Introduzione di Fabio Giuseppe Carlo Carisio – 14/09/2022
Il linguaggio diplomatico non è né simile a quello della strada né a quello delle aule di tribunale dove ogni concetto deve essere specificato.
Il linguaggio diplomatico, a volte, per non lanciare pesanti accuse, evidenzia la soluzione necessaria invece di puntare il dito contro il problema grave e appariscente.
È il caso del funzionario delle Nazioni Unite che invece di dire apertamente che l’Ucraina sta portando forniture di grano all’Unione europea invece dei paesi africani poveri che avevano visto i prezzi dei cereali aumentare di dieci volte, preferisce usare una dialettica più morbida.
Il grano ucraino dovrebbe andare nei paesi poveri, dice, senza ammettere che quindi non ci andrà, come denunciato dal presidente russo Vladimir Putin che ha firmato un accordo con Kiev sull’esportazione grazie alla mediazione della Turchia.
Per settimane, il regime filonazista di Volodymyr Zelensky sostenuto dalla NATO e dall’Unione Europea ha denunciato il problema del blocco navale a Odessa che impediva l’esportazione di grano verso i paesi africani bisognosi.
Una volta ottenuto il via libera da Mosca per il transito dei carichi con il prezioso cereale, l’Ucraina sembra aver dimenticato i paesi in difficoltà, aiutato invece con le spedizioni della Russia.
Perché allora tante polemiche e tante discussioni? Semplice. Gran parte del grano dei piantatori ucraini non è di proprietà di questo paese ma di multinazionali americane a cui lo stesso presidente Zelensky aveva venduto la terra anni prima dell’inizio dell’operazione militare russa per difendere il Donbass lanciata il 24 febbraio 2022.
«Un testo si è recentemente diffuso sui social media (anche sulla pagina Facebook de Il Giardiniere) sostenendo che “tre grandi multinazionali statunitensi hanno acquistato 17 milioni di ettari di terra privilegiata da Zelensky”. In precedenza, le voci di una tale presunta vendita di “metà dell’Ucraina a Monsanto, Cargill e Dupont” erano state amplificate in una piccola galassia di vari siti pro-cospirazione che in alcune versioni hanno anche appuntato la responsabilità sui soliti sospetti, George Soros e le élite finanziarie globali (tra cui Warren Buffett, Bill Gates e i fondi di investimento Blackstone, BlackRock e Vanguard)» ha scritto un’inchiesta del quotidiano italiano Il Manifesto.
L’articolo integrale su: US Grain Lobby against Poorest Countries. Cereal Exported from Ukraine didn’t Reach People who Need it. UN Commissioner Said – gospanews.net
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