Armi chimiche russe, Pino Cabras: “Comica nella chimica”

Con assoluta prevedibilità, ora la narrazione bellica si sta spostando sulle armi chimiche. Gli orchi non possono che usarle, no? Nel modo più ottuso e sconveniente, no?

Borrell e gli altri falchi che credono ancora possibile vincere in una guerra totale nell’era atomica non vedono l’ora di scorgere “linee rosse” da considerare valicate per poi sciogliere le briglie all’Apocalisse.

Prevedo già un ulteriore salto di qualità dei bollettini bellici dai toni terroristici che hanno fagocitato le principali testate occidentali. “Stanno per usare armi chimiche, anzi le hanno già usate, non sentite l’odore in mezzo ai morti?”

Questi allarmi ignorano – tutti – a bella posta un fatto estremamente importante che è stato totalmente dimenticato dai media. E’ opportuno ricordarlo, prima che qualche dottor Stranamore in uno dei tanti talk show ci venda la bontà della guerra mondiale urlando all’attacco chimico.

I numerosi dottor Stranamore fingono infatti di non sapere che nel 2017, con tre anni di anticipo sulla tabella di marcia, Mosca ha adempiuto in toto alla Convenzione sulle armi chimiche ratificata nel 1997, quando ancora possedeva ben 40mila tonnellate fra gas nervini e sostanze vescicanti. Vladimir Putin riservò a questo fatto una notevole solennità, come quando si posa la prima pietra di una grande manifattura. Solo che in quel caso la cerimonia fu invece riservata al mettere fine all’ultimo chilogrammo rimasto degli ultimi due ordigni.

Il quantitativo terminale fu definitivamente distrutto con un ordine impartito da Putin in persona, in videoconferenza con i funzionari inviati presso il villaggio di Kizner, dove si trovava l’ultima goccia dell’arsenale chimico che Mosca aveva ereditato dall’URSS. Putin lo definì «un enorme passo verso un maggiore equilibrio e sicurezza nel mondo di oggi.» Ricordò che per adempiere al trattato internazionale il suo paese aveva speso tanto e aveva investito in imprese high-tech in grado di neutralizzare l’intero arsenale. Approfittò per ricordare che gli Stati Uniti stavano opponendo ogni tipo di scusa economica e finanziaria per giustificare i continui rinvii sulla completa distruzione del proprio arsenale. «Onestamente, questa storia della mancanza di fondi mi suona proprio strana», ironizzò Putin. Nessuno a Ovest fece una piega.

La Russia nell’ultimo decennio ha padroneggiato strategicamente il tema dell’eliminazione delle armi chimiche, al punto da ottenere grandi dividendi politici nelle negoziazioni internazionali: nel 2013 Mosca impedì l’aggressione diretta delle forze armate occidentali alla Siria mettendo sul piatto della bilancia la completa eliminazione dell’arsenale chimico siriano (che a suo tempo Damasco aveva costruito come deterrente opposto alle decine di bombe atomiche detenute da Israele). Fu una tappa diplomatica fondamentale per rovesciare poi le sorti del conflitto siriano a sfavore della galassia jihadista, quando Mosca fu decisiva per distruggere l’ISIS.

Il turco Ahmet Üzümcü – direttore dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche e Nobel per la pace – definì l’adempimento russo come una «grande pietra miliare» per il disarmo chimico mondiale. Ovviamente questa non è ancora la fine delle armi di distruzione di massa, visto che tutte le potenze nucleari continuano a testare nuovi armamenti sempre più micidiali e sofisticati.

In verità, qualcuno di voi sapeva di questa notizia? Fra una demonizzazione e l’altra nessuno ve l’ha detto.
Perché voglio ricordare questo fatto? Perché nel momento in cui qualcuno dice che si stanno usando armi chimiche, deve fornire una spiegazione non generica, non allusiva, non terroristica su un punto semplice: da dove spuntano fuori, se sappiamo che i russi non le hanno?
Perché quel che possiamo invece sapere è che il disarmo chimico è stato un passo politico importante e dimostra in modo pratico che grandi misure strategiche di disarmo sono possibili e governabili, magari un domani anche nel campo degli armamenti nucleari. Il punto è: chi oggi possiede armi chimiche?

Sempre più penso che l’unico condizionatore da spegnere sia la TV.

Pino Cabras

12/04/2022

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