Compagni progressisti, il nome ‘compagni’ non so chi ve l’ha dato, ma in fondo vi sta bene, tanto ormai è squalificato.
Compagni progressisti, ricordo ancora le manifestazioni per i porti aperti, ricordo quando indossavate le “Orange vest” e quando protestavate contro Salvini al grido di “Restiamo umani”. Mi piaceva la vostra opposizione a politiche migratorie de-umanizzanti, mi piaceva il vostro interesse per il rispetto dei diritti umani.
Tuttavia, mi piaceva meno il fatto che il vostro interesse finiva una volta raggiunta la banchina di un porto italiano, mi piaceva di meno il fatto che non avevate alcun dress code per protestare contro il caporalato, lo sfruttamento di manodopera a basso costo e l’arruolamento spesso forzoso (per assenza di alternative legali) di quegli esseri umani nella fila della criminalità organizzata.
Però, in cuor mio, continuavo a coltivare la speranza che voi, compagni progressisti, sareste stati quelli che si sarebbero eretti a baluardo dei diritti fondamentali e del rispetto della dignità umana, allorché la Storia ci avesse posto al bivio della barbarie.
Ora, di fronte alla sospensione dei diritti fondamentali per chi ha scelto, in assenza di obbligo, di non ottemperare al comportamento desiderato dal potere politico, ero convinto che sareste “rimasti umani”. Ero convinto che sarebbe stato qualcuno di voi a far notare non ogni mezzo è legittimo per raggiungere il fine e a dire “Giusto vaccinarsi… ma ora basta! A tutto c’è un limite e, nella nostra Repubblica, è la pari dignità sociale”. Ho creduto che avreste saputo distinguere la posizione sui vaccini, da quella sul (super/mega) Green Pass e che avreste protestato affinchè, soprattutto in assenza di un obbligo vaccinale posto per legge, non si creasse alcuna cittadinanza di serie B per chi non era ancora convinto alla vaccinazione, tanto più dopo aver constatato che anche i vaccinati possono trasmettere il virus. Confidavo nel fatto che avreste avuto a cuore i principi dello Stato di Diritto e del costituzionalismo e che avreste compreso che tenere saldi tali presidi di civiltà è ancora più importante in tempesta che in bonaccia.
Credevo, persino, che qualcuno di voi, compagni progressisti, avrebbe osato sfidare le multinazionali del farmaco (che stanno realizzando profitti da capogiro grazie a trattamenti sanitari che abbiamo pagato due volte e a caro prezzo: la prima in fase di ricerca e sviluppo, la seconda per l’acquisto), rivendicando la necessità ineludibile di una ricerca e di un industria del farmaco pubblica. Speravo anzi che qualcuno di voi avrebbe fatto notare l’antiscientificità insita non solo nell’esclusione dalla campagna vaccinale di sieri validati ma sviluppati in blocchi geopolitici diversi dal nostro (quale il Soberana, prodotto a Cuba, il Sinovac e Sinopharm, prodotti in Cina, e lo Sputnik, prodotto in Russia), ma anche nel mancato riconoscimento di questi vaccini ai fini del GreenPass.
Pensavo che qualcuno avrebbe anche alzato la voce per dire che una campagna vaccinale civile (in uno stato costituzional-democratico, giusto ricordarlo) deve porsi l’obiettivo di convincere con la forza delle argomentazioni e di dati trasparenti, non quello di seminare odio e ricattare con la violenza della sospensione di diritti costituzionali.
Immaginavo che, almeno voi, avreste avuto la forza e la lucidità di guardare ad una persona non vaccinata come ad un fratello/sorella, ad un concittadino/a, degno/a di pari considerazione e diritti, anche qualora abbia delle idee considerate sbagliate o addirittura “antiscientifiche”. Ero sicuro vi sareste ricordati del pluralismo, di “Liberté, Égalité, Fraternité”.
Compagni progressisti, ho creduto che avreste rifiutato con sdegno la retorica dell’uomo forte e solo al comando, che avreste respinto la torsione autoritaria che sta maturando in seno al finanzcapitalismo, che vi sareste opposti alla proroga permanente dello stato d’emergenza e che avreste preteso anche voi il ritorno della piena agibilità costituzional-democratica.
Poi, però, vi ho visto abbarbicati a difesa del governo di un cinico banchiere, “vile affarista” (cit.) e affamatore di Popoli (per maggiori informazioni, citofonare Grecia).
Vi ho visto sostenere, senza scrupolo alcuno e probabilmente per mero conformismo, discriminazione, sospensione dei diritti fondamentali (tra cui quello al lavoro) e campagne d’odio contro i non vaccinati.
Vi ho visto, per oltre un anno, sciolti in amorosi sensi con quel Salvini che definivate “fascista”, in un governo a trazione nordista e confindustriale. Ma come si definisce, ora, secondo i vostri schemi, chi governa con i “fascisti”?
Questa vista mi rimanda all’idea che il vostro era tutto un teatrino: uno spettacolo in cui avete interpretato la parte dei buoni grazie ad un copione che costa poco (“salviamo vite in mare”). Così, mentre capitalizzavate consenso su un umanitarismo spicciolo a bassissima intensità politica, i governi e le istituzioni tecnocratiche che sostenevate e sostenete (anche indirettamente, perché non contrastare o rimanere silenti, in fondo, questo significa) rovinavano le vite dei lavoratori “a terra”, tanto italiani quanto stranieri, in modo da favorire le rendite (da capitale) dei soci vitalizi del potere. Un copione talmente inoffensivo rispetto alle oligarchie economico-finanziarie, da cui si supponeva avreste dovuto difendere le ragioni degli ultimi, che queste hanno cominciato a sostenere e finanziare i vostri leader e a scritturare i vostri teatranti.
Sul vostro conto mi sbagliavo: “Stay human” per voi è stato solo un motto utile ad ostentare una supposta superiorità morale che in ultima istanza si è rivelata un sonnifero della ragione, un moralismo senza morale.
Proprio oggi [l’articolo è stato scritto l’11 gennaio 2022 N.d.R.], a 23 anni esatti dalla scomparsa del maestro Faber, è proprio il caso di dirlo: compagni progressisti, “per quanto voi vi crediate assolti, Siete per sempre coinvolti”.
Pietro Salemi
11 gennaio 2022