E’ una ricerca esplosiva quella che è stata appena pubblicata verso la fine del mese di maggio in Francia sulla piattaforma scientifica ResearchGate. Lo è perché conferma l’esistenza di prioni killer nei vaccini antiCovid che possono provocare malattie degenerative neurocerebrali con decorso letale rapidissimo, come segnalato da Gospa News in una precedente inchiesta.
Lo è perché rappresenta l’eredità medica lasciata dal compianto biologo Luc Montagnier, vincitore del Premio Nobel per la Medicina nel 2008 per aver scoperto il virus dell’Immunodeficienza Umana (HIV) e nonostante ciò è stato denigrato dalla comunità scientifica mondiale proprio per aver aver denunciato la presenza di sequenze del virus che causa l’AIDS dentro al SARS-Cov-2 a conferma della sua origine da laboratorio.
A pubblicare la ricerca sui prioni killer è Jean Claude Perez, lo stesso matematico francese (già sindaco della bellissima Carcassonne) che insieme a Montagnier pubblicò la ricerca sull’HIV dentro l’agente patogeno del Covid-19.
Tale studio fu poi superato da quello del bio-ingegnere francese Pierre Bricage, consulente NATO, che Gospa News ha pubblicato in esclusiva insieme agli esperimenti sui virus chimerici ricombinanti con SARS del 2003 infettato da HIV condotti dal Wuhan Institute of Virology “in un affare tra Cina e Usa”, come sentenziò Montagnier, che però fu avviato da un finanziamento della Commissione Europea, oggi più che mai decisa a occultare l’origine artificiale del SARS-Cov-2 per proseguire la propaganda a favore dei pericolosi vaccini antiCovid.
«Si evidenzia la presenza di una regione Prionica nelle diverse proteine Spike del virus SARS-CoV2 originario così come di tutte le sue successive varianti ma anche di tutti i “vaccini” costruiti su questa stessa sequenza dello Spike SARS-CoV2 di Wuhan . Paradossalmente, con una densità di mutazioni 8 volte maggiore di quella del resto dello spike, la possibile dannosità di questa regione Prionica scompare completamente nella variante Omicron» è quanto scrivono nell’Abstract dello studio Perez, pensionato ora attivo nel Centro europeo di ricerca IBM sull’intelligenza artificiale Montpellier Francia, insieme alla neurologa Claire Moret-Chalmin, dove compare anche la firma in memoria di Montagnier che per primo aveva lanciato l’allarme sul fenomeno patologico.
«Analizziamo e spieghiamo le cause di questa scomparsa della regione Prion della Spike di Omicron. Allo stesso tempo, stiamo analizzando la concomitanza di casi, verificatisi in vari paesi europei, tra le prime dosi di vaccino mRNA Pfizer o Moderna e l’insorgenza improvvisa e rapida dei primi sintomi della malattia di Creutzfeldt-Jakob, che di solito richiede diversi anni prima di osservare i suoi primi sintomi» aggiungono gli scienziati.
«Per riassumere, dei 26 casi analizzati, i primi sintomi di CJD sono comparsi in media 11,38 giorni dopo l’iniezione del “vaccino” COVID-19. Di questi 26 casi, 20 erano morti al momento della stesura di questo articolo mentre 6 erano ancora vivi. I 20 decessi si sono verificati solo 4,76 mesi dopo l’iniezione. Tra questi, 8 di loro portano a una morte improvvisa (2,5 mesi). Tutto ciò conferma la natura radicalmente diversa di questa nuova forma di CJD, mentre la forma classica richiede diversi decenni».
E’ il lapidario commento finale dell’Abstract della lunga e dettagliata ricerca. Va ricordato che i problemi neurocerebrali da vaccini sono stati segnalati anche da uno studio del NIH, l’Istituto Nazionale della Salute degli Usa, che ha rilevato casi di danni permanenti con sintomi da “long-covid”.
Mentre sono ormai numerosi gli scienziati che hanno evidenziato la pericolosità della proteina Spike manipolata geneticamente per costruire i vaccini a RA o DNA messaggero.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
11/06/2022
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