Rete Ambientalista – Rassegna del 3 Ottobre 2022
Fuori trivelle e truppe d’occupazione dalla Valsusa.
In questi giorni la Valle di Susa si è di nuovo ritrovata catapultata nella frenesia delle movimentazioni da parte di chi vuole il Tav. Trivelle, decine e decine di forze dell’ordine, spostamenti di materiali “sospetti” in gran segreto, strade bloccate. Sono 30 anni che lo ripetiamo e, oggi più che mai, in un momento di crisi sociale, climatica e politica, non vogliamo che il nostro territorio venga distrutto per diventare un corridoio di inquinamento invivibile, adatto solo più alla fantomatica narrazione del traffico di merci (dati parlano chiaro e tali flussi non sono minimamente previsti) e a chi vuole mettere le mani nel grande borsello del profitto.
Ecco la mappa dei siti inquinati in Liguria.
Sarebbe da verificare quante bonifiche non sono state tali e quanti sono i siti inquinati ancora ignorati.
Mattarella, non chiuda gli occhi sulla strage dei morti sul lavoro.
Dal 1 gennaio 2008, l’Osservatorio nazionale di Bologna è l’unico in Italia che monitora realmente i morti sul lavoro. Chiuderà alla fine di quest’anno per il fallimento di questa iniziativa: cioè per l’insensibilità dello Stato, della Politica e di chi se ne dovrebbe occupare e non lo fa. Il numero REALE di morti è quello rilevato dall’Osservatorio: il 30% in più di quello falso diffuso da INAIL, in questi 15 anni invece sono morti complessivamente per infortuni oltre 20.000 lavoratori. Dall’inizio di questo anno sono morti 1186 lavoratori. Carlo Soricelli, fondatore dell’Osservatorio, scrive al presidente della Repubblica.
Non arrendiamoci alla guerra! Sabato 8 ottobre vieni anche tu ad Assisi!
Per iscriversi e partecipare: adesioni@perlapace.it Per info: Tel. 3356590356
Memoria e Futuro: tra Resistenza e Nonviolenza.
Il programma sulla locandina.
Respinto il minaccioso discorso di Putin.
La Comunità internazionale. Compatta ha respinto il pericoloso discorso di Putin.
Putin, ha firmato i decreti con i quali le Repubbliche popolari passano sotto il diretto controllo di Mosca. Il capo del Cremlino ha toccato tre punti fondamentali: «I territori conquistati diventeranno russi per sempre»; «Kiev cessi le ostilità, noi siamo pronti a negoziare»; «L’egemonia dell’Occidente è finita per sempre: da secoli i Paesi occidentali affermano di portare libertà e democrazia alle altre nazioni, è esattamente il contrario: invece della democrazia portano repressione e sfruttamento; invece della libertà schiavitù e violenza. L’intero ordine mondiale unipolare è intrinsecamente antidemocratico e non-libero, è ingannevole ed ipocrita in tutto e per tutto”.
Julian Assange. Il giornalismo non è un crimine.
Il programma del convegno sulla locandina.
Decolonizzare Israele, liberare la Palestina.
Un unico stato democratico per Palestinesi e Israeliani. Incontro con Jeff Halper sul suo ultimo libro.
Lo scaricabarile della Solvay adottato anche per la bonifica.
La corsa ad ostacoli della bonifica Solvay
Nel disastro ecosanitario della Solvay di Spinetta Marengo, il metodo dello scaricabarile, adottato da azienda in combutta coi politici in Piemonte per le indagini epidemiologiche e ambientali, (clicca qui), è ovviamente in auge –abbinato- anche per la bonifica del martoriato territorio alessandrino. Infatti, il procedimento penale avviato nel lontano 2008, e conclusosi nel 2019 in Cassazione con una ultimativa sentenza di risanamento a spese della multinazionale belga, non è mai sfociato in vera bonifica: neppure per quanto riguarda le falde avvelenate da cromo esavalente e altri ventuno tossicocancerogeni, men che meno per le emissioni in atmosfera di cloruri e cloroformi neanche considerati in sentenza, anzi, né con l’emergere dell’inquinamento acqua-aria-suolo e nel sangue dei pfas Pfoa C6O4 ADV. Invece di emettere ordinanze immediate di fermate degli impianti inquinanti, i politici si eclissano dietro una procedura di bonifica che si presta opportunamente come una corsa ad ostacoli per inciampare la bonifica stessa. Continua sul Sito.
Solvay fa muro (di gomma) a chiudere i PfAS.
Annunciato un piano d’azione europeo per mettere al bando ai sensi del regolamento Reach circa 7mila sostanze chimiche tra cui Pfas e Bisfenoli, entrambi prodotti e usati dalla Solvay di Spinetta Marengo. Tra le industrie, la Solvay è la prima ad opporsi al piano opponendo un muro di gomma per ostacolare e ritardare la chiusura delle produzioni dei Pfas. Continua sul Sito.
PFAS. Medici che onorano il giuramento di Ippocrate.
Rosamaria Gatti è la dottoressa che materialmente ha effettuato i prelievi di sangue alla ricerca dei PFAS, casa per casa di Alessandria e Spinetta Marengo, famiglia per famiglia, quando i giornalisti della TV belga sono arrivati per realizzare il film-documentario e l’indagine ematologica concordati con Comitato Stop Solvay e Movimento di lotta per la salute Maccacaro. L’ indagine, dell’Università di Liegi, ha fornito risultati devastanti di contaminazione del sangue di cittadini e lavoratori della Solvay. La dottoressa Gatti si è prestata a contribuire a questa indagine scandalizzata che non sia stata compiuta dagli Enti pubblici. Continua sul Sito.
Due medici al centro dei processi PFAS di Vicenza e Alessandria. Giovanni Costa.
Giovanni Costa è indagato al processo Miteni a Vicenza, e ritengo debba esserlo nel nuovo processo Solvay in avvio ad Alessandria. Chi scrive può essere chiamato a testimoniare, documenti alla mano, le responsabilità del professor Costa. Può già farlo a confermare la testimonianza fiume del maresciallo maggiore del Noe di Treviso Manuel Tagliaferri resa in Corte d’Assise del Tribunale di Vicenza, che vede imputati 15 manager di Miteni, Icig e Mitsubishi Corporation, accusati a vario titolo di avvelenamento delle acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari. Il sottoscritto può testimoniare di aver denunciato pubblicamente le responsabilità del Costa già dal 2009 con l’accusa “di occultare la gravità della condizione sanitaria dei lavoratori e dei cittadini ingannando l’ignavia dell’Arpa. Costa, pur conoscendo tutti gli studi (quarantennali) e i divieti e i risarcimenti internazionali nonchè i livelli ematici di avvelenamento riscontrati fra i lavoratori, invece di chiedere per primo il bando della sostanza inesistente in natura, vende la sua autorità per reiterare rassicurazioni – mentendo anche in scandalose assemblee con i lavoratori- che essa non provoca malattie, tumori/malformazioni/alterazioni sessuali… ma sarebbe pressoché innocua o benefica all’uomo. L’abbiamo invano sfidato ad un confronto pubblico tramite un fondamentale documento (depositato in Procura) articolato in 24 dettagliatissimi punti / capi di imputazione quanto meno morali”. Continua sul Sito.
Due medici al centro dei processi PFAS di Vicenza e Alessandria. Dario Consonni.
Nei primi anni di gestione Solvay, nel 2003, la media di Pfoa nel sangue di chi era esposto alla lavorazione poteva arrivare anche a 5mila microgrammi litro. Le analisi venivano effettuate da un laboratorio di Brema creato dalla Dupont in Europa, dove venivano spediti, dal 2004, anche i campioni della ditta Miteni che a Vicenza produceva il Pfoa per Solvay. Due medici si confrontano per oltre vent’anni nella lettura dei dati del sangue delle coorti Miteni e Solvay. Giovanni Costa, medico interno di Miteni e professore dell’università statale di Milano, che nel 2009 ha pubblicato un primo studio sull’incidenza del Pfoa nel colesterolo. E Dario Consonni, epidemiologo che visita più volte lo stabilimento per coordinare la ricerca e che firma come terzo nome lo studio. Continua sul Sito.
PFAS. I lavoratori in penale se la passano male. Meglio il civile ad Alessandria e Vicenza.
Il procedimento penale per le malattie professionali accusate dai lavoratori della Miteni di Trissino subisce una battuta d’arresto per la richiesta di archiviazione del pubblico ministero Alessia La Placa. i lavoratori della Miteni sono ad oggi i più contaminati nella letteratura medica mondiale: trovati fino a 91.900 nanogrammi di Pfas per millilitro di sangue, molti hanno o stanno affrontando patologie cardiovascolari, tumori, conseguenze psicologiche gravissime. Il collegamento ai Pfas è più che plausibile dati i risultati dei numerosissimi studi medico-scientifici internazionali, anche veneti. Determinante la posizione dei periti interpellati dal pubblico ministero: La Pira e Di Bello. Ebbene, è come avevamo avvertito due anni fa (clicca qui), il professor Enrico Pira ce lo saremmo ritrovato nei processi di Vicenza e di Alessandria, perché è indiscutibilmente l’illustre baluardo scientifico dei grandi inquinatori italiani per i quali esercita esclusivamente la professione di consulente giudiziario al fine di scagionarli per le morti e le malattie dei propri dipendenti.
La Cgil ha inoltrato all’Inail 43 domande di riconoscimento di malattia professionale dei lavoratori esposti: di queste l’Inail ne ha finora accolte 19, riconoscendo che il solo bioaccumulo nel sangue di Pfas è un danno perché può favorire l’insorgenza di una serie di patologie correlate; altre 21 sono in fase di valutazione e 3 sono state respinte. Anche questo riconoscimento farebbe propendere -sia ad Alessandria che a Vicenza- per la via del procedimento giudiziario in sede civile delle Vittime fisiche piuttosto che in sede penale. Continua sul Sito.
Divieti di utilizzo dei pfas nei vestiti.
Dalle schiume antincendio agli imballaggi alimentari e ai tessuti, i prodotti chimici PFAS sono ampiamente utilizzati per le loro proprietà antiaderenti e resistenti all’acqua. I problemi di salute per assorbimento di Pfas preoccupano gli scienziati in particolare per i giovani il cui peso corporeo inferiore e lo sviluppo sensibile possono comportare una maggiore minaccia per la vita. Continua sul Sito.
Ammalati di Pfas prima ancora di nascere.
Se avete avuto un figlio negli ultimi anni, c’è un’altissima probabilità che sia entrato a contatto con gli Pfas mentre era ancora nell’utero. In questo periodo, 40 studi scientifici indipendenti tra loro – rianalizzati da EWG, una ong statunitense – hanno analizzato oltre 30mila tessuti provenienti da cordoni ombelicali. Il risultato è disarmante e parla chiarissimo: tutti i campioni, nessuno escluso, avevano tracce di contaminazione da Pfas. Continua sul Sito.
La toppa peggio del buco. Disastro ambientale Solvay garantito fino al 2050.
Rosignano Solvay, secondo l’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente), è tra i 15 tratti costieri più inquinati del Mediterraneo a causa degli “sversamenti di gesso e calcare, metalli pesanti bioaccumulabili quali mercurio, arsenico, cadmio, cromo e piombo”. Breve storia: dagli esposti per disastro all’accordo ambientalista per ridurre le emissioni… entro il 2050. Duemilacinquanta? Ma non tutti gli ambientalisti… Continua sul Sito.