[Sinistrainrete] Piotr: Ebbene sì, sono nazisti, e allora?

Ospito questo terzo contributo di Piotr sulla guerra russo-ucraina che l’autore aveva intitolato “Verso il lato oscuro di Krypton”.

Piotr: Ebbene sì, sono nazisti, e allora?

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Ebbene sì, sono nazisti, e allora?

Quando anche i tecnocrati esibiscono la svastica

di Piotr

downloadjvvOspito questo terzo contributo di Piotr sulla guerra russo-ucraina che l’autore aveva intitolato “Verso il lato oscuro di Krypton”. Dal momento che Superman è il personaggio dei Marvel che amo di meno, avevo pensato di cambiare il titolo in  “Verso il lato oscuro di Gotham”, ma poi mi è venuto in  mente 1) che Gotham non ha un lato oscuro perché è tutta oscura, 2) che il tema è troppo inquietante perché si pensi di alleggerirlo con un titolo fumettistico, per cui ho preferito un titolo più “contenutistico” che meglio aderisce alle tesi dell’articolo. Ho ritenuto opportuno premettere questa spiegazione perché il lettore non resti spiazzato dalla frase con cui Piotr conclude il suo testo (Carlo Formenti).

* * * *

«Lassù sulle montagne bandiera nera:
è morto un partigiano nel far la guerra.
È morto un partigiano nel far la guerra,
un altro italiano va sotto terra.

Laggiù sotto terra trova un alpino,
caduto nella Russia con il Cervino.
Ma prima di morire ha ancor pregato:
che Dio maledica quell’alleato!
Che Dio maledica chi ci ha tradito
lasciandoci sul Don e poi è fuggito.
Tedeschi traditori, l’alpino è morto
ma un altro combattente oggi è risorto.

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Roberto Montanari: Il 22 aprile la “variante operaia” incontra quella studentesca

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Il 22 aprile la “variante operaia” incontra quella studentesca

Contropiano intervista Roberto Montanari

Usb logistica bellaIntervista a Roberto Montanari sindacalista della Usb nel settore della logistica. Nel nostro viaggio verso lo sciopero operaio e studentesco del 22 aprile, abbiamo chiesto alcune valutazioni a chi agisce in un settore strategico della catena del valore capitalistica come la logistica.

* * * *

Il 22 aprile ci sarà uno sciopero “operaio” convocato da Usb e una manifestazione nazionalea Roma. Avete declinato questa giornata di conflitto come la rimessa al centro della “variante operaia” nell’agenda politica del paese. Che cosa significa?

Nel passaggio a questo terzo millennio il capitale ha avuto la capacità di riarticolarsi, nella crisi, mutando anche “tecnicamente” la forma di chi coopera alla produzione della sua ricchezza.

La classe operaia di tipo fordista, così densamente compatta, così fortemente relazionata al tessuto sociale e addirittura territoriale, è stata segmentata, divisa addirittura sul piano globale, dando corpo a quelle che Luciano Vasapollo (tra i primi e più rigorosi studiosi/militanti) ha definito le catene globali del valore.

Utilizzo come esempio l’immagine del vecchio quartiere operaio Mirafiori di Torino. Era un mondo che conteneva altri mondi: c’era il fabbricone, c’era un territorio circostante nel quale lavorava l’indotto, vivevano gli operai, studiavano i loro figli, si muovevano, si divertivano, organizzavano la resistenza operaia allo sfruttamento. Ora è un “non luogo”, vuoto, con reperti di archeologia industriale, un quartiere senza servizi, abbandonato a se stesso.

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Rostrum: Ucraina 2022: per un internazionalismo attivo e operante

circolointernazionalista

Ucraina 2022: per un internazionalismo attivo e operante

di Rostrum

uocoIl più alto slancio di eroismo di cui la vecchia società è ancora capace è la guerra nazionale; e oggi è dimostrato che questa è una semplice mistificazione governativa, la quale tende a ritardare la lotta delle classi e viene messa in disparte non appena la lotta di classe divampa in guerra civile. Il dominio di classe non è più capace di travestirsi con una uniforme nazionale; contro il proletariato i governi nazionali sono uniti. K. Marx, La guerra civile in Francia, 1871.

Da quando l’uomo ha la dote di pensare prima di agire, per sfuggire al mantenimento degli impegni, alle conseguenze concrete delle astratte affermazioni, l’avvocatismo che si annida in ogni essere pensante è ricorso sempre alle distinzioni. Così oggi ci rigetta tra capo e collo la distinzione tra guerra di offesa e guerra di difesa, tra l’invasione della patria altrui e la protezione del territorio nazionale. E gli antipatrioti di ieri scrivono una lettera che distrugge dieci volumi, mille discorsi, mille articoli, e marciano alla frontiera. A. Bordiga, In tema di neutralità: al nostro posto!, Avanti!, 16 agosto 1914.

 

Una caricatura del 4 agosto 1914

Nell’ultimo mese, in Italia, salvo poche eccezioni, abbiamo assistito al “4 agosto” di gran parte della sedicente sinistra rivoluzionaria. Una triste farsa, nella quale l’opportunismo, il socialsciovinismo, la falsificazione del marxismo hanno gettato la maschera di fronte all’atteggiamento da assumere verso la guerra imperialista in Ucraina. Un esito preannunciato da decenni di tanti piccoli segnali, e che una crisi tutto sommato ancora “parziale” ha precipitato con inesorabile rapidità.

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Elisabetta Raimondi: L’effetto domino della censura

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L’effetto domino della censura

di Elisabetta Raimondi

La guerra in Ucraina è stato il pretesto per oscurare Russia Today America. Era controversa, finanziata dal Cremlino. Ma in questi anni ha dato spazio ad alcune voci dissidenti

«Nel momento in cui non abbiamo più una stampa libera, può succedere qualunque cosa. Ciò che rende possibile a una dittatura o a un sistema totalitario di governare è che la gente sia disinformata; come si fa ad avere un’opinione se non si è informati? Se ci viene sempre mentito, la conseguenza non è credere alle menzogne, ma non credere più a niente. Questo succede perché le menzogne, per loro stessa natura, devono essere modificate, e un governo che mente deve costantemente riscrivere la sua storia. I destinatari non ricevono solo una menzogna una  menzogna alla quale si può credere per tutta la vita ma un gran numero di menzogne, a seconda di come tira il vento della politica. E coloro che non possono credere più a niente non sono in grado di decidere. Sono defraudati non solo della capacità di agire ma anche della capacità di pensare e giudicare. E con persone ridotte così allora si può fare tutto ciò che si vuole».

Hannah Arendt

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Mauro Rango: E’ il popolo che deve reagire

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E’ il popolo che deve reagire

di Mauro Rango

Avremmo potuto.

Sì, avremmo potuto.

Lo abbiamo sperimentato nel concreto.

Le terapie funzionavano, le persone guarivano.

Non tutti. Ma quando una persona non ce la faceva si trattava di un fatto rarissimo.

18 persone decedute su 60.000 trattati. Nei 60.000 che si sono rivolti a noi per Covid, molti soffrivano anche di patologie pregresse. Non curavamo persone sane e nemmeno un campione di pazienti rappresentativo della realtà: perché molto spesso si rivolgeva a IppocrateOrg chi aveva una o più patologie a rischio, talvolta anche molto gravi.

Avremmo potuto, noi italiani, salvare 150.000 persone che oggi potrebbero godere ancora della vicinanza dei loro cari.

Invece abbiamo scelto di mettere all’angolo De Donno. Abbiamo scelto, con il consenso di tutti, popolo, politici, medici, magistrati e giornalisti di lasciare che facessero sparire il plasma dalle opzioni terapeutiche.

“Non è efficace. Può aggravare la situazione”. Questo sostenevano i saccenti sedicenti scienziati, poco orientati nel tempo e nello spazio, chiamati in TV da giornalisti lobotomizzati che li appoggiavano. I servizi televisivi italiani non sono più servizi giornalistici ma teatrini dove l’abiezione umana si mostra in tutta la sua banalità.

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Piccole Note: Ucraina: in attesa dei profetizzati attacchi chimici dei russi

piccolenote

Ucraina: in attesa dei profetizzati attacchi chimici dei russi

di Piccole Note

“Cosa facciamo se Putin usa armi chimiche?” Questa l’angosciosa domanda che si pone Bret Stephens sul New York Times, riecheggiando un rumore di fondo che sta accompagnando la nuova fase della guerra ucraina, che si aprirà ufficialmente con la caduta di Mariupol ormai prossima.

Perché, caduta Mariupol, il conflitto potrebbe protrarsi per breve tempo, riaprendo una finestra per i negoziati di pace. Da qui la necessità di rilanciare, perché la guerra non finisca, ma prosegua per poter logorare la Russia. E un attacco chimico sarebbe una manna per i produttori di guerra.

Forse è un caso, ma anche no, che a scrivere il pezzo del NYT, che minaccia sfracelli contro la Russia se userà armi chimiche, sia un cronista molto particolare. Al tempo, Bret Stephens usò la sua penna per sostenere le ragioni della guerra in Iraq, dal momento che le armi di distruzione di massa di Saddam erano provate da informazioni “molto dettagliate” dell’intelligence.

Non solo, si spingeva anche ad accusare l’allora capo dell’Aiea, Hans Blix, secondo il quale drammatizzazione della minaccia di Saddam era solo una scusa per invadere l’Iraq, di propalare “calunnie a buon mercato”. Tale la dinamica della propaganda ufficiale, che anche oggi, sulla guerra ucraina, usa derubricare a bugiardi e ingannatori quanti la mettono in dubbio.

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Nico Maccentelli: Quando saltano gli steccati

nicomaccentelli

Quando saltano gli steccati

di Nico Maccentelli

Per sapere come stanno le cose occorre leggere gli opinionisti dei giornali di destra, come questo fondo su Libero. È proprio il colmo.

In pratica la UE non esiste sul piano diplomatico: è completamente supina alla politica dell’”anglosfera”, ossia di chi mena le danze nella NATO. E’ per questo che Macron deve perdere a tutti i costi nel ballottaggio francese.

E poi non è niente vero che l’UE si configuri come una potenza statuale forte: è un polo imperialista, sì, ma del tutto subordinato alle politiche statunitensi. Con gli occhi di oggi si capisce bene la scelta britannica di uscire dall’UE e tornare nell’anglosfera. Chi dirige l’imperialismo sono gli anglosassoni. I tedeschi l’hanno capito e hanno investito 100 mld nel riarmo che, si badi bene, ben poco ha a che vedere con l’esercito europeo. E una Germania in armi non vi inquieta un po’?

La guerra contro la Russia la dirigono gli USA, hanno personale militare che addestra e indirizza le operazioni belliche, che allestisce gli scenari che devono far passare la Russia come esercito occupante criminale e genocida.

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Frontiere: Atto di fede

frontiere

Atto di fede

di Frontiere

La scienza insegnerà all’uomo che in effetti in lui non c’è né volontà né capriccio, né li ha mai avuti, e che lui stesso non è nient’altro che il tasto di un pianoforte o lo spinotto di un organo e che, sopra tutto, al mondo esistono ancora le leggi della natura; … Di conseguenza occorre soltanto scoprirle codeste leggi, e l’uomo non dovrà più rispondere delle proprie azioni, potrà vivere con estrema levità.

Tutte le azioni umane allora saranno automaticamente valutate secondo queste leggi, matematicamente…

(F. Dostoevskij, Memorie dal sottosuolo)

Prendendo spunto dal dibattito sui vaccini e sulla bontà delle restrizioni adottate dai governi durante la cosiddetta pandemia vorrei notare come da parte delle istituzioni politiche e religiose (nonché della totalità dei media) si invitino i cittadini ad avere fiducia nella scienza e allo stesso tempo si marchi come nemico della ragione e del progresso chi dissente dalle politiche governative e dal pensiero dominante.

Un notevole esempio è stato fornito dall’intervento del Presidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato, in una nota trasmissione televisiva1.

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Mimmo Porcaro e Ugo Boghetta: La realtà della guerra, il fantasma dell’opposizione

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La realtà della guerra, il fantasma dell’opposizione

di Mimmo Porcaro e Ugo Boghetta

banksyBristol1- La guerra in corso rivela ed esaspera le dinamiche profonde che hanno determinato la nostra storia a partire dalla dissoluzione dell’Urss. A quella dissoluzione non ha corrisposto il parallelo e “logico” scioglimento della Nato. E questo perché Washington doveva evitare che la fine del collante anticomunista avvicinasse eccessivamente l’Unione europea, e in particolare la Germania, alla Russia, dando vita così ad un’alleanza potenzialmente esiziale per il dominio statunitense. Da qui la spinta (favorita dalla preferenza tedesca per le ragioni economiche rispetto a quelle strategiche) all’inclusione di Polonia, Ungheria ecc. nell’Ue. Da qui il placet al consolidamento dell’Unione stessa, così ampliata, come mezzo per tener legata la Germania. Da qui l’evidente e inesorabile allargamento della Nato a Est, col momentaneo esito attuale. Non si tratta di un piano delineato in tutte le sue parti e tappe. Nessun vero stratega fa piani del genere e, soprattutto, lo stratega in questione era ed è internamente diviso, quantomeno sui tempi e sui modi: Trump contro Biden, Biden contro il Congresso, Dipartimento di Stato e Pentagono contro tutti e in reciproca frizione. Ma alla fine, anche grazie alla confusione, prevalgono gli apparati più duraturi e soprattutto la parte dominante, più dinamica e aggressiva, del capitalismo statunitense, rappresentata soprattutto dal Partito Democratico. E questo si traduce in una politica tesa ad acuire i conflitti tra Europa e Russia (anche in risposta all’incremento dei rapporti di Berlino e Roma con Mosca), a rinfocolare la questione ucraina, a mettere quindi in conto una guerra e a trasformarla, una volta scoppiata, nell’occasione per impantanare Putin, aumentare la dipendenza politica ed economica dei partner europei, rafforzare la posizione del dollaro e con essa la pretesa, ormai folle, del dominio assoluto dell’ Occidente “americano” sul resto del mondo. Ossia sulla stragrande maggioranza del genere umano.

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Bollettino Culturale: Jason W. Moore e il concetto di Capitalocene

bollettinoculturale

Jason W. Moore e il concetto di Capitalocene

di Bollettino Culturale

Moore crop IIIntroduzione

Jason W. Moore legge il capitalismo come una successione di specifici regimi ecologici, in cui l’accumulazione del capitale da un lato e la “produzione della natura” dall’altro sono processi concepiti come dialetticamente intrecciati. Moore propone di rompere con la concezione del capitalismo come formazione economico-sociale che, quando si dispiega, agisce semplicemente sulla natura. Questa concezione è da lui definita “cartesiana”, cioè che separa Natura e Società. Moore sostiene la necessità di concepire il capitalismo come una formazione storico-sociale che si è sviluppata attraverso le relazioni tra le società e la natura in quanto il capitalismo non ha un regime ecologico specifico, il capitalismo è un regime ecologico. Nel corso della sua elaborazione teorica rielaborerà la concezione marxista della storia, impegnato a incorporarvi la dimensione ecologica. Traendo ispirazione dalla prospettiva ereditata dall’École des Annales francese, in particolare da Fernand Braudel e dal suo concetto di Longue Durée, e dal lavoro dei teorici del Sistema-Mondo come Giovanni Arrighi, Moore costruisce una teoria del capitalismo come Ecologia-Mondo.

Moore pone con questo concetto di Ecologia-Mondo le basi di una sorta di “materialismo storico-ecologico” in cui la storia del capitalismo e dei modi di produzione precedenti è intesa come un susseguirsi di regimi ecologici che strutturano i processi di accumulazione e “produzione della natura”. Con questa proposta, Moore sostiene che invece di scrivere la storia dell’impatto del capitalismo sulla natura, è possibile indagare la relazione generativa tra “l’accumulazione infinita” e la “produzione infinita della natura”.

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Jacques Baud: La situazione militare in Ucraina

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La situazione militare in Ucraina

di Jacques Baud per The Postil

Il problema non è tanto sapere chi ha ragione in questo conflitto, ma mettere in discussione il modo in cui i nostri leader prendono le loro decisioni

Petr Krivonogov Capitulation. 1946Parte prima: La strada per la guerra

Per anni, dal Mali all’Afghanistan, ho lavorato per la pace e ho rischiando la vita. Non si tratta quindi di giustificare la guerra, ma di capire cosa ci ha portato ad essa. Noto che gli “esperti” che a turno in televisione analizzano la situazione sulla base di informazioni dubbie, il più delle volte ipotesi elevate a fatti, non riescono a farci capire cosa sta succedendo. È così che si crea il panico.

Il problema non è tanto sapere chi ha ragione in questo conflitto, ma mettere in discussione il modo in cui i nostri leader prendono le loro decisioni.

Proviamo ad esaminare le radici del conflitto. Si comincia con quelli che da otto anni parlano di “separatisti” o “indipendentisti” del Donbass. Già questo non è vero. I referendum condotti dalle due sedicenti Repubbliche di Donetsk e Lugansk nel maggio 2014 non sono stati referendum per l’“indipendenza” (независимость), come hanno sostenuto alcuni giornalisti senza scrupoli , ma referendum per l’ “autodeterminazione” o l’ “autonomia” (самостоятельность ). Il termine “pro-russo” suggerisce che la Russia fosse una parte del conflitto, il che non era il caso, il termine “di lingua russa” sarebbe stato più onesto. Inoltre, questi referendum sono stati indetti contro il parere di Vladimir Putin.

In realtà, queste Repubbliche non cercavano di separarsi dall’Ucraina, ma di avere uno status di autonomia, garantendo loro l’uso della lingua russa come lingua ufficiale. Però il primo atto legislativo del nuovo governo risultante dal rovesciamento del presidente Yanukovich, è stata l’abolizione, il 23 febbraio 2014, della legge Kivalov-Kolesnichenko del 2012 che aveva reso il russo una lingua ufficiale.

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Donatella Di Cesare: La sinistra italiana è morta, sulla guerra ha tradito il suo popolo

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La sinistra italiana è morta, sulla guerra ha tradito il suo popolo

di Donatella Di Cesare

Non era mai avvenuto, in questi ultimi decenni, che si creasse nel contesto italiano una separazione così eclatante e significativa tra quello che pensa la gente sulla nuova guerra e quel che di questo evento viene quotidianamente riferito dai media pubblici e da quelli più accreditati. Un distacco del genere, un tale scollamento, dovrebbe allarmare, perché non è indizio di una democrazia aperta, che può vivere solo nel confronto tra voci diverse, nella polifonia come metodo. Ma in tutto questo c’è qualcosa di più: non era mai avvenuto che il popolo della sinistra si sentisse così tradito nei propri più alti ideali, ingannato nelle proprie più profonde convinzioni, da coloro che, avendo in questo momento drammatico poteri di governo, hanno avallato, anzi promosso, una politica militaristica.

Prima hanno deciso l’invio di armi, poi hanno votato l’aumento delle spese militari, adesso si accingono a sponsorizzare e realizzare, attraverso le sanzioni, un’economia di guerra. Queste scelte epocali, che hanno già mandato in frantumi il sogno europeo, e spezzato l’aspirazione di un futuro migliore per le nuove generazioni di questo paese, non sono state discusse, com’era indispensabile, fra coloro che si riconoscono nella sinistra democratica.

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Raniero La Valle: La propaganda di guerra in Tivù ci porta alla fine

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La propaganda di guerra in Tivù ci porta alla fine

di Raniero La Valle

Quando gli uomini erano alle prime armi si interrogavano per capire cosa fosse la giustizia. E Socrate, come racconta Platone nella Repubblica, parlando con Glaucone, che dello stesso Platone era fratello, disse che la giustizia consiste nel fatto che “ciascuno faccia la cosa propria”, cioè, in un senso più filosofico, che ciascuno sia se stesso, che le cose si svolgano secondo la loro natura. Il cinema rappresenta, ma non cambia le cose. La Televisione invece ha oggi il potere di cambiare la natura delle cose e assegnare a suo piacere agli uomini i ruoli che vuole. In ciò sta un grande pericolo. Si pensi ad esempio che cosa sarebbe stato se il “grande dittatore” impersonato da Charlot, come era chiamato Charlie Chaplin, fosse diventato davvero il Führer dei Tedeschi, os e il dottor Stranamore dal suo ufficio al Pentagono avesse davvero preso in mano i destini del mondo. Oggi viviamo un incubo. C’è un attore Presidente che diventa Presidente attore che chiede lo scioglimento dell’ONU, per il caso che ancora si opponga al rischio di una guerra nucleare, e abbiamo il mondo intero trasformato in un immenso studio televisivo in cui avvengono le cose più estreme, se non più incredibili.

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Rita Cantalino: I padroni del vaccino

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I padroni del vaccino

di Rita Cantalino

Nel 1954 Ernesto Rossi svelava i legami tra borghesia industriale italiana e il fascismo con I Padroni del Vapore, mostrando il connubio tra politica ed economia e le conseguenze nefaste che avevano caratterizzato la prima metà del secolo

Emanuele Bonaccorsi (giornalista di Report) e Claudio Marciano (Università di Torino) hanno provato ad attualizzare quella stessa operazione a partire dal grande tema di questi ultimi anni: la questione vaccinale. In che modo un giornalista d’inchiesta e un sociologo dei processi economici e dell’innovazione  possono indagare una questione che, soprattutto recentemente, ha diviso l’opinione pubblica in scientisti e antiscientifici? Si può fare senza per questo negare autorevolezza alla scienza? I due autori ci hanno provato, innanzitutto partendo da una serie di fatti autoevidenti.

I paesi ad alto reddito hanno quasi completato il booster, mentre quelli a basso reddito hanno solo una minima parte della popolazione coperta da due dosi, a volte neanche il personale sanitario e gli anziani fragili.

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Enrico Galavotti: Quali alternative aveva Putin?

sinistra

Quali alternative aveva Putin?

di Enrico Galavotti

Supponendo che la Russia abbia ragione quando sostiene che se non fosse intervenuta militarmente, prima o poi l’avrebbe fatto la NATO, una volta insediatasi in Ucraina. Che alternative c’erano a una soluzione del genere?

È chiaro infatti che l’esercito di Kiev stava per attaccare il Donbass e riprendersi la Crimea. È altresì evidente che se la Russia l’avesse lasciato fare, ci sarebbe stato un bagno di sangue, oltre che una vittoria degli ucraini e un sicuro ingresso nella NATO. A quel punto la situazione per la Russia sarebbe stata drammatica. Mosca è troppo vicina al confine ucraino per restare indifferente.

Dunque perché Putin sostiene che non avevano altra scelta? Il motivo sta nel fatto che l’Europa occidentale (prima ancora che diventasse UE) non si è mai opposta, neanche una volta, all’espansione della NATO verso est. Putin sapeva che se anche avesse lanciato l’allarme, nessuno l’avrebbe ascoltato. Ha temuto una riedizione di quella situazione anteriore alla II guerra mondiale, quando la Russia di Stalin, non trovando alcun Paese europeo disposto a stipulare un’alleanza per fermare l’espansione del nazismo, fu indotta a firmare il trattato di non belligeranza Ribbentrop-Molotov, che ancora oggi, ipocritamente, viene considerato dalla storiografia occidentale come il lasciapassare per l’occupazione tedesca della Polonia.

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Roberto Romano: Guerra, clima, povertà nascosti sotto il tappeto

sbilanciamoci

Guerra, clima, povertà nascosti sotto il tappeto

di Roberto Romano

Il governo propone un bilancio neutrale senza misurarsi con nessuna delle sfide che dobbiamo affrontare, indipendentemente dalla guerra che accelera i processi. Non programma la domanda, non aumenta la spesa, non taglia gli extra profitti. E gli italiani per far fronte all’inflazione si mangiano i risparmi

Premessa

Agli economisti è capitato raramente di studiare un documento economico e finanziario (DEF) così modesto. L’impianto del DEF del governo Draghi sarebbe coerente se avessimo un sistema economico ben posizionato, una inflazione un poco alta data la dinamica di crescita, dei livelli di occupazione, indipendenza tecnologica e materie prime importanti. Solo a queste condizioni si giustificherebbe la necessità di guidare con prudenza la macchina del Paese. L’errore del governo è proprio questo: l’orizzonte economico e politico che attraversiamo non suggeriscono un bilancio neutrale che assegna allo Stato soltanto il compito di garantire le condizioni essenziali minime per le attività dei singoli. In realtà, non sarebbe nemmeno appropriato un bilancio congiunturale (deficit nei momenti di crisi e avanzo nei periodi di crescita).

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Francesco Cori: Irrazionalità, censura, oligopolio, nel mondo della stampa italiana

la citta futura

Irrazionalità, censura, oligopolio, nel mondo della stampa italiana

di Francesco Cori

I massacri della guerra, decontestualizzati dalla storia, vengono tutti imputati, aprioristicamente alla Russia, senza alcuna indagine. L’esercito ucraino può fare tutto, anche massacrare i civili, tanto è completamente supportato da una stampa internazionale che la sostiene

Dal 24 febbraio, giorno dell’invasione russa all’Ucraina, il grosso del mainstream italiano ed europeo, in stretta collaborazione con gli apparati della burocrazia statale, si è scatenato in una campagna russofobica e guerrafondaia alimentata da false notizie, reportage sensazionalistici, veri e propri show mediatici come quelli operati dall’attore Zelensky in tutti i Parlamenti occidentali, fino all’assemblea dell’Onu. Il dato più interessante è che, nonostante questo gigantesco apparato informativo internazionale, nonostante le pressioni politiche, i ricatti e le intimidazioni verso chi – anche su posizioni diverse – è contrario all’arruolamento militare occidentale e russofobico, la maggioranza degli italiani continua a essere contraria all’invio delle armi all’esercito ucraino, così l’Anpi e, almeno per ora, la più grande confederazione sindacale italiana, la Cgil.

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