La guerra in Ucraina sta riproponendo assurdi paragoni tra la (presunta) resistenza all’invasione russa e la storia della resistenza italiana durante il secondo conflitto mondiale.
Credo che a questo punto una riflessione su cosa è stata la resistenza italiana a tanti anni di distanza sia doveroso farla, anche perché il valore politico che ancora oggi caratterizza la valutazione di quegli avvenimenti, ha probabilmente impedito un vero dibattito storico.
Prima di affrontare il tema specifico, bisogna guardare ad un campo più ampio e cominciare a discutere una verità che viene data per scontata. Gli Stati Uniti sono davvero stati i nostri liberatori, a cui dobbiamo eterna riconoscenza? Risposta secca: NO!
La seconda guerra mondiale non è stata altro che la prosecuzione della “prima” e gli schieramenti in campo altro non erano che forze imperialiste ed imperiali che si contendevano il dominio del mondo, come d’altra parte è dimostrato dal fatto che gli USA vincitori del conflitto quel ruolo se lo sono preso con tutta la forza e l’arroganza possibile, e da allora non lo hanno più mollato.
Da dove nasce dunque questo presunto ruolo di liberatori al quale noi siamo ancora oggi servilmente legati? Molto probabilmente da due fatti eccezionali che hanno caratterizzato il conflitto di allora.
Prima questione! Nelle guerre, specialmente quelle moderne e imperialiste, aldilà degli interessi reali che mettono sempre in gioco volontà di potenza e di dominio, un ruolo particolare gioca la propaganda che tende a affermare se stessi come i buoni e i nemici come i cattivi. La specificità dalla seconda guerra mondiale sta nel fatto che tra gli opposti “cattivi” non c’era proprio possibilità di paragone. Di fronte al modello liberal democratico americano, che in verità, per quel che mi riguarda, è molto poco liberale e molto poco democratico, stava tuttavia un modello sociale tedesco di tipo nazista, sul quale c’è poco da discutere. Di fronte a sei milioni di esseri umani uccisi a sangue freddo solo perché considerati diversi anche il peggiore serial killer della storia appare un dilettante.
Ma la vera domanda è: gli Stati Uniti erano in guerra mossi da motivi ideali e umanitari? Non credo proprio! Intanto della segregazione razziale si sapeva da tempo e nessuno se ne scandalizzava. Anzi una commissione internazionale che visitò i campi di concentramento nazisti, ne dedusse (nero su bianco) che in fondo gli Ebrei non si potevano lamentare.
Oltretutto la guerra fu provocata dell’espansionismo tedesco e l’occidente fu costretto ad intervenire quando proprio non c’era null’altro che si potesse fare, e ovviamente nessuno pensava agli Ebrei perseguitati insieme a politici, omosessuali, rom ecc. ecc. Inoltre, e questo è veramente inaccettabile, quando fu chiaro che ormai la Germania nazista stava attuando la soluzione finale, fu proposto di bombardare le linee ferroviarie che portavano i deportati ad Auschwitz, ma il comando alleato penso bene che non si trattava di un obiettivo strategico. Insomma degli Ebrei non gliene fregava niente a nessuno.
Seconda questione: Per puro accidente storico gli USA erano alleati dell’URSS che allora, con merito o senza merito, era il punto di riferimento di (quasi) tutti i movimenti anti capitalisti ed antimperialisti, gli unici che avrebbero potuto sbugiardare il presunto buonismo americano. In quella posizione i sovietici, che probabilmente nella guerra non si sarebbero mai fatti coinvolgere, si trovavano perché la Germania li aveva attaccati, dopo che si erano amichevolmente spartiti la Polonia, a detta dell’URSS perché non era pronta ad affrontare militarmente la Germania (che da vecchio comunista libertario ed anti stalinista considero quanto meno una narrazione opportunista e molto comoda. per non dire altro!).
A proposito di alleanze, prima che Hitler facesse il miracolo di mettere insieme Stati Uniti e URSS, va anche sottolineato che Churchill e Mussolini pare fossero in stretto contatto per indirizzare la guerra contro l’Unione Sovietica, sempre con buona pace degli Ebrei. (tra parentesi: una delle ipotesi della fine di Mussolini è che sia stato ucciso dai servizi inglesi, per evitare che le magagne venissero a galla).
In questa logica di guerra tra imperialismi, e mettendo tra parentesi per un attimo quanto sappiamo sulla feccia nazista, in realtà tecnicamente gli invasori non erano i tedeschi, ma l’esercito a stelle strisce, che dell’Italia ha preso possesso allora e non ha più mollato l’osso.
E allora la lotta partigiana che cosa è stata? La stiamo forse sminuendo? Assolutamente no! Anzi le stiamo dando un valore superiore! Lotta di liberazione non dall’occupazione straniera (gli statunitensi erano e restavano stranieri e imperialisti, anche se nella contingenza potevano fare comodo), ma liberazione nel senso più vero e significativo di lotta di liberazione dal nazifascismo! Per la democrazia, per la libertà, per un futuro migliore (che stiamo ancora aspettando, ma per colpa nostra e non dei combattenti partigiani!).
E l’Ucraina? Ci sono sicuramente gli eserciti impegnati nella guerra. Ma c’è un movimento armato popolare, animato da valori progressivi e rivoluzionari di libertà e di più avanzate forme di convivenza democratica? Non mi pare proprio!
Antonio Minaldi
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