Con il presidio, di domenica 24 aprile 2022, davanti alla caserma NATO di Solbiate Olona intendiamo rilanciare la mobilitazione contro la guerra. Guerra necessaria al mantenimento di un sistema economico-finanziario predatorio. Guerra che è tornata in Europa dopo l’aggressione NATO alla Ex Jugoslavia del 1999. Anche la guerra tra Russia e Ucraina pare sia scoppiata adesso, ma è in corso da anni, è da tempo che le forze in campo preparano le condizioni per un nuovo conflitto mondiale, che anche in questo caso vede coinvolta la NATO.
L’attuale scenario politico internazionale è rappresentato da opposti imperialismi che si contendono l’Ucraina, un territorio storicamente martoriato e sacrificato in nome di interessi economici e geopolitici “superiori”.
Ci chiedono di mettere l’elmetto, ma noi vogliamo essere sempre e solo dalla parte di chi le guerre le subisce, ovvero i soggetti più deboli, siano essi ucraini, russi, europei.
Creata 6 anni prima del Patto di Varsavia, la NATO si è rafforzata anche dopo lo scioglimento di quest’ultimo (ora sono 30 i paesi membri a cui vanno aggiunti diversi partner ed alleati in tutto il mondo).
Oggi con una spesa militare 15 volte superiore a quella russa, è la macchina da guerra più imponente della storia umana, da sempre sotto comando USA.
Dal 1999 contestualmente ai bombardamenti in Serbia e Kosovo, la NATO ha adottato un nuovo concetto strategico che supera il carattere “difensivo” dell’Alleanza permettendole, anche in violazione del diritto internazionale, di intervenire militarmente “Fuori Area” ovunque lo ritenga necessario. Successivamente la NATO ha combattuto direttamente in Afghanistan e in Libia e indirettamente in Iraq e Siria.
La struttura di Solbiate Olona è uno dei nove Comandi NATO in Europa di dispiegamento rapido, e conta su oltre 400 militari provenienti da una ventina di paesi, che possono più che raddoppiare in determinati casi. La sua origine è da imputare alla implementazione, nel tempo, del Nuovo Modello di Difesa italiano del 1991, che, in violazione dell’art.11 della Costituzione, ammette la possibilità per il nostro Paese di intervenire militarmente ovunque si ritengano violati gli interessi nazionali.
Gli interventi della NATO hanno comportato bombardamenti, morti e feriti (90% civili), saccheggio e devastazione dei territori, inquinamento e contaminazione radioattiva, aumento dei flussi migratori, campi profughi, militarizzazione delle frontiere, maggiore sfruttamento e impoverimento dei lavoratori.
Siamo contro la guerra, oltre che per ragioni etiche, anche per i suoi enormi costi che vanno a discapito di sanità, istruzione, pensioni, trasporti e tutela del territorio.
In Italia le spese militari arriveranno a 38 miliardi di euro all’anno (più di 104 milioni al giorno) rispetto agli attuali 25.8 (68 milioni al giorno), e ciò dopo precedenti significativi incrementi. Era questa una richiesta NATO, oggi prontamente rilanciata dalla UE, nonostante la spesa dei paesi europei sia circa 4 volte quella russa.
Per la pace, contro il rischio nucleare (abbiamo armi termonucleari a Ghedi ed Aviano), contro la guerra e tutti gli strumenti che la consentono, bisogna sciogliere la NATO e rilanciare la solidarietà e la fratellanza tra i popoli.
Rete Varese senza frontiere
Presidio alla Base Nato di Solbiate Olona/NO NATO – NO GUERRE | Facebook