Caro Mauro, ma la discriminante categorica non era l’opposizione al certificato green?
Mi riferisco a quanto altri già hanno commentato in merito al comunicato indirizzato a vari suoi interlocutori (me incluso) circa il prossimo convegno di Mauro Scardovelli in un albergo, per la quale ora ha reso noto che chi vuole partecipare deve presentare il passaporto di Draghi-Speranza.
L’invito e la condizione per la quale si viene ammessi al convegno seguono di poche settimane un altro stupefacente comunicato di Scardovelli, nel quale annunciava il suo proposito di presentarsi come candidato presidente della Repubblica Italiana e invitava i cittadini a votarlo.
Alla mia risposta, nella quale mi complimentavo con lo psicoterapeuta, molto presente sulle piattaforme che osteggiano l’attuale politica del governo e i suoi riflessi globali, specialmente in merito alle procedure sanitarie, per la brillante boutade, che mi era sembrata una spiritosa provocazione, Scardovelli specificava che si trattava di una proposta simbolica. Cosa che non risultava del tutto chiara dai suoi successivi interventi nei quali la proposta veniva presentata in termini dettagliati e del tutto realistici.
Lo sconcerto che tutto questo suscitava nei numerosi conoscitori della persona e del suo operato, non può che essersi accentuato, alla notizia della richiesta del “Permesso di vivere”, negli aderenti al fronte politico-culturale che Scardovelli frequenta. Dato che si tratta di uno schieramento che, con parole, iniziative, manifestazioni, studi e campagne d’informazione, si batte contro l’incredibile, antiscientifico, obbligo surrettizio del trattamento sanitario in atto, da molti scienziati e medici messo pesantemente in discussione, l’uscita di Scardovelli è apparsa a molti improvvida e di netto abbandono delle precedenti posizioni assunte da lui e, collettivamente, da milioni di italiani.
Senza necessariamente mettere in dubbio buona fede e buone intenzioni di questo attivissimo “compagno di strada”, molti non riusciranno a spiegarsi questa, del tutto estemporanea iniziativa. Ma non credo che fosse anche del tutto imprevedibile. Una lunga esperienza di crisi acute che hanno inciso sulla vita delle società, insieme alle testimonianze fornite dalla Storia in situazioni analoghe a quella che stiamo vivendo e subendo, dovrebbero fornire una chiave di lettura.
Quando una società versa in situazioni difficili, impreviste, che turbino profondamente il rapporto delle persone tra di loro e con la realtà e con chi la gestisce, è ricorrente che appaiano sulla scena personaggi dotati di carisma e capacità persuasive che si presentino come guide spirituali e morali per un possibile superamento della crisi. Perlopiù si tratta di “maestri” che indicano una via d’uscita diversa, o complementare, dalla crisi. Alternativa che attenui, o diversifichi il naturale istinto a battersi con corpo e mente contro chi questa crisi governa e la utilizza a proprio non dichiarato vantaggio. Per Scardovelli e i suoi seguaci questa alternativa, o integrazione, consiste nella ricerca in se stessi di un’elevazione-illuminazione del proprio io, vagamente ispirata a teorie teosofiche e filosofie orientali..
E’ comprensibile che questa proposta sia gratificante. Induce a concentrare la volontà di liberazione su se stessi e a ritenere che la soluzione stia nella penetrazione nel proprio profondo, finalizzata a una più elevata conoscenza e coscienza. Conquista individuale che superi i condizionamenti e lo stato di subalternità che viene dal “maestro” affermato e dal soggetto sofferto. Vi si può anche rilevare uno spostamento da una realtà percepita come ingiusta e insopportabile a un’ attenzione su se stessi, vagamente solipsista, ma gratificante e consolatoria su se stessi, come soggetto dalla cui elevazione spirituale e un po’ misterica tutto dipenda.
Il consenso alle teorie e alla persona “maestro” che tale suggestione induce, anche perché accoppiata alle giuste denunce di almeno parte della ingiurie e del disagio sofferti, possono anche contribuire a un falso senso di sicurezza e a una sovraconsiderazione di sé da parte del “maestro” stesso. Nel contempo i suoi interlocutori o “seguaci” possono smarrire la consapevolezza dei veri termini della crisi e rischiare di farsi distrarre dalle priorità di una lotta individuale e collettiva. Non dico che questo sia avvenuto nel caso di cui ci occupiamo, ma molti precedenti di “maestri spirituali” lo farebbero sospettare.
Vi ci fa pensare la proposta della propria incongrua e velleitaria candidatura a Capo dello Stato, con relative paraphernalia estremamente concrete, è l’imposizione di una condizione di ammissione – il superpass – in netto contrasto con quanti fin qui sostenuto. Il pericoloso corollario si questa inversione a U rischiano di essere smarrimento, contagio e imitazione, a dispetto di quanto milioni di persone hanno pagato per il loro coraggioso impegno, in termini di diffamazione, vessazione, esclusione e punizione.
Mi auguro che Mauro Scardovelli rientri da questo che appare uno smisurato concetto della propria chiaroveggenza, e ritorni dalle alte sfere e dal mantra fuorviante e molto astratto dell’ ”amore universale per tutti”. L’alto senso morale fin qui manifestato e che ha suscitato un corrispondente impegno contro truffe e inganno da parte del regime, dovrebbe indurlo a tale rettifica. Anche perchè a questo punto e in questo mondo sul punto di rottura, la priorità esige, più che uno sguardo nel proprio insondabile profondo, uno sguardo lucido e realistico sui crimini di un nemico che si propone di annichilirci..
Fulvio Grimaldi
20/02/2022
MONDOCANE: L’INVERSIONE DI SCARDOVELLI (fulviogrimaldi.blogspot.com)