Il 30 aprile 2022 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto-legge n. 36 che con l’articolo 28 autorizza la costituzione della società 3-I S.p.A da parte di INPS, INAIL e ISTAT. Secondo il testo di legge la nuova società avrà il compito di sviluppare, manutenere e gestire soluzioni software e servizi informatici, aprendo le porte all’esternalizzazione di tutte le funzioni dell’informatica dell’Istat.
La nascita della “newco” suscita profonda preoccupazione tra i lavoratori per l’impatto che avrà sull’organizzazione, l’autonomia e la credibilità dell’Istituto Nazionale di Statistica, sulla protezione dei dati raccolti da cittadini ed imprese e la spesa pubblica.
Attualmente l’ISTAT esercita il pieno controllo su raccolta, produzione, trattamento, conservazione e diffusione dei dati, processi in cui la funzione informatica e quella statistica sono strettamente connesse.
Le attività informatiche di raccolta, trasformazione e diffusione dei dati avvengono secondo i principi dettati del decreto-legislativo 322/89 e dalla normativa europea che ne autorizzano la diffusione nella sola forma aggregata e secondo modalità che annullino ogni
rischio di identificabilità dei cittadini.
La ventilata possibilità, per quanto ambigua, di integrazione di database – laddove si parla di “interoperabilità tra gli enti pubblici per snellire le procedure ed evitare di chiedere a cittadini ed imprese informazioni già fornite in precedenza” – contenenti informazioni eterogenee e ricche di dati sensibili impone la massima attenzione sui rischi democratici e di controllo sociale che ne potrebbero conseguire.
La privatizzazione della funzione informatica metterà a serio rischio l’autonomia dell’Istituto che dovrà concertare scelte strategiche per la statistica ufficiale all’interno del consiglio di amministrazione di una società privata, sebbene a controllo pubblico.
Questa privatizzazione forzata si va ad aggiungere ad un taglio di bilancio di 40 mln, incredibilmente operato dal Governo sulla produzione di dati, che sarà operativo a partire dai prossimi anni e ad una diminuzione del personale che, solo nell’ultimo quadriennio, oltrepassa le 300 unità a causa del mancato rimpiazzo dei pensionati con Quota 100.
Contro questo scenario le lavoratrici e i lavoratori dell’Istituto Nazionale di Statistica sono in stato di agitazione.
In queste ore il Senato della Repubblica sta audendo le parti interessate, fino a giovedì 26 maggio i Senatori della I e VII Commissione avranno facoltà di presentare emendamenti soppressivi e/o modificativi del Decreto.
Come lavoratrici e lavoratori dell’Istat abbiamo attivato tutti i canali per sensibilizzare chi sarà chiamato a decidere del futuro del nostro Istituto affinché il decreto non passi.
Assemblea permanente dǝ lavoratorǝ Istat