una situazione simile a quella in cui si trovarono gli aventiniani durante il secondo ministero Mussolini, dopo l’uccisione di Matteotti, meno cruenta ma altrettanto drammatica. Purtroppo per noi però qui i parlamentari che si ritirerebbero sull’Aventino sono ben pochi. Mettendo insieme i 37 deputati di Fratelli d’Italia con i 16 di Alternativa si arriverebbe a 53, più forse qualche altro sparso, su un totale di 629. Tra i senatori va persino peggio: oltre ai 21 di Fd’I, 2 di Italexit, 1 di Pap, 1 del PC (potrei dimenticarne qualcuno). Il Governo Draghi ha una maggioranza che forse neanche Mussolini al tempo aveva. E non è un Esecutivo di emergenza bensì di normalizzazione, ormai in carica da un anno.

A questo punto le contromosse vanno prese seriamente e a prescindere dallo scenario. Se Draghi dovesse andare al Colle ci troveremmo un Paese così asservito all’equilibrio euroatlantico che nessun partito e nessun Esecutivo potrebbero aspirare a interpretarlo secondo gli interessi nazionali (figuriamoci sganciarsene).

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Andrea Crisanti: “Basta con questi vaccini”

iltempo

“Basta con questi vaccini”

Crisanti contro le iniezioni ogni 4 mesi

Dario Martini intervista Andrea Crisanti

«Questa maratona vaccinale è sbagliata. Fare vaccini ogni quattro mesi ha un costo sul nostro sistema immunitario. Non è una cosa buona». Il professore Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, non usa tanti giri di parole per dire come la pensa. In questi giorni milioni di italiani si pongono la stessa domanda. Farà male ripetere tutte queste iniezioni nel giro di così poco tempo? Mentre corre la campagna delle terze dosi, già si parla del nuovo siero contro Omicron che sarà pronto a marzo. E dopo la quarta dose, ci toccherà fare anche la quinta? Crisanti si sottrae a questa logica: «La corsa alle varianti a cui stiamo assistendo è legata alla poca efficacia nel tempo di questi vaccini. Serve una strategia diversa».

* * * *

Professore, cosa intende?

«Significa che bisogna investire in vaccini diversi, di seconda generazione, che abbiano una durata maggiore. Non è possibile imporre questa maratona vaccinale a un’intera popolazione ogni quattro mesi. Nel lungo termine non è sostenibile».

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Salvatore Bravo: Mandeville regna in Europa

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Mandeville regna in Europa

di Salvatore Bravo

In Austria si incentiva la terza dose con premi da cinquecento euro da spendere per la spesa. Non è un dato secondario per comprendere la visione dell’essere umano dell’Europa unita. Il neofeudalesimo liberista ha la sua visione dell’essere umano: l’umanità è motivata solo dal calcolo in denaro. Sarebbe il caso di usare il termine neofeudalesimo liberista, poiché il liberismo presuppone la pluralità di soggetti in competizione e uno Stato minimo e neutro che non entra nella vita dei cittadini. Siamo di fronte, invece, a poche multinazionali che detengono il potere economico e politico al punto da usare gli Stati per i loro interessi oligarchici. Siamo in pieno neofeudalesimo con i popoli ridotti a plebe consumante. Se per incentivare la terza dose si fa leva su un buono da cinquecento euro e non sull’informazione, è evidente il disprezzo verso l’umanità: il popolo è trattato come plebe a cui si offre l’incentivo economico, perché incapace di comprendere il significato scientifico e politico della campagna vaccinale. La plebe non ha progetti politici, la temporalità dei servi è limitata alla crapula immediata, pertanto si offre un incentivo che svela la visione antropologica del neofeudalesimo.

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