Un rigassificatore a Piombino, sia a terra che in mare, presenta criticità tanto rilevanti da non poter essere accettato. Si tratta di un impianto ad alto rischio sottoposto alla disciplina degli incidenti rilevanti. I rischi possibili sono molti: centinaia di migliaia di m3 di gas liquefatto che, tornato allo stato gassoso, aumenta il proprio volume fino a 600 volte. Avrà un inevitabile impatto sull’ambiente: lo scambio termico alla base del processo di rigassificazione prevede l’utilizzo dell’acqua di mare e ciò comporterà l’immissione in mare di ingenti quantità di acqua fredda clorata e di schiume in un golfo con scarsa circolazione di correnti, con conseguenze sull’ecosistema e sulla fauna marina. Ci chiediamo inoltre quale possa essere la fascia di sicurezza per il porto di Piombino, considerati gli intensi traffici marittimi e la contiguità della banchina con la terraferma.
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