Sarebbe un grave errore dimenticare la conferenza stampa del 10 gennaio in cui il presidente del consiglio, con tutto il suo carico di responsabilità politica, ha additato un capro espiatorio responsabile della situazione pandemica: le persone non vaccinate. Non una parola sulle diverse cause della pandemia, non una sulla spese sanitarie che si riducono mentre aumentano quelle militari, ovviamente non una parola sul clima e sul linguaggio di “guerra al virus” che l’Italia alimenta da mesi come pochi altri… (continua a leggere)
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Occorre una banca centrale libera dal ricatto della speculazione finanziaria |
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Nel settore idrico il governo annuncia una nuova stagione di privatizzazioni |
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Le radici del razzismo. Un’illuminante intervista a Francesco Filippo, autore di Noi però gli abbiamo fatto le strade. Le colonie italiane tra bugie, razzismi e amnesie
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Abbiamo bisogno di liberare la letteratura comparata dall’euricentrismo. Negli ultimi venti anni, alcuni percorsi di ricerca – come quelli promossi da Dionýz Ďurišin o Armando Gnisci – hanno mostrato una nuova prospettiva interculturale a cominciare dal Mediterraneo |
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Il ricorso all’umiliazione pubblica, quale mezzo di punizione, ha una lunga storia |
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Le parole hanno una storia che orienta il modo di pensare. Insegnare ed educare, ad esempio, nascondono una gerarchia sottovalutata: alludono a gesti che non prevedono il contributo di bambini e bambine se non quando conferma le scelte degli adulti. E allora quale verbo, quale azione può far nascere un nuovo tipo di relazione, in cui non viene giustificato il ricorso alla forza (umiliazione, minacce di punizioni, punizioni) e in cui dedichiamo loro tempo e spazi e rispettiamo i loro tempi di crescita? Provare insieme? Cercare insieme? Riflettere insieme? |
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Gli insegnanti trovano ogni scusa, come il covid, per non andare a scuola? |
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Al tempo della pandemia il disagio degli adolescenti è solo un dato statistico |
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La scuola, la pandemia e l’infinita ipocrisia dei governi |
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Nello spazio urbano Terrain d’aventure a Nantes germoglia ogni giorno una “pedagogia del rischio”, basato sull’idea che tutti, a cominciare da bambine e bambini, sanno valutare le proprie capacità e, se ne hanno l’occasione, sperimentarsi nella gestione dei propri desideri: si tratta di usare attrezzi (seghe, pinze, martelli, cacciaviti, materiali di recupero…), sollevare pesi, cucinare, accendere un fuoco, progettando secondo bisogni e sogni. Con risultati spesso spettacolari |
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Come alimentare il desiderio di alcuni cittadini e cittadine di mettersi a disposizione per favorire attività culturali e sociali negli orari extrascolastici? Quali errori evitare nella fase iniziale di una nascente associazione? Comitato o associazione? Quale relazione con le istituzioni? Mutuo aiuto a Roma
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