Il discorso di Fidel Castro 30 anni fa alla Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo a Rio de Janeiro
(Versioni stenografiche – Consiglio di Stato)
Signor Presidente del Brasile, Fernando Collor de Mello;
Signor Segretario generale delle Nazioni Unite, Butros Ghali;
Eccellenze:
Un’importante specie biologica rischia di scomparire a causa della rapida e progressiva liquidazione delle sue condizioni di vita naturali: l’uomo.
Ci stiamo rendendo conto di questo problema quando è quasi troppo tardi per prevenirlo.
È necessario sottolineare che le società dei consumi sono fondamentalmente responsabili della spaventosa distruzione dell’ambiente. Sono nati dalle ex metropoli coloniali e dalle politiche imperiali che, a loro volta, hanno generato l’arretratezza e la povertà che oggi affliggono la stragrande maggioranza dell’umanità. Con solo il 20% della popolazione mondiale, consumano due terzi dei metalli e tre quarti dell’energia prodotta nel mondo. Hanno avvelenato mari e fiumi, inquinato l’aria, indebolito e perforato lo strato di ozono, saturato l’atmosfera con gas che alterano le condizioni climatiche con effetti catastrofici che stiamo già cominciando a subire.
Le foreste stanno scomparendo, i deserti si stanno espandendo, miliardi di tonnellate di terra fertile finiscono in mare ogni anno. Numerose specie si stanno estinguendo. La pressione demografica e la povertà portano a tentativi disperati di sopravvivenza anche a costo della natura. Non si può dare la colpa ai Paesi del Terzo Mondo, colonie ieri, nazioni sfruttate e depredate oggi da un ordine economico mondiale ingiusto.
La soluzione non può essere quella di negare lo sviluppo a chi ne ha più bisogno. La realtà è che tutto ciò che oggi contribuisce al sottosviluppo e alla povertà è una flagrante violazione dell’ecologia. Ogni anno nel Terzo Mondo muoiono decine di milioni di uomini, donne e bambini, più che in ciascuna delle due guerre mondiali. Il commercio non equo, il protezionismo e il debito estero danneggiano l’ecologia e portano alla distruzione dell’ambiente.
Se si vuole salvare l’umanità da questa autodistruzione, la ricchezza e la tecnologia disponibili sul pianeta devono essere distribuite meglio. Meno lusso e meno sprechi in pochi Paesi, così da ridurre la povertà e la fame in gran parte della Terra. Basta con il trasferimento al Terzo Mondo di stili di vita e abitudini di consumo che rovinano l’ambiente. Rendere la vita umana più razionale. Attuare un giusto ordine economico internazionale.
Utilizzare tutta la scienza necessaria per uno sviluppo sostenibile senza inquinamento. Pagare il debito ecologico, non il debito estero. Scompare la fame, non l’uomo.
Quando le presunte minacce del comunismo saranno scomparse e non ci saranno più pretesti per guerre fredde, corse agli armamenti e spese militari, cosa ci impedisce di destinare immediatamente queste risorse alla promozione dello sviluppo del Terzo Mondo e alla lotta contro la minaccia della distruzione ecologica del pianeta?
Basta con l’egoismo, basta con l’egemonismo, basta con l’insensibilità, l’irresponsabilità e l’inganno. Domani sarà troppo tardi per fare ciò che avremmo dovuto fare molto tempo fa.
Grazie.
Traduzione: Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba | Facebook