La posizione (dell’Italia e) dell’Europa non può essere semplicemente quella simboleggiata in questa foto. Non può essere cioè di facile allineamento agli Usa, bensì di assumere finalmente il ruolo che le compete nello scacchiere mondiale, che in questo momento dovrebbe essere quello di trattare, mediare, fra le fazioni in guerra. Non può essere quello di giocare a fare i “buoni” titolati a dare lezioni ai “cattivi” russi, visto che Usa e Ue si sono macchiati di guerre illegali e criminali (peggio ancora se avallate dall’Onu) in ex-Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia, Somalia e via bombardando.
Infatti l’attacco criminale di Putin all’Ucraina è un post scriptum degli imperialismi del XX secolo. Putin parla a nome di un popolo che non dimentica nulla, tantomeno la sua vocazione nazionalista ancora frustrata dal crollo dell’Urss e dalle irresponsabili provocazioni dell’Occidente che ha fatto di tutto per umiliarlo, violando l’impegno di non allargare la Nato a Est; Biden a nome di un popolo che non ricorda quasi nulla, salvo i tributi di sangue pagati a far guerre in giro per il mondo, perdendole drasticamente tutte dal 1945. Noi, cittadini della cosiddetta Europa, pagheremo il solito tributo di soldi per conto terzi, passando da uno stato d’emergenza (sanitario) a un altro (bellico), a tacere del sanguinoso tributo umano delle popolazioni ucraine, indipendentiste e russe, nonché dei profughi di entrambe le parti (che respingeremo come sempre).
L’Europa resterà il vaso di coccio fra due potenze che si rafforzano a scapito nostro, perché l’Europa politica e militare non è mai nata per non dispiacere al residuato bellico della Nato (a 31 anni dalla fine del Patto di Varsavia), con alleati indecenti come la Turchia (impegnata a sterminare i curdi nel silenzio degli atlantisti); vaso di coccio finché accetteremo che lo Zio Sam faccia casini in giro lasciandoci il conto da pagare, in termini di migranti (Libia e Afghanistan), terrorismo (Iraq), affari mancati (Cina) e bollette (Ucraina).
L’Italia in Europa continuerà a contare meno di niente se politica e giornalismo si accalcano a copiare da oltreoceano le invettive contro Putin e a dare la caccia a chi è di più o di meno amico di Putin, sol perché i loro interessi sono di misera bottega elettorale. Servirebbero, in Italia una forza politica e in Europa una nazione, che tengano una postura più terza e meno appiattita sugli Usa. Per ora non si intravvedono.
Non restano che i Movimenti pacifisti che, pur nel loro troppo variegato e purtroppo ininfluente arcipelago (meriterà aprire un franco dibattito al riguardo), ripartendo dalla tragedia Ucraina devono imporre in discussione un programma di Pace e Nonviolenza. Uscita dell’Italia dalla Nato. Smantellamento degli arsenali atomici e loro allontanamento dal Paese. Drastica riduzione delle spese militari.
Clicca qui la mappa aggiornata in tempo reale di tutte le manifestazioni organizzate in Italia il 26 febbraio per la pace in Ucraina.
Appello del movimento pacifista ucraino per una soluzione pacifica del conflitto.
Ritiro di tutte le truppe straniere dall’Ucraina, a cominciare da quelle russe entrate nel Donbass; accordo politico negoziato nel rispetto della sicurezza e dei diritti di tutte le popolazioni coinvolte; ritiro dei soldati russi dalla frontiera ucraina e rinuncia a fare entrare l’Ucraina nella Nato; riportare la gestione della crisi all’interno dell’ONU; cessare le forniture di armi alle parti in conflitto.
Spese militari: Draghi vuole spendere di più.
L’Italia (vedi la mappa) è molto attiva nel campo militare sia all’interno che all’estero con le sue 29 missioni in 20 paesi, compresi gli alpini in Ucraina. Attualmente la spesa annuale è di circa 27 miliardi di euro. Il Bilancio previsionale per l’acquisto di nuovi sistemi d’arma segna un balzo del 73,6% negli ultimi tre anni. È lampante che per “trovare i soldi” per questa enorme spesa militare, si deve tagliare da altre parti: sanita, scuola, trasporti pubblici.
La Sicilia trasformata in piattaforma USA/Nato.
Sigonella centro di comando militare con l’allargamento delle piste di volo, hub per l’attività militare USA in Africa, Medio Oriente e Caucaso, da questa base sono partiti i droni e gli aerei che si sono “confrontati” nei cieli con quelli russi; lo scalo “civile” di Catania-Fontanarossa; i porti di Messina, Catania e Augusta; i sistemi di telecomunicazione che trasmettono gli ordini ai sottomarini nucleari in immersione di Niscemi e, da qualche anno, le antenne satellitari del MUOS; gli aerei radar Awacs NATO a Trapani-Birgi; i radar e gli apparati d’intelligence installati a Noto-Mezzogregorio, Marsala, Favignana, Portopalo di Capo Passero, Lampedusa, Pantelleria. È partita lunedì 21 febbraio la Dynamic Manta (DYMA), l’esercitazione navale… (continua sul Sito).
Sulla stessa rotta / Abolish Frontex.
Il progetto “Sulla stessa rotta / Abolish Frontex”, che al momento ha raccolto l’adesione di circa 40 organizzazioni, vuole comunicare un’altra Italia, diversa da quella della narrazione mediatica dominante, che ha fatto e continua a fare dell’accoglienza e della lotta per i diritti delle persone in movimento la propria battaglia. “Sulla stessa rotta” sarà una staffetta virtuale, che attraverserà il territorio italiano da Lampedusa fino ai confini delle rotte intraeuropee, e con cui costruiremo insieme una contronarrazione del percorso migratorio di chi attraversa il territorio italiano nel proprio progetto di vita. Clicca qui.
Amministratori della Val Susa, vi stanno truffando.
clicca qui, la lettera agli amministratori: “Nulla di quanto avete chiesto ufficialmente è stato concesso dal Governo, dai ministri, dalla Regione, da Telt. Vi stanno imbrogliando, ci stanno truffando”.
Le ragioni che da trent’anni sostengono l’opposizione al raddoppio della ferrovia esistente tra Torino e Lione possono essere riassunte in quattro macro-capitoli: è inutile, devasta l’ambiente, costa tantissimo, è truffaldino. Forse poi ce n’è un’altra coperta: è guerrafondaio. (Sullo sfondo, secondo informazioni indefinite ma attendibili, sembrerebbe esistere una giustificazione nascosta: la realizzazione di un percorso europeo a scopi militari, per trasportare carri e truppe verso chissà quali manovre o conflitti. D’altronde, quando venne concepito – prima della caduta del muro di Berlino – quel corridoio doveva finire a Kiev, in Ucraina).
TAV: come togliere l’acqua a 600mila persone.
Mentre imperversa la siccità in Piemonte, nel cuore delle montagne della Valsusa e della Maurienne (in Francia) si verifica da anni un colossale spreco d’acqua. Infatti, i lavori per la realizzazione del cunicolo esplorativo del TAV Torino-Lione, lungo 7 km, dal 2013 causano fuoriuscite d’acqua provenienti dalle falde intercettate dalle ‘trivelle’. Il volume d’acqua fuoriuscito in un anno dal cunicolo è pari al fabbisogno idrico annuo di circa 40.000 persone. Per l’intera galleria di 57 km, oltre 8 volte la lunghezza del cunicolo, si può ipotizzare, al termine dello scavo, la fuoriuscita di un volume d’acqua ogni anno pari a: 24.590.500 mc corrispondente al fabbisogno idrico annuo di 300.000 persone. Considerata la doppia canna prevista dal progetto, il dato potrebbe raddoppiare, arrivando a corrispondere al fabbisogno annuo di ben 600.000 persone. Clicca qui.
La resistenza dei cittadini del fiume Chiese.
Da 200 giorni, il presidio permanente a Brescia difender il fiume Chiese: un corso che rischia di diventare uno scarico delle acque reflue del depuratore del Garda. Clicca qui.
Il disegno di legge per la concorrenza contraddice la volontà popolare del referendum del 2011.
Alla Commissione Industria del Senato, per l’esame del Disegno di legge per il mercato e la concorrenza, sono state depositate le osservazioni del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e della rete di comitati territoriali e organizzazioni nazionali che da oltre quindici anni sono impegnati per una gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico integrato, per il pieno riconoscimento del diritto all’accesso all’acqua e più in generale per la difesa dei beni comuni. Continua sul Sito.
Il governo volta le spalle all’ambiente e alla scienza.
L’International Panel on Chemical Pollution ha lanciato la proposta di creare un board tecnico per realizzare strumenti specifici per l’abbattimento della contaminazione da sostanze nocive. L’iniziativa – che sarà presentata all’Assemblea Onu sull’Ambiente che si apre il 28 febbraio a Nairobi, in Kenya – è supportata da oltre 2500 tra scienziati di livello mondiale e ministri dell’Ambiente: tra loro il premio Nobel per la Fisica, Giorgio Parisi. L’invito è stato inviato anche al ministro per l’Ambiente Roberto Cingolani che, però, nonostante il dossier sia da alcune settimane sul suo tavolo, non ha ancora aderito. Attraverso l’ufficio stampa ha risposto “In questi casi non si esprime una singola posizione nazionale, ma c’è un’unica posizione a livello europeo”.
Dettiamo noi al governo e al parlamento la legge che metta al bando i Pfas in Italia. Intanto la Regione Piemonte blocchi subito la Solvay di Spinetta Marengo.
I BAMBINI ALESSANDRINI LE PRINCIPALI VITTIME.
Chi si ricorda che nel lontano 2009, contemporaneamente alla nostra campagna nazionale contro i danni da Pfas (dai pesci mutanti alle pentole antiaderenti ecc.) avevamo nel primo degli otto esposti alla procura della Repubblica, insieme agli studi scientifici internazionali, già fatto particolare riferimento a due -lungamente rivendicate – indagini epidemiologiche? Quella dell’Asl Alessandria e quella della ASL Torino commissionata dalla Procura di Alessandria, tra il 1996 e il 2008. Entrambe per l’area della Fraschetta: circoscrizione di 16mila abitanti, di cui la metà a Spinetta Marengo. La prima sugli abitanti, la seconda sui lavoratori della Solvay (ex Montedison).
Chi si ricorda che uno step riguardava lo “Studio di sorveglianza pediatrica finalizzato al monitoraggio delle patologie respiratorie e allergiche d’interesse per la popolazione suscettibile infantile, sulla base delle rilevazioni effettuate dai medici pediatri sentinella nel periodo novembre 2004-dicembre 2005”? Chi si ricorda quanto allarmammo l’opinione pubblica su quei dati? In particolare perché le patologie pediatriche si rivelano con sintomi più alti e in peggioramento man mano che ci si avvicina allo stabilimento di Spinetta Marengo.
Chi si ricorda che quello studio non ebbe un seguito epidemiologico? Malgrado contenesse l’allarmata raccomandazione: “Il diffuso aumento delle patologie rispetto al passato suggerirebbe il mantenimento nel tempo delle attività di sorveglianza e controllo sulle malattie pediatriche, respiratorie e allergiche, nell’area della Fraschetta”. Monito ripetuto 15 anni dopo nello studio epidemiologico di Cristiana Ivaldi neo responsabile Arpa Piemonte : “Nel sottogruppo di età 0-14 anni, si evidenzia un aumento dei ricoveri per patologie neurologiche (+ 86%) che andrebbe ulteriormente investigato”.
Dunque il disinteresse di Regione Piemonte e Comune e Provincia di Alessandria è totale. Se confrontato agli studi e ai pur timidi progetti in Veneto: dalle gravidanze ed esiti neonatali, incremento di pre-eclampsia, diabete gravidico e nati con basso peso per età gestionale, anomalie del sistema nervoso e difetti congeniti al cuore, fino all’associazione tra esposizione ai Pfas e competenze cognitive e socio emotive dei bambini. E’ un disinteresse colpevole, anzi doloso, nella piena consapevolezza che dallo stabilimento di Spinetta Marengo si sprigiona in aria e acqua uno smisurato mix di sostanze tossiche e cancerogene, un cocktail letale per la popolazione e soprattutto per i bambini. Come confermano gli studi scientifici.
Dunque, la Regione Piemonte, tramite la Provincia di Alessandria di concerto con il Comune, ha il dovere primario di tutelare la salute della propria e altrui popolazione, e dunque sulla base della enorme mole di studi scientifici nazionali e internazionali prodotti, che vanno ben oltre il principio di precauzione, nonchè in pregio delle censorie prese di posizione di Onu e Commissione parlamentare ecomafie, e dunque a prescindere dalla legge nazionale in divenire che regola la materia, dunque la Regione Piemonte ha il dovere di fissare immediatamente limiti zero agli scarichi acqua-aria dei Pfas della Solvay di Spinetta Marengo.
RAPPORTO ONU E STUDIO EUROPEO.
Nella piena consapevolezza degli studi scientifici, il rapporto dello special rapporteur dell’Onu per i diritti umani e l’ambiente, David Boyd, chiede che il mondo deve mettere immediatamente al bando i “forever chemicals” e scrivere la parola fine sul capitolo dell’inquinamento da PFAS: una piaga tre volte più pesante del covid, una proliferazione che interseca e aumenta altri danni all’ambiente e al clima, come il cambiamento climatico e la perdita di diversità biologica”.
Gli studi scientifici confermano che i bambini sono le principali vittime dell’inquinamento, soprattutto quando questo è composto da un mix di sostanze chimiche, in particolare per le sue interferenze sul sistema endocrino ad iniziare dai feti. Nel mix della Solvay di Spinetta Marengo spiccano appunto bisfenolo A (Bpa) e composti perfluorurati (Pfas: Pfoa, C6O4, Adv).
Un poderoso studio europeo, Edc-MixRisk, appena pubblicato sulla rivista scientifica Science (vedi Nota), mette in relazione l’esposizione ad un mix di sostanze chimiche ambientali al rischio di deficit neurologico nei bambini, in particolare nel ritardo nel linguaggio. La ricerca ha implicazioni enormi e pone le basi per una revisione radicale delle politiche nazionali e internazionali delle valutazioni del rischio chimico, finora basate solo sull’esame di singole sostanze e non di loro miscele. Perché sta proprio qui la grande autorità di questo lavoro: le valutazioni dei rischi di salute pubblica da esposizioni ambientali andranno fatte considerando l’interazione di più elementi che, interferendo col nostro sistema endocrino, può provocare danni molto rilevanti. Insomma, decade completamente il concetto di dose tossica minima per le singole sostanze chimiche, a prescindere da qualunque presunto limite di legge diverso da zero.
“E’ improcrastinabile un adeguamento legislativo.“–ammonisce Giuseppe Testa, professore di biologia molecolare all’università di Milano, direttore del centro di neurogenomica allo Human Technopole e group leader nel dipartimento di Oncologia sperimentale allo IEOo Istituto Europeo di Oncologia – E’ indispensabile che la nostra ricerca, finanziata proprio dalla Commissione europea, venga letta con attenzione dai legislatori, dai produttori e dai cittadini disposti a mobilitarsi. Noi abbiamo fatto la nostra parte, ora tocca agli altri attori della società fare la loro”.
IMPROCRASTINABILE UN INTERVENTO LEGISLATIVO
“E’ improcrastinabile un adeguamento legislativo. Ebbene, da parte nostra, che da anni immemorabili siamo mobilitati, abbozziamo qui di seguito le linee guida di una
Legge che disciplini la produzione e l’uso delle sostanze poli e perfluoroalchiliche (PFAS).
1) Nella prospettiva –avviata nelle Nazioni più consapevoli della calamità mondiale – che l’utilizzo dei Pfas sarà escluso in qualunque gamma di derivati,
preso atto degli studi scientifici nazionali e internazionali, qui citati e riprodotti,
nonché degli indirizzi e delle ammonizioni della Commissione parlamentare Ecomafie e dell’ONU, qui citati e riprodotti,
- a) l’Italia vieta dal 1° gennaio 2023 la produzione e la lavorazione dei Pfas,
- b) e a tal fine stabilisce che entro quella data i limiti di scarico in aria e acqua siano portati a zero, al pari delle acque potabili.
2) Le Autorità preposte (Stato, Regioni, Enti locali)
- a) devono porre in essere tutte le azioni rivolte a monitorare lo stato di salute dei lavoratori e dei cittadini che hanno subìto gli effetti degli inquinamenti da Pfas,
- b) nonché le azioni rivolte a monitorare lo stato di salute dell’ambiente per le relative bonifiche,
- c) e a tal fine devono anche porre a carico delle aziende responsabili i relativi costi e oneri risarcitori e sanitari, secondo il principio “chi inquina paghi”.
Messaggio di pace e salute a 35.941 destinatari da Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro tramite RETE AMBIENTALISTA – Movimenti di Lotta per la Salute, l’Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
Nel rispetto del Regolamento (UE) 2016 / 679 del 27.04.2016 e della normativa di legge. Eventualmente rispondi: cancellami.
Sito: www.rete-ambientalista.it
movimentodilottaperlasalute@reteambientalista.it
movimentolotta.maccacaro@gmail.com – lino.balza@pecgiornalisti.it
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