Nella giornata di lunedì 9 maggio 2022, il presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden ha firmato una versione moderna della legge che aveva progressivamente portato alla Seconda Guerra Mondiale. Denominato “Ukraine Democracy Defense Lend-Lease Act”, la legge riduce notevolmente le procedure burocratiche, ad esempio per il “prestito” o “l’affitto” di armi che vengono recapitate all’Ucraina. La misura verrà accompagnata da un mega pacchetto di “aiuti” rivolto all’Ucraina, che consisterà in 39,8 miliardi di dollari suddivisi tra aiuti militari e cosiddetti “umanitari”. Una cifra di ben 7 miliardi più elevata rispetto a quanto aveva richiesto negli scorsi giorni il presidente Democratico.
Lend-Lease Act votato (quasi) all’unanimità
La decisione di Joe Biden ribadisce la posizione statunitense sul conflitto russo-ucraino, ovvero che lo scontro va prolungato fino alla sconfitta della Russia. Approvato all’unanimità dal Senato e poi dalla Camera con 417 voti favorevoli e soltanto 10 contrari, il Lend-Lease consegnerà a Biden poteri straordinari per chiudere accordi con Kiev, ma anche con i Paesi dell’Est Europa vicini alla Russia. Affiancato dalla vicepresidente Kamala Harris e alcuni membri bipartisan del Congresso, Biden ha sottolineato che gli Stati Uniti continueranno a sostenere gli ucraini nella loro “battaglia per difendere il proprio Paese e la propria democrazia”. L’8 maggio si è festeggiato il giorno della vittoria delle Forze Alleate in Europa, mentre il giorno dopo il presidente della Federazione russa Vladimir Putin ha marciato per le strade di Mosca nel ricordo della resa nazista del 1945.
Joe Biden vs Vladimir Putin, l’Europa di mezzo
Non è un caso che la legge straordinaria sia stata sottoscritta da Biden immediatamente dopo queste ricorrenze. L’Occidente si attendeva indicazioni da Putin sul cessato il fuoco, oppure parole che avrebbero dato il via all’escalation russa. Nessuna delle due ipotesi si è avverata, con Putin che ha pressoché ripetuto i motivi del suo intervento bellico che va dicendo dal 24 febbraio scorso. E quindi, dopo aver auspicato un cambio di regime in Russia, Biden ha voluto mettere in chiaro le intenzioni degli Stati Uniti d’America. Armi, armi e ancora armi.
L’industria bellica made in Usa vola sui mercati
Sembra essersi realizzato una volta per tutte lo slogan orwelliano “la pace è guerra”. Anche perché risulta difficile credere che l’invio sempre più massiccio di armi, pesanti e “leggere”, possa portare a una soluzione diplomatica. Nel frattempo, in Borsa schizzano alle stelle le maggiori industrie belliche made in Usa. Da Raytheon, passando per Lockheed Martin, fino alla Northrop Grumman Corporation. Un fenomeno che somiglia per molti versi ai finanziamenti stratosferici che sono confluiti nell’industria farmaceutica dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Dai vaccini, si è così passati ai fucili. Domenica 8 maggio, l’Amministratore delegato di Lockheed Martin, Jim Taiclet ha rivelato che la produzione di lanciamissili Javelin aumenterà da “2.100 unità l’anno” a circa “4.000 l’anno”.
Una guerra di “lungo periodo”?
Nel corso della trasmissione Face The Nation, Taiclet ha sottolineato che la produzione “richiederà alcuni mesi, forse addirittura un paio di anni, poiché vanno affinate le catene di approvvigionamento”. E quanto potrebbe durare la guerra? “Stiamo pianificando per il lungo periodo”, ha esordito l’Amministratore delegato di Lockheed Martin. Insomma, risulta chiaro che a qualcuno convenga un conflitto duraturo, se fosse soltanto per meri termini di profitto. Agli inizi di maggio, il 46° presidente Usa si è recato presso la fabbrica Lockheed Martin dell’Alabama che produce Javelin anticarro. Gli Usa hanno inoltre inviato in Ucraina migliaia di missili antiaerei Stinger, che vengono prodotti esclusivamente da Raytheon, precedente datore di lavoro dell’attuale Segretario della Difesa statunitense Lloyd Austin.
A cosa servono tutte queste armi?
Nessuno sembra domandarsi più di tanto dove queste armi vadano poi a finire. Ormai sappiamo che a ricevere gli armamenti è anche il famigerato Battaglione Azov che qualcuno definisce “controverso”, qualcun altro “lettori di Kant”, per non dire che si tratta semplicemente di neonazisti. Ma la preoccupazione è che l’immensa quantità di armamenti che viene ora destinata all’Ucraina non serva soltanto per rifornire le forze armate ucraine, ma in futuro anche quelle Occidentali in un apocalittico scenario di Terza Guerra Mondiale. Nel frattempo, l’industria bellica si lecca le dita, augurandosi che la guerra non finisca mai. Anzi…
Franz Becchi
10 Maggio 2022
STATI UNITI, BIDEN FIRMA “LEND-LEASE ACT”: PIÙ ARMI IN UCRAINA (byoblu.com)