Alcuni giorni fa la redazione di ComeDonChisciotte.org ha ricevuto un documento dal titolo “Per un’opposizione di classe alla gestione autoritaria della pandemia“, prodotto alla fine del mese di Dicembre dall’Assemblea Militante, una rete di collegamento nazionale promossa da lavoratori e compagni di diverse esperienze politiche (tutte riconducibili alla sinistra classista e rivoluzionaria) che nel corso di questi mesi sono stati attivi nelle mobilitazioni contro la gestione autoritaria della pandemia.
Tale documento – attraverso un’analisi lucida e di elevato spessore – inizialmente ripercorre le incongruenze della gestione pandemica accompagnate da una campagna d’informazione terroristica, denunciando che «il protocollo imposto dalle istituzioni, insieme alla paura e al terrore seminato nella prima fase della pandemia, hanno provocato una crescita esponenziale dei ricoveri, portando al collasso le strutture ospedaliere già in grave affanno per i tagli subiti dalla sanità pubblica negli scorsi anni». Per i firmatari del documento infatti, tali scelte, spacciate per sanitarie ma in realtà politiche, sono state «intenzionali e assolutamente dolose: ammettere l’esistenza di terapie efficaci non avrebbe permesso, successivamente, la somministrazione di un vaccino sperimentale che la normativa internazionale, recepita dalla gran parte degli Stati, consente se (e solo se) non vi siano altre cure disponibili»; arrivando perfino ad ammettere che ciò possa essere configurato come «una vera e propria strage di Stato di cui forse nessuno renderà mai conto, realizzata proprio in nome della difesa della salute pubblica».
La risposta al perchè tutto ciò sia avvenuto è riportata successivamente, continuando nella lettura del documento. Nel secondo paragrafo “Una svolta autoritaria in nome della tutela della salute dei cittadini” si legge: «Se nella prima fase di diffusione dell’epidemia il comportamento delle istituzioni poteva essere attribuito anche a panico, inesperienza ed incompetenza, con il passare dei mesi è diventato sempre più evidente che era in atto un disegno politico perseguito con determinazione […] In realtà lo scopo era creare le condizioni per un’ulteriore militarizzazione della società attraverso la presenza di polizie ed esercito nella normale vita quotidiana, per imporre all’intera popolazione misure restrittive dell’agibilità politica, sindacale e di socialità che mai si sarebbero sognati di poter attuare in condizioni normali e senza diffondere artatamente angosce e paure collettive […] Si tratta di un grandioso esperimento di disciplinamento e controllo sociale, per imporre una torsione autoritaria delle istituzioni e del potere politico. Una tendenza già in atto da diversi anni, ma che con la gestione pandemica ha subito un’accelerazione eccezionale ed inaudita». Su queste affermazioni non possiamo che concordare pienamente!
Proseguendo nel documento troviamo anche un approfondimento sia sul tema della campagna vaccinale presentata dal governo «come unica soluzione salvifica» nonostante la mancanza di adeguata sperimentazione dei nuovi prodotti immessi sul mercato, sia ovviamente sul Green Pass definito «misura principe di questo esperimento di disciplinamento e di controllo sociale». Ciò che però a noi maggiormente interessa di questo testo, ciò che davvero ancora non si era visto nel panorama nazionale della lotta alla gestione autoritaria della pandemia, è la ferma presa di posizione dei lavoratori e compagni dell’Assemblea Militante rispetto alle scelte fatte dalla maggior parte di coloro che rivendicano di appartenere alla sinistra antagonista. Secondo loro infatti, uno dei principali motivi del perchè la nuova Resistenza non è ancora riuscita a mettere a segno qualche colpo vincente è attribuibile all’assenza in piazza di molti di coloro che da sempre si erano schierati contro il potere.
In risposta alle trasformazioni nel rapporto tra lo Stato e le persone, nonchè orizzontalmente tra le persone stesse, ci sia aspettava una ferma opposizione da parte delle aree politiche della sinistra italiana, in particolar modo quella extraparlamentare. Ciò che è successo invece, e che si è ampiamente rivelato oggi è che, dopo decenni di egemonia culturale in risposta al periodo fascista, a partire dagli anni ’90 abbiamo assistito a una lenta (neanche troppo) e costante trasformazione dei valori che la caratterizzavano molte delle frange della sinistra, le quali si sono sempre di più appiattite sulle posizioni liberiste e neoliberiste su cui si fonda il funzionamento del sistema capitalista globalista. Tale deriva ideologica ha fatto sì che: all’interno del parlamento abbiamo tutti i partiti di sinistra a sostenere il governo del dragone, mentre fuori dal parlamento, nel mondo del movimentismo, la stragrande maggioranza delle realtà è succube della narrazione pandemica, vuoi per paura vuoi perchè così conviene.
Come giustamente sottolineato nel documento, si è dovuto registrare in questa vicenda della pandemia «il completo naufragio della stragrande maggioranza delle tendenze politiche e sindacali della sinistra che si autodefinisce di classe ed antagonista». Tale naufragio, se inizialmente poteva essere spiegato con il fatto che i primi movimenti di piazza vedevano protagonisti i settori colpiti dal lockdown come i commercianti e i ristoratori, che avevano trovato come interlocutori soprattutto i partiti di destra come Lega e Fratelli d’Italia – i quali in una fase in cui non erano al governo dovevano strumentalmente cavalcare il dissenso – successivamente non ha trovato più alcuna giustificazione. Qui appare evidente la ferma posizione dell’Assemblea Militante: «Avendo accettato ed introiettato in precedenza tutta la narrativa istituzionale su Covid e vaccini, tutta questa (presunta) sinistra si è trovata spiazzata di fronte alle mobilitazioni contro l’obbligo vaccinale ed il rifiuto del green pass. Invece di ripensare alle stupidaggini che si era bevuta […] si è scatenata una vera e propria campagna di ostilità e denigrazione contro le piazze, senza mai avere nemmeno la curiosità di andare a verificare di persona che cosa stesse realmente avvenendo. Si è dato vita ad un festival di motivazioni ed argomentazioni che avrebbero dovuto legittimare la propria assenza dalle mobilitazioni in corso. Prima c’è stato l’alibi che le mobilitazioni fossero gestite dai fascisti, poi quello secondo cui in piazza scendeva la piccola borghesia che inneggiava alla libertà, sottintendendo che si invocava la libertà di poter sfruttare e di poter fare egoisticamente ed individualisticamente i propri comodi in contrasto con gli interessi collettivi e di classe che, evidentemente, si presumeva fossero invece rappresentati dai provvedimenti presi dallo Stato borghese. Il tutto si alternava alle accuse verso i partecipanti alle manifestazioni di essere “complottisti” e “No vax”, non solo ripetendo pappagallescamente gli epiteti branditi dalla stampa borghese, ma usandoli come il massimo di dispregio possibile e con una virulenza degna di ben altra causa. Che si trattasse della stessa narrativa proposta dal governo e dai mass media borghesi non creava nessun imbarazzo a questi tristi figuri, al massimo si riteneva di potersene distinguere mettendo in evidenza le responsabilità dei governi che si sono succeduti nello smantellare la sanità pubblica nel corso degli anni precedenti […] Senza provare vergogna nel trovarsi in compagnia dei rappresentanti del grande capitale e dei sindacati istituzionali, molti sinistrorsi si sono espressi esplicitamente per l’obbligo vaccinale, mentre i più cauti continuavano a ribadire la loro fede nel vaccino salvifico e parlavano di convincere con le buone i proletari della necessità e dell’utilità di farsi inoculare dei farmaci biotecnologici. Stesso atteggiamento si è avuto di fronte all’obbligo del green pass e la costrizione per chi non era vaccinato a doversi sottoporre ad un trattamento sanitario obbligatorio ogni due giorni, con tamponi che certificassero la propria non contagiosità persino per poter andare a lavorare».
Ciò che abbiamo notato leggendo il testo pervenuto alla Redazione è stata la chiara volontà dell’Assemblea Militante, nata in contrapposizione alle posizioni prese dalle organizzazioni di sinistra parlamentare ed extraparlamentare, di mettere per iscritto il proprio disaccordo circa le scelte prese da molti di coloro che per tutta la vita si sono definiti “compagni”. Oltre a questo però, ciò che rende questo documento importante e lodevole non solo per l’analisi svolta ma anche per il futuro della lotta, è l’invito fatto al mondo della sinistra “antagonista” di ravvedersi dalle scelte fatte fin ora e meritarsi di nuovo quell’epiteto sfoggiato in passato con orgoglio.
La parte più importante del testo è infatti il paragrafo intitolato “Rafforziamo una presenza classista nella lotta contro la gestione autoritaria della pandemia”, in cui va elogiato lo sforzo che i membri dell’Assemblea Militante hanno fatto per spronare al dissenso e alla lotta il maggior numero di lavoratori e lavoratrici, uomini e donne, giovani e adulti, che da mesi dovrebbero far parte delle piazze italiane e invece mancano all’appello: «Fortunatamente, organizzazioni ufficiali a parte, non tutti gli attivisti hanno avuto questo rigurgito di adesione ed immedesimazione nella politica statale e con la sua propaganda. Molti compagni, spinti sia dalla rabbia contro quello che stava accadendo, sia per curiosità, nelle piazze ci sono andati ed hanno potuto verificare quanto fosse falsa la narrazione dominante […] ed è scattata la molla di voler essere presenti in quelle piazze ed in quel movimento non come osservatori passivi, ma come protagonisti, portando il proprio contributo di esperienza e di militanza per far emergere un punto di vista classista in tema di denuncia e di opposizione alla gestione della pandemia. In tal modo sono nati comitati e gruppi di intervento […] si sono così costituite assemblee di lavoratori contro il green pass e l’obbligo vaccinale che, in alcune città, sono diventati punti di riferimento delle manifestazioni e oggi costituiscono ambiti di organizzazione di proletari che restano attivi al di là degli alti e bassi delle specifiche mobilitazioni […] Invitiamo pertanto tutti gli attivisti, sia collocati in gruppi sindacali o organismi territoriali, sia i singoli compagni, che condividono le valutazioni espresse in questo testo, a collegarsi alla nostra rete, non per dare vita all’ennesimo gruppo politico e sindacale in cerca di un proprio spazio politico o rinunciando alle attuali collocazioni, ma per avere uno spazio di condivisione e di azione che ci consenta di relazionarci meglio alle reazioni presenti e future contro il complessivo attacco capitalistico».
In quanto osservatori della realtà che ci circonda e del momento storico che stiamo vivendo, riteniamo fondamentale che tutte le realtà che condividono lo stesso sentimento di ribrezzo nei confronti di questo nuovo totalitarismo si uniscano. La sinistra porta sulle sue spalle un peso non indifferente, e la mancanza di tali rivendicazioni nelle piazze odierne rappresenta una sconfitta non solo dal punto di vista culturale per il popolo italiano, ma anche un’ammissione di impreparazione strategica ad affrontare i cambiamenti che stanno cercando di imporci con la forza.
Sottolineiamo che lo sforzo fatto dall’Assemblea Militante non è poco. Sappiamo quanto è stato difficile strutturare in questi 2 anni realtà di lotta e opposizione; ma per esperienza diretta possiamo anche testimoniare come in varie parti di Italia sono nati gruppi di Resistenza che hanno unito trasversalmente persone di esperienza politica diversa sotto nuove rivendicazioni che si possono sintetizzare, per semplificare, in “No Green Pass” “No Obbligo Vaccinale” “No Stato d’Emergenza Perenne”. A tutti questi “No” però, è ora arrivato il momento di far seguire un momento propositivo, affinchè si possano a partire già da ora strutturare le fondamenta della società che tutti insieme vogliamo veder nascere domani. Non comprendiamo perciò per quale motivo, nonostante un’analisi così lucida e dallo spirito anche aggregativo, i produttori del documento possano essere caduti nella trappola del mainstream, riproponendo in un punto del testo una terminologia che appartiene al nemico. Nel definire infatti come atteggiamenti complottisti, che nelle forme più estreme sfociano nel satanismo (fine pag. 6 – inizio pag. 7) gli sforzi di ricerca di verità che migliaia, se non milioni di persone in Italia stanno portando avanti, non senza errori in alcuni casi, i membri dell’Assemblea Militante hanno riproposto una divisione nella popolazione che invece va assolutamente eliminata, affichè tutte le persone libere possano contribuire alla rinascita del nostro paese.
Al di là di ciò, ci auguriamo che tale documento riesca a smuovere più coscienze possibili, consci del fatto che c’è bisogno del supporto di tutti per poter opporsi a questo nuovo totalitarismo.
Per approfondire circa la nascita dell’Assemblea Militante vi invitiamo a leggere questa intervista uscita sull’Antidiplomatico a uno dei suoi membri.
Qui il PDF del documento Per un’opposizione di classe alla gestione autoritaria della pandemia.
Massimo A. Cascone
Dov’è finita la Sinistra Antagonista? – Come Don Chisciotte