“L’ambasciata ucraina presso la Santa Sede contesta la decisione vaticana di far portare insieme la croce a una famiglia ucraina e una russa alla Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo, presieduta dal Papa”.
Questo leggiamo su Repubblica e su altre testate online.
È una doccia fredda?
Non esattamente.
Infatti era prevedibile che il governo ucraino prima o poi prendesse pubblicamente posizione in maniera divergente rispetto a Papa Francesco.
È tuttavia la prima volta che accade. E questo va notato.
Dopo la presa di posizione del Papa contro l’invio delle armi in Ucraina e contro l’aumento delle spese militari (fino a definire “pazzi” i sostenitori di tale linea), emergono adesso forti motivi di disappunto e di divergenza.
Anche l’Unione Europea da giorni appare in imbarazzo per la posizione del Papa contraria all’escalation militare e alla linea della Commissione Europea.
Nonostante sia stato fatto in passato un grande sforzo per inserire le “radici cristiane” dentro la Costituzione europea, in epoca pre-Francesco, la linea intrapresa dalla Commissione europea appare sempre di più in aperto conflitto non solo con la missione di guerra di Putin ma anche con la missione di pace del Papa. Ormai la parola “vittoria” ha sostituito la parola “pace” nei discorsi dei massimi esponenti della Commissione europea.
La presa di posizione dell’ambasciatore ucraino è pertanto la punta di un iceberg, il primo segnale di un più vasto malcontento che cova nel profondo per potere politico europeo e del potere militare della Nato di fronte agli sforzi testardi e costanti del Papa volti a invocare una seria trattativa di pace. Subito.
Far portare insieme, donne ucraine e donne russe, la Croce davanti al Papa voleva essere una forma di riconciliazione nello strazio del dolore, nella catastrofe spirituale e materiale della guerra, un messaggio di pace di straordinario valore simbolico.
Voleva essere la riscoperta di una comune umanità nel mezzo di una guerra che disumanizza in “nemico”. Ma adesso emerge questa glaciale quanto netta contestazione dell’ambasciatore ucraino che cancella per ogni prospettiva di dialogo invocata dal Papa.
La guerra intanto continua.
Alessandro Marescotti (Presidente di PeaceLink)
12/04/2022