Stopthewarnow.eu: AOI aderisce all’appello e partecipa alla Carovana della pace in Ucraina
Dal 31 marzo al 3 aprile una Carovana di 50 mezzi con quasi 200 persone si recherà in Polonia e varcherà il confine entrando in Ucraina per testimoniare in presenza la ragione della Pace contro la voce delle armi, per portare aiuti materiali e permettere a persone con fragilità, madri sole, bambini e anziani di lasciare il loro Paese in conflitto e raggiungere l’Italia.
Tra le organizzazioni promotrici AOI e le sue associate Associazione Papa Giovanni XXIII, Focsiv, ARCS, Un Ponte Per, Fairwatch, Cospe, Terres des Hommes Italia.
La Carovana ha il sostegno della CEI, Conferenza Episcopale Italiana. Ci saranno giovani, operatici e operatori e dirigenti delle tante associazioni aderenti, religiosi, qualche amministratore locale, media.
Le immagini delle vittime e delle distruzioni nelle città e nelle campagne dilaniano le nostre coscienze. Non siamo neutrali. La guerra è una follia, distrugge la convivenza e la cooperazione tra Paesi e popoli, è la negazione dell’umanità.
Nel chiedere che si proclami immediatamente il cessate il fuoco, che si dia spazio alla diplomazia internazionale e alle Nazioni Unite per la risoluzione della controversia e che si consenta subito alle organizzazioni umanitarie internazionali di intervenire, la Carovana della Pace vuole testimoniare la vicinanza alle vittime civili e dimostrare che si può fare qualcosa concretamente.
Le organizzazioni di solidarietà e cooperazione internazionale da sempre sono accanto a chi subisce conflitti e guerre e con azioni e aiuti umanitari. Ci sono ong italiane che operano in Ucraina e ai confini in Polonia, Moldova, Romania per accogliere chi fugge. Lo fanno con fondi propri e risorse umane volontarie in partenariato tra loro e con le ong dei Paesi in cui agiscono. Anche il loro sforzo va sostenuto dando visibilità e valore.
Il messaggio della Carovana è chiaro: “la pace attende i suoi artefici”, non possiamo disattenderla. Non c’è più tempo, bisogna agire per salvare vite umane e rafforzare l’appello per il ‘cessate il fuoco’.
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