Torino diventa un polo della tecnologia militare NATO. Bisognerà aggiornare i terribili scenari che cercano di prevedere i primi bersagli colpiti in caso di guerra aperta fra Russia e NATO, ovvero Stati Uniti.
Non ha avuto l’eco che meritava l’annuncio dato in proposito dal sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè. Il polo tecnologico NATO a Torino è una faccenda grossa, attorno alla quale girano fior di quattrini. Si concretizzerà praticamente alla velocità della luce, ovvero già nel 2023.
Si tratta, per così dire, di una costola di DIANA, Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (“Acceleratore di innovazione nella difesa per l’Atlantico del nord”), il programma di avanzamento della tecnologia militare che la NATO ha lanciato in aprile e finanziato a fine giugno con un miliardo di euro.
Torino è la sede di uno dei nove “acceleratori” incaricati di sfidare russi e cinesi in materia di aerospazio, intelligenza artificiale, biotecnologie, bioingegneria, computer quantistici, sicurezza informatica, motori ipersonici, robotica, industria navale e telecomunicazioni.
Davanti a questo, ha fatto le fusa anche il M5S, un partito che si è presentato alle ultime elezioni politiche con un programma che contemplava la riforma della NATO, il disarmo nel Mediterraneo e la “riflessione” a proposito dell’appartenenza dell’Italia all’alleanza. Il Consiglio comunale ha approvato addirittura una mozione che chiede all’amministrazione comunale di fare tutto il possibile per trasformare Torino nella capitale europea dell’intero programma DIANA: ben oltre la dimensione del semplice “acceleratore”.
La sede del polo tecnologico NATO sarà nelle ex officine Grandi Riparazioni, dove per oltre un secolo generazioni di ferrovieri hanno effettuato la manutenzione di treni e locomotive, e dal 2026 nella Città dell’Aerospazio ancora in progetto: un’impresa, quest’ultima, che coinvolge Leonardo, l’azienda dell’aerospazio e della difesa il cui maggior azionista è il ministro delle Finanze, e il Politecnico di Torino.
Lavorare con il mondo accademico è uno degli obiettivi dichiarati di DIANA. Università e Politecnici legati a doppio filo alla sfera bellica e militare? Anche questo meriterebbe una riflessione.
GIULIA BURGAZZI
18/07/2022
Torino diventa un polo della tecnologia militare NATO – Visione TV