Andrew Korybko – 31708/2022
Interpreting Putin & Kosachev’s Condolences Over Gorbachev’s Death (substack.com)
Non è contraddittorio né sorprendente per qualcuno come il presidente Putin riconoscere contemporaneamente l’urgente necessità di riforme durante la tarda era sovietica, lamentare le conseguenze geopolitiche e umanitarie ultra-disastrose della relativa attuazione di Gorbaciov e difendere gli interessi della sua grande potenza risultante in linea con il diritto internazionale, il tutto senza mai puntare al ripristino di quell’ex superpotenza comunista.
I media mainstream occidentali (MSM) guidati dagli Stati Uniti hanno aggressivamente spinto la falsa narrativa della guerra dell’informazione secondo cui la cosiddetta “Russia di Putin” presumibilmente vuole “ripristinare l’URSS”, eppure questa interpretazione distorta delle intenzioni geostrategiche di quella Grande Potenza è stata semplicemente screditata nientemeno che dal leader russo stesso e da uno dei principali responsabili della politica estera di quel paese che lamentava la morte dell’ex leader sovietico Mikhail Gorbaciov. Il presidente Vladimir Putin lo ha elogiato per aver compreso la necessità di riforme per problemi urgenti, mentre il vice presidente del Consiglio della Federazione russa e presidente della sua commissione per gli affari esteri Konstantin Kosachev ha affermato che la sua morte è stata “una tragedia per il paese e per tutti quelli tra noi la cui vita è cambiata in meglio con il suo aiuto”.
Queste condoglianze non corrispondono a ciò che ci si aspetterebbe da un presunto “neo-coloniale / imperialista” e “revisionista” degli alti funzionari dello stato a cui il pubblico occidentale è stato sottoposto a lavaggio del cervello dal loro MSM nel pensare che sono ancora aspri sul crollo dell’URSS che lo stesso Gorbaciov ha presieduto. Al contrario, sono estremamente orgogliosi dell’indipendenza del loro paese da quella superpotenza, anche se molti russi si rammaricano ancora di quanto caoticamente si sia svolto questo processo e alcuni addirittura desiderano che lo spirito delle sue riforme sia riuscito a tenerlo insieme. Il portavoce presidenziale Dmitry Peskov lo ha espresso meglio quando ha citato la famosa battuta del suo capo che “Non hai un cuore se non rimpiangi il crollo dell’Unione Sovietica, ma non hai il cervello se vuoi che venga ripristinato”.
Questa osservazione e l’altra su come la dissoluzione dell’URSS “è stata la più grande catastrofe geopolitica del secolo” sono state maliziosamente interpretate dal MSM per manipolare il loro pubblico mirato a pensare erroneamente che il presidente Putin si batta per la restaurazione dell’URSS anche se non vuole nulla del genere. Difendere con fiducia i propri interessi geostrategici in linea con il diritto internazionale dopo aver riacquistato la forza necessaria per farlo come ha fatto la Russia non è lo stesso che vuole ricostruire quell’ex superpotenza, per non parlare di replicare la sua struttura interna. Né, del resto, significa che sia stato influenzato dagli scritti correlati di Alexander Dugin, non importa quanto disperatamente alcuni vogliano immaginare che quest’ultimo sia un moderno “Rasputin”.
Piuttosto, è oggettivamente il fatto che il crollo dell’Unione Sovietica che Gorbaciov ha presieduto e che ha inavvertitamente reso irreversibile attraverso le sue riforme ben intenzionate ma mal attuate è stato davvero “la più grande catastrofe geopolitica del secolo” e “una vera tragedia” per il popolo russo come ha notato la parte successiva della seconda citazione del presidente Putin. Per quanto riguarda il primo, ha immediatamente posto fine al sistema mondiale bipolare che fino ad allora aveva tenuto sotto controllo gli Stati Uniti in una certa misura, mentre il secondo si riferisce a come “Decine di milioni di cittadini e connazionali [russi] si sono trovati oltre i margini del territorio russo”. Non solo, ma l’inizio dell’unipolarismo ha portato alla morte di milioni di persone e all’impoverimento di molti altri in tutto il Sud del mondo.
Non è quindi contraddittorio né sorprendente per qualcuno come il presidente Putin riconoscere contemporaneamente l’urgente necessità di riforme durante la tarda era sovietica, lamentare le conseguenze geopolitiche e umanitarie ultra-disastrose della relativa attuazione di Gorbaciov e difendere gli interessi della sua risultante Grande Potenza in linea con il diritto internazionale, il tutto senza mai puntare al ripristino di quell’ex superpotenza comunista. L’ultimo leader dell’URSS ha un’eredità molto più brutta di quella che sostiene il MSM a causa delle conseguenze connesse alle politiche ben intenzionate di cui era responsabile, ma allo stesso tempo, i funzionari russi contemporanei sono sinceramente tristi per la sua scomparsa poiché era anche inconsapevolmente responsabile dell’indipendenza del loro paese.