Prendiamoci il gusto di fare una cosa che su Facebook non si può più fare da circa un anno: citare un articolo scientifico a tema vaccinazione anti-Covid. Qui di seguito un articolo il cui contenuto è tutt’altro che nuovo, ma in cui invece il database e la collocazione editoriale sono rimarchevoli.
L’articolo mostra sulla base dei dati epidemiologici di Israele come vi sia una perfetta correlazione tra incremento degli arresti cardiaci nella fascia dei giovani <40 e le campagne vaccinali, mentre non vi sia correlazione con le ondate dei contagi da Covid (nonostante il Covid abbia tra le possibili complicanze problemi cardiaci).
Ciò che è particolarmente importante è 1) che i dati provengano da un paese che ha fatto di un’aggressiva politica vaccinale la sua bandiera (e dunque è facile supporre che si tratti di dati sottostimati), e 2) in secondo luogo che il luogo di pubblicazione sia niente meno che Nature, insieme a Lancet alla sommità delle riviste scientifiche “mainstream” (perciò considerate anche più “autorevoli”).
Insomma continuano ad accumularsi prove su prove che i medesimi vaccini siano (o possano essere) più dannosi – almeno per soggetti giovani e in salute – rispetto alla malattia stessa.
Ma questo non rileva per la gerontocrazia a gettone che ci governa.
Così, dopo decine di decisioni nella stessa direzione, la nostra pensosa Corte Costituzionale si appresta prevedibilmente (abbiamo visto tutti le pantomime televisive di Amato) a utilizzare tutto l’armamentario delle proprie prestigiose supercazzole per dire che l’obbligo vaccinale è cosa buonissima e giustissima.
(“Error, conditio, votum, cognatio, crimen, Cultus disparitas, vis, ordo, ligamen, honestas, Si sis affinis,…” (…) “Dunque, se non sapete le cose, abbiate pazienza, e rimettetevi a chi le sa.”),
La scissione tra il mondo reale e l’imperio politico travestito da diritto e da legge continua ad allargarsi a dismisura.
L’articolo:
Andrea Zhok
29/04/2022