Il 4 aprile 1949 veniva firmato a Washington il Trattato del Nord Atlantico con il quale si
istituiva la NATO, in funzione antisovietica. Tale organizzazione, istituita con dichiarate
finalità difensive dei paesi membri, si è dimostrata nei decenni successivi uno strumento di
attacco, di guerra, di espansione e predominio militare ed economico dell’Occidente, in
particolare degli Stati Uniti sul resto del mondo. Nel 1991, dopo la prima guerra del Golfo il
Consiglio Atlantico approva il Nuovo Concetto Strategico, ufficializzato in seguito nel
vertice a Washington nel 1999. Questo nuovo Concetto Strategico impegna i paesi membri a
condurre operazioni militari in “risposta alle crisi non previste dall’articolo 5, al di fuori del
territorio dell’Alleanza”, per ragioni di sicurezza globale, economica, energetica, e
migratoria. La Nato viene così trasformata ufficialmente in un’alleanza che prevede
l’aggressione militare e non più soltanto di assistere, anche militarmente, il paese membro
che sia attaccato nell’area dell’Alleanza Atlantica.
L’appartenenza dell’Italia alla NATO ha rappresentato una delle maggiori cause del mancato
sviluppo della democrazia durante gli anni della Prima Repubblica ed i paesi membri, in
particolare gli Stati Uniti, si sono rivelati i principali responsabili delle più grandi stragi degli
anni di piombo, nonché della strategia della tensione stessa, impedendo di fatto una reale
autodeterminazione del popolo italiano nel dopoguerra e lo svolgimento della vita politica in
maniera indipendente, libera e sovrana.
Per quanto riguarda la situazione internazionale, la permanenza dell’Italia all’interno
dell’Alleanza Atlantica ha comportato per essa la complicità alle più efferate guerre contro
molteplici popoli e Paesi, dalla guerra in Jugoslavia alla Libia, da quella in Iraq
all’Afghanistan, dalle azioni di destabilizzazione in Ucraina a quelle in Siria e in Iran. Le
alleanze dell’Italia hanno fatto si che si macchiasse della responsabilità di genocidi come
quello degli yemeniti e dei palestinesi, mettendo a disposizione i propri porti per la vendita e
il traffico di armi verso Arabia Saudita ed Israele nonché di genocidi “indiretti”, conseguenza
di sanzioni economiche che l’Italia puntualmente si trova a votare in risposta ai diktat degli
Stati Uniti e delle potenze del blocco euro-atlantico, come il Bloqueo contro Cuba.
Sul nostro territorio sono presenti oggi sono oltre cento basi NATO e diverse basi militari
statunitensi tra le quali Camp Darby, la più grande base americana di terraferma fuori del
territorio americano.
Negli ultimi anni la NATO ha esteso i suoi confini e preme verso la Russia. Nel frattempo
l’imperialismo statunitense, seppur vede una crisi, non è in ritirata, anzi, lo abbiamo visto
organizzarsi con Inghilterra e Australia nel patto AUKUS in funzione anticinese nel Pacifico.
Proprio in ragione delle ultime tensioni al confine tra Russia e Ucraina e in generale
dell’innalzarsi del livello di tensione internazionale, è necessario riflettere sul ruolo dell’Italia
in una eventuale prossima guerra, sul suo rapporto di asservimento agli Stati Uniti e sulla sua
configurazione di ponte per la guerra tra Occidente e Ooriente e tra l’Europa continentale ed
il Mediterraneo.
L’articolo 11 della nostra Costituzione recita: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di
offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità
necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e
favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”
Chiediamo che venga rispettato questo articolo, che l’Italia receda da tutti quei trattati e
alleanze che promuovono e fomentano guerre e instabilità nel mondo, che mettono a rischio
l’intera umanità e che impediscono la piena autodeterminazione e sovranità politica,
economica e militare del nostro Paese.
Chiediamo che l’Italia si impegni per promuovere la libertà, la pace e la collaborazione tra i
popoli e la difesa della loro autodeterminazione in un mondo multipolare.
“Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza Guerra Mondiale, ma la
quarta sarà combattuta coi bastoni e con le pietre.” A. Einstein
fuoridallaguerrafuoridallanato@protonmail.com
Studenti firmatari
Veronica Duranti (Università degli Studi di Siena)
Filippo Dellepiane (Università degli Studi di Firenze)
Eros Rossi ( Università degli Studi di Camerino)
Filippo Adussi (Università Statale di Milano)
Claudia Matarazzo (Università degli Studi di Napoli)
Fabio Collari (AFAM di Sassari)
Leonardo Sinigaglia (Università degli Studi di Genova)
Andrea Gallazzi (Liceo Daniele Crespi di Busto Arsizio)
Emanuele Quarta (Università degli Studi di Palermo)
Martina Trione (Università degli Studi di Napoli)
Valerio Casali (Università degli Studi di Roma "La Sapienza")
Beatrice Testa (Università Bicocca di Milano)
Massimo Toccoli (Università degli Studi di Padova)
Marco Zuccaro (Università del Salento)
Nil Malyguine (Università degli Studi di Padova)
Altri firmatari
Stefano Zecchinelli, pubblicista (l’interferenza)
Noemi Collari
Pacifico Saber
Michele Padovan, referente M48 Toscana
Francesco Maggiurana, attivista politico
Organizzazioni firmatarie
Donne e uomini contro la guerra
https://www.studenticontroilgreenpass.it/2022/01/28/un-appello-contro-la-guerra2/