Negli ultimi giorni si sono registrati casi di epatite acuta pediatrica con numeri abbastanza inusuali secondo la statistica clinica. In particolare é la Gran Bretagna ad essere colpita con circa 100 casi, meno l’Italia con numeri che per adesso si attestano attorno alle 4 unità, tuttavia con eziologia incerta. Impossibile ed incauto, pertanto, non attenzionare la questione e indagare le possibili cause.
Gli esperti, che oltremanica hanno già ovviamente cominciato a studiare l’anomalia, si sono scontrati con un tipo di epatite che sembra non essere legato ai tipi già noti e da tempo in circolazione, e si sono trovati costretti a formulare diverse ipotesi, alcune delle quali davvero interessanti.
La prima ipotesi formulata dagli studiosi inglesi, infatti, é che le epatiti sarebbero da addebitarsi a normali adenovirus, una tipologia di patogeno solitamente benigna principalmente responsabile di raffreddori e disturbi gastrointestinali, ma la cui infezione in soggetti immunocompromessi potrebbe localizzarsi altrove, in questo caso nel fegato. Il motivo per cui i medici sosterrebbero questa ipotesi si lega al fatto i bambini con epatite e testati sarebbero anche positivi all’adenovirus, un dato che in realtà in linea generale non è indicativo di correlazione, visto che gli adenovirus sono agenti virali estremamente comuni.
Secondo gli esperti, tuttavia il distanziamento sociale, il lockdown e l’uso continuativo di mascherine avrebbero esposto i bambini ai normali virus circolanti in misura innaturalmente minore, per cui il sistema immunitario si sarebbe come “congelato” e sarebbe divenuto molto meno efficace nel combattere anche le normali infezioni stagionali. In sostanza i bambini sarebbero usciti dal periodo covid mediamente con un sistema immunitario non perfettamente funzionante.
La seconda ipotesi presa in considerazione riguarda una possibile modifica al genoma dei normali adenovirus circolanti. Si ricorda infatti che alcuni vaccini per il covid 19, i cosiddetti vaccini a vettore virale, utilizzano proprio una tecnica per cui è l’adenovirus ad entrare all’interno della cellula per codificare la proteina spike. Vaccini di questo tipo sono ad esempio il monodose Johnson & Johnson, oppure il russo Sputnik, o anche il notorio Astra Zeneca. In questo scenario ad essere colpevoli sarebbero i vaccini in senso indiretto.
La terza ipotesi sarebbe quella che vede invece un nesso tra la somministrazione del vaccino contro il covid nel paziente pediatrico e lo sviluppo dell’epatite. Una correlazione che viene ancora solo timidamente avanzata nei bambini, ma che nella popolazione adulta ha invece prodotto già letteratura medica dì un certo calibro, e in cui la correlazione tra vaccino ed eventi avverso è molto più di una semplice ipotesi.
E se invece provassimo noi a formulare un’ulteriore ipotesi combinando due fattori come dei bambini immunocompromessi cui viene somministrato il vaccino anti-covid19 cosa potremmo aspettarci? Probabilmente uno scenario in cui gli effetti già devastanti di cui sopra sarebbero potenziati oltre misura, senza raggiungere alcun effetto protettivo sulla malattia da sar-cov2.
Al netto delle ipotesi qui formulate, l’unica certezza é che l’infezione sembra essere così seria che tra i bambini colpiti diversi hanno avuto necessità di sottoporsi a trapianto per sopravvivere. I casi si sono presentati per adesso anche in Spagna, Irlanda, Paesi Bassi e Danimarca, oltre a Gran Bretagna e Italia, sebbene l’allarme si sta diffondendo anche negli altri paesi, primo fra tutti gli Stati Uniti.
Ovviamente, al momento non vi sono certezze di sorta, ma il sospetto che queste epatiti siano in un modo o nell’altro un’altra scellerata eredità del periodo pandemico, della sua disumana gestione e della devastante campagna vaccinale è molto più che lecito.
MARTINA GIUNTOLI
22/04/2022
Epatite acuta nei bambini: un’altra inaspettata eredità del periodo Covid? – Visione TV