Quanti casi di miocardite da vaccino? Ce lo dicono dalla Thailandia, con la sorveglianza attiva che manca in Italia

Eugenio Serravalle (medico) – Set 1, 2022

Quanti casi di miocardite da vaccino? Ce lo dicono dalla Thailandia, con la sorveglianza attiva che manca in Italia – AsSIS

E’ stato pubblicato su una rivista peer review, lo studio che, unico del suo genere, ha esaminato gli eventi cardiovascolari, in particolare pericarditi e miocarditi da vaccino BNT162b2 ad un gruppo di adolescenti thailandesi.

Si tratta di uno studio prospettico di coorte, di fatto è la descrizione della sorveglianza attiva post-vaccinale, quella sorveglianza che da tempo chiediamo che venga attivata anche in Italia. L’AIFA e le agenzie internazionali dovrebbero pretendere l’esecuzione di studi del genere, con campioni di popolazione ampi, nei vari gruppi di età; intanto ci accontenteremo di studiare i risultati prodotti in Thailandia dall’osservazione di un gruppo di 301 adolescenti. Non è un campione ampio, ma i risultati sono significativi. E allarmanti. Confermano le preoccupazioni sui possibili eventi avversi dei vaccini, sconosciuti al momento della commercializzazione per uso emergenziale, i dubbi sulla fretta che ha portato ad accorpare o addirittura saltare alcune fasi delicate di sperimentazione, i pochi soggetti compresi negli studi clinici, i tempi troppo brevi di osservazione, e, per finire, l’assenza di sorveglianza attiva dopo la somministrazione di massa.

E’ proprio questo che fornisce lo studio thailandese: dati su cosa avviene realmente dopo l’inoculazione.

301 studenti di età tra 13 e 18 anni, sani e senza patologie cardiache prima della somministrazione della seconda dose di vaccino, hanno ricevuto una scheda diario per registrare i sintomi cardiaci. I dati presi in considerazione comprendevano anche ECG, ecocardiografia ed enzimi cardiaci fatti prima del vaccino e dopo 3, 7 e 14 giorni. I partecipanti che sviluppavano effetti cardiovascolari o altri eventi avversi potevano telefonare al ricercatore principale e ricevere assistenza da parte dell’équipe medica dell’Ospedale per le Malattie Tropicali per una valutazione. In caso di ECG anormali, reperti ecocardiografici patologici o un aumento degli enzimi cardiaci, i ragazzi venivano monitorati per valutazioni successive in base all’andamento clinico. Non è un lavoro particolarmente difficile o complesso. Basta volerlo fare!

Gli eventi avversi cardiovascolari si sono presentati nel 29,24% dei ragazzi:

  • Tachicardia 7,64%
  • Respiro corto 6,64%
  • Palpitazioni 4,32%
  • Dolore al petto 4,32 %
  • Ipertensione 3,99 %
  • Prolasso valvola mitralica 3,99%
  • ≥1 marcatore cardiaco elevato o valutazione di laboratorio positiva 2,33%
  • 1 miocardiopericardite confermata, 2 pericarditi sospette (minima effusione pericardica, RM compatibile), 4 miocarditi subcliniche sospette (troponina 15-39 ng/L, ECG anormali, ma asintomatici)

Due pazienti sono stati ricoverati in ospedale e un paziente è stato seguito in terapia intensiva, principalmente per l’osservazione dell’aritmia.

In conclusione, con la sorveglianza attiva, le anomalie all’ECG si osservano nel 17,94% e le mio-pericarditi si manifestano nel 2,33% dei ragazzi vaccinati.

A conclusioni simili era giunto invece un enorme studio di coorte, realizzato su 23,1 milioni di residenti nordici di età pari o superiore a 12 anni. Il rischio di miocardite era maggiore entro 28 giorni dalla vaccinazione sia con BNT162b2 che con mRNA-1273 rispetto all’essere non vaccinati, e maggiore dopo la seconda dose di vaccino rispetto alla prima dose. Il rischio era più pronunciato dopo la seconda dose di Moderna rispetto alla seconda dose di Pfizer e il rischio era più alto tra i maschi di età compresa tra 16 e 24 anni. Emerge dall’osservazione che si verificano da 4 a 7 eventi in eccesso entro 28 giorni per 100 000 vaccinati dopo una seconda dose di Pfizer e da 9 a 28 eventi in eccesso entro 28 giorni ogni 100 000 vaccinati dopo una seconda dose di Moderna.

La letalità da COVID in queste fasce di età, nei soggetti sani è prossima allo zero statistico e sono mesi che dall’analisi degli studi compare il rischio di miocardite soprattutto nei giovani maschi.

Il rapporto rischio beneficio è evidente, se si cerca davvero di conoscere l’entità del rischio.

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