Comunicato CC 1/2022 – 20 gennaio 2022. Alla memoria di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, assassinati il 15 gennaio 1919 a Berlino
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Il saluto del Comitato Centrale del (n)PCI all’Assemblea di sabato 22 gennaio a Roma
A ogni compagno animato dalla volontà senza riserve di costruire un partito comunista all’altezza del compito di instaurare il socialismo in Italia!
Compagni,
noi condividiamo pienamente la vostra aspirazione a creare in Italia un forte partito comunista, erede di quanto di meglio ha fatto il partito di Antonio Gramsci, sezione italiana della prima Internazionale Comunista. La situazione nazionale e internazionale è favorevole alla realizzazione della nostra comune aspirazione.
Le masse popolari del nostro paese hanno bisogno di un forte partito comunista. Crescono tra le masse popolari italiane, come in quelle degli altri paesi imperialisti e in particolare negli USA, in Germania, in Francia, in Gran Bretagna e in Spagna, il malcontento, l’insofferenza, la ribellione a fronte del corso delle cose che la borghesia imperialista, in particolare la autoproclamata Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti ed europei impone al mondo. La gestione criminale della pandemia da Covid-19, il bla bla bla di fronte alla crisi ecologica e al riscaldamento climatico, la devastazione dell’ambiente naturale e delle risorse della Terra, le crescenti “missioni militari” della NATO e dell’UE e le minacce di guerra contro la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese, si aggiungono all’eliminazione delle conquiste di civiltà e benessere che nel secolo scorso le masse popolari dei paesi imperialisti avevano strappato alla borghesia e al suo clero, che questi avevano concesso per far fronte allo slancio rivoluzionario delle masse popolari. Lo smantellamento dell’apparato produttivo colpisce duramente la classe operaia del nostro paese. La resistenza delle masse popolari si sviluppa anche dove noi comunisti non siamo ancora in grado di assumere la direzione.
La lotta condotta dal 9 luglio 2021 dal Collettivo di Fabbrica della GKN di Campi Bisenzio (Firenze) indica chiaramente la strada che noi comunisti dobbiamo imboccare per unirci alle masse popolari. Che questa è la strada lo confermano le migliaia di organismi che sorgono dovunque per contrastare il corso catastrofico della cose, la putrefazione del sistema sociale, l’abbrutimento degli individui e in particolare delle nuove generazioni.
Dobbiamo promuovere in ogni località e in ogni ambito, a partire dalle aziende private e pubbliche, la nascita e il rafforzamento di organismi operai e popolari che si pongono alla testa della resistenza delle masse, si coordinano tra loro a costituire una rete di nuove autorità pubbliche e mirano a dare al paese un governo deciso a porre fine al corso delle cose imposto ora dal governo del Commissario UE, Mario Draghi, che i vertici della Repubblica Pontificia hanno posto a capo del loro governo. Proprio la lotta condotta dal CdF della GKN mostra che la creazione di un governo popolare d’emergenza è indispensabile. Nessuna azienda si salva da sola. Il corso catastrofico delle cose non deriva da linee sbagliate dei governi borghesi né dalla mancanza di soldi: oramai il denaro non è più “merce universale”, è solo titolo a comandare lavoro altrui, un titolo garantito dalle autorità politiche. Le banche centrali e il connesso sistema bancario ne creano quanto ritengono conveniente, ma le loro decisioni cambiano solo i dettagli del corso delle cose. Il corso catastrofico delle cose imposto dalla borghesia risulta dalla combinazione dei piani e delle iniziative che per ogni capitalista sono il meglio che è in grado di fare per valorizzare il suo capitale. Per essere alla testa della resistenza delle masse popolari noi comunisti dobbiamo indicare chiaramente l’obiettivo realistico che unisce le loro mille lotte: un governo d’emergenza formato da esponenti che godono della fiducia degli organismi operai e popolari, sono decisi a dare forza di legge e ad attuare le loro aspirazioni e resistono senza riserve ai tentativi dei gruppi imperialisti di riprendere in mano il governo del paese. Il primo paese imperialista che romperà le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti mostrerà la strada anche agli altri. L’Italia può essere questo paese.
Non sono le masse popolari che non combattono: siamo noi comunisti che
dobbiamo imparare e svolgere meglio il ruolo che è solo nostro!
Dobbiamo non solo correggere gli errori ma soprattutto superare i limiti che hanno impedito ai comunisti del secolo scorso di portare a compimento la rivoluzione socialista nei paesi imperialisti, anche se molti di loro hanno eroicamente sacrificato la vita per essa e giustamente noi celebriamo la loro memoria. È a causa dei limiti che i comunisti non hanno superato nella comprensione delle condizioni, della forma e dei risultati della lotta di classe che si è esaurita la prima ondata 1917-1976 della rivoluzione proletaria sollevata nel mondo intero dalla vittoria della Rivoluzione d’Ottobre, dalla costruzione del socialismo nell’Unione Sovietica diretta dal partito comunista di Lenin e di Stalin e dalla sua vittoria contro l’aggressione lanciata dai nazifascisti di Hitler e Mussolini ma preparata da tutte le potenze imperialiste. Il movimento comunista cosciente e organizzato dei paesi imperialisti aveva impedito la confluenza di esse nella guerra contro l’URSS nonostante i limiti già emersi nella Guerra di Spagna e nei governi di Fronte Popolare, ma dopo aver partecipato eroicamente alla Resistenza contro il nazifascismo in particolare in Grecia, in Italia e in Francia, ha abbandonato il compito di instaurare il socialismo, ha deviato ed è diventato un movimento politico e sindacale principalmente rivendicativo, si è accontentato di essere alla testa dei sindacati (economicismo) e il portavoce delle aspirazioni popolari nelle istituzioni politiche della borghesia (elettoralismo). Le masse popolari deluse dai limiti dei partiti comunisti, benché recalcitranti sono ritornate al seguito della borghesia imperialista e si è sviluppata la seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale. Il revisionismo moderno ha prevalso nel PCUS di Kruscev e di Breznev, l’Unione Sovietica ha rinunciato al suo ruolo di base rossa mondiale della rivoluzione proletaria e passo dopo passo è arrivata alla dissoluzione del 1991. Molti dei paesi socialisti creati nel corso della prima ondata si sono reintegrati del campo imperialista. Ma il mondo non è ritornato né poteva ritornare quello di prima. La putrefazione del sistema imperialista si è aggravata, alcuni dei primi paesi socialisti hanno resistito e ancora resistono: Cuba, il Vietnam, il Laos, la Repubblica Popolare Democratica di Corea e in particolare la Repubblica Popolare Cinese che è diventata una potenza mondiale guidata dal PCC, il partito di Mao Zedong: Tienanmen (1989) ha confermato al popolo cinese che solo col socialismo poteva rinascere. Non a caso contro di essa ora si accanisce la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti ed europei. La lotta di classe riemerge in tutti i paesi neocoloniali: dall’America Latina, all’Africa, all’Asia meridionale; riemerge anche nella Federazione Russa e negli altri paesi dell’ex Unione Sovietica.
Unirsi senza riserve alla resistenza delle masse popolari, assimilare la concezione comunista del mondo, usarla nel fare il bilancio della prima ondata e l’analisi del corso delle cose e applicarne le lezioni traducendole nella linea per fare avanzare la rivoluzione socialista!
Questa è la via per costruire un forte partito comunista!
Avanti quindi compagni! La borghesia imperialista è debole e lo sarà sempre di più. Gli avvenimenti in corso negli USA lo mostrano. Anche la Repubblica Pontificia è marcia e con le sue prediche papa Bergoglio non è in grado di porci rimedio. Sta a noi comunisti imparare a convogliare tutti i variegati rivoli delle lotte delle masse popolari nel fiume della rivoluzione fino a instaurare il socialismo. La costituzione del governo popolare d’emergenza è una tappa della rivoluzione socialista in corso. Per trasformare il mondo e porre fine al catastrofico corso delle cose, ognuno di noi deve avere il coraggio di avanzare nella rivoluzione socialista in corso: bisogna fare una scelta di vita, bisogna avere il coraggio di vincere!