Vita e territorio per il popolo indigeno Manjui in Paraguay

Pulizia etnica silenziosa: ecco cosa sta succedendo al popolo Manjui nel Chaco paraguaiano. Le loro terre ancestrali sono state invase dal bestiame e dalle compagnie che producono carbone. Nel 1998, lo stato paraguaiano ha acquistato 38.406 ettari per questa comunità, ma non sono mai stati trasferiti a loro. Unitevi alla petizione.

Lo spazio vitale del popolo Manjui si trova nel Chaco secco, all’interno del territorio paraguaiano. Il Chaco è un’ecoregione transfrontaliera caratterizzata dalla foresta secca, la seconda più grande area di foresta pluviale in America Latina, solo la foresta amazzonica è più grande. Il Chaco è ricco di biodiversità ed è popolato da numerosi popoli indigeni. La parte paraguaiana del Chaco è stata colonizzata solo durante il XX secolo. Oggi, i gruppi privati dominanti che distruggono gli spazi di vita indigeni, stanno deforestando massicciamente il Chaco paraguaiano.

Il popolo Manjui del Paraguay annovera circa 900 persone che rischiano seriamente di scomparire come gruppo etnico, come cultura e come lingua. La situazione di abbandono e negligenza delle istituzioni statali nei confronti di questa popolazione indigena è totale. Tuttavia, fino al 2018 non avevano un solo millimetro quadrato di terra con un titolo di proprietà nel loro territorio ancestrale. La negligenza dello Stato è stata continua dall’epoca della guerra del Chaco (1932 – 1935 tra Paraguay e Bolivia) ad oggi.

Questo contesto storico sofferto dal popolo Manjui ha portato le comunità alla situazione estrema in cui si è trovano negli ultimi decenni: pressione demografica dovuta alla situazione territoriale, povertà estrema, sofferenza per l’alta mortalità infantile.

A questo si aggiungono aggressive politiche di “pianificazione familiare” da parte dello stesso Ministero della Salute, volte al controllo delle nascite – questo contesto etnico ha una chiara connotazione genocida, secondo l’ONG Tierra Libre. E questo è quasi l’unica traccia della presenza delle Stato nelle comunità Manjui. “Storicamente e strutturalmente, le politiche pubbliche nel Chaco paraguaiano hanno mirato alla scomparsa di questo popolo, con l’Istituto Indigeno Paraguaiano INDI, che è l’ente pubblico che ha l’obbligo di garantire il benessere della popolazione indigena, essendo uno dei principali attori nello sviluppo di tale politica genocida e di pulizia etnica silenziosa”, secondo Tierra Libre.

 

CA: presidente dell’Istituto Paraguayo del Indígena – INDI.

Presidente dell’Istituto Indigeno del Paraguay – INDI:

Noi sottoscritti esigiamo l’immediata cessione dei 38.406 ettari (delega 8525, registro 3186) acquistati dallo Stato paraguaiano, precisamente dall’Instituto Paraguayo del Indígena INDI, nel 1998 al solo scopo di essere consegnati alla Comunità Manjui Wonta – Santa Rosa, così come il risarcimento dei danni causati in seguito alla mancata consegna, da 23 anni a questa parte, a causa della devastazione di questa parte essenziale dello spazio vitale del popolo Manjui.

Siamo estremamente preoccupati per l’enorme dimensione degli impatti negativi e dei danni irreparabili causati dall’esclusione territoriale del popolo Manjui dal loro territorio ancestrale e dalla distruzione del loro spazio vitale e, di conseguenza, anche del loro sviluppo demografico, causati per più di due decenni dalla mancata consegna di queste terre, non solo alla popolazione della Comunità Wonta – Santa Rosa, ma a tutto il Popolo Manjui, una popolazione che rischia di scomparire come gruppo etnico, dato che una parte molto significativa di loro vive in questa comunità.

Siamo estremamente preoccupati per il fatto che questa situazione sia sorta a causa di gravi reati e crimini che sarebbero stati commessi da funzionari pubblici dentro e fuori l’istituzione responsabile, l’INDI. Questo ha esaurito non solo la pazienza dei membri di questo popolo indigeno, ma anche di tutta la società civile, dato che questi fatti erano già stati denunciati pubblicamente da un mezzo di comunicazione nel dicembre 2010. Parliamo di cioè di circa 12 anni dopo l’intitolazione delle suddette terre in nome dell’INDI. Tuttavia, l’istituzione responsabile ha continuato a commettere crimini e reati contro i diritti territoriali di questa popolazione indigena per 11 anni, anche dopo queste denunce.

L’istituzione da voi incaricata è la principale responsabile di questa gravissima situazione, avendo ostacolato per 23 anni, l’equivalente di quasi a un quarto di secolo, lo sviluppo delle pratiche culturali, economiche e di sussistenza di questa popolazione. Questa situazione ha causato in tutto questo tempo anche impatti indiretti sulla salute fisica e mentale della popolazione indigena, per cui esigiamo dall’istituzione da voi rappresentata, come organo di governo per il benessere del popolo indigeno, che prendiate misure precauzionali immediate, in modo integrale, per fermare i processi distruttivi che continuano a implementarsi in questo territorio indigeno ancestrale e che sembrano una modo per fare pulizia etnica, e per non prolungare ancora di più la sofferenza della popolazione della Comunità Wonta – Santa Rosa e del Popolo Manjui.

Vi preghiamo di informarci al più presto rispetto alle misure che intendete adottare per risolvere la situazione di cui sopra, e le date in cui queste misure saranno effettive.

Cordiali saluti,

 

Vita e territorio per il popolo indigeno Manjui in Paraguay – Salviamo la foresta

 

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