Giuseppe Salamone – 27/10/2022
“Ci ho messo 7 anni per condurre il Governo italiano verso una apertura a sinistra. E posso dirle che mi ci vorranno meno di 7 anni per far uscire l’Italia dalla NATO e metterla alla testa dei paesi neutrali” .
In questo cablogramma del 7 agosto 1962 il Regno Unito veniva informato di una conversazione di Enrico Mattei. Questo cablogramma, manco a dirlo, è stato pubblicato da Julian Assange, giusto per farci un idea di ciò che è stato e che potrebbe essere quest’uomo per l’informazione libera.
Enrico Mattei che durante la Resistenza ebbe un ruolo importantissimo col nome di battaglia Marconi, l’aveva capito che indipendenza energetica significa indipendenza economica, che significa a sua volta indipendenza politica. Ed infatti dedicò la sua vita per la libertà energetica italiana. Fondò l’Eni e mise in discussione il monopolio delle multinazionali del gas e del petrolio, butta all’aria gli equilibri politici creati dagli USA in Italia nel dopoguerra.
Sfidò apertamente e con grandissime possibilità di vittoria le “sette sorelle”: Exxon, Shell, British Petroleum, Mobil, Chevron, Gulf e Texaco. A parte la Shell, olandese, e la British, britannica, le altre cinque erano tutte società statunitensi. Per questo fu definito dagli USA come un “pericoloso Comunista”.
La sua è la visione”Mediterranea”, la sua è una visione di paese non subalterno nel clima di Guerra Fredda e allo stesso tempo centrale nel teatro geopolitico ed economico del Mediterraneo.
Nel 1958 stipula il primo contratto di acquisto di petrolio col governo Russo, l’anno successivo lo amplia. Scambia il petrolio con prodotti Eni: gomma sintetica, tubi di acciaio per oleodotto, pompe, saracinesche e compressori per oleodotti.
Il Governo Sovietico, che fino a quel momento produceva circa 400 mila tonnellate al giorno di petrolio, si dichiara pronto a fornirne 12 milioni in 4 anni. I pozzi dell’Eni in quel momento ne fornivano 1 milione all’anno in Egitto e 2 milioni circa invece quelli in Iran. Giusto per avere un ordine di grandezza.
Riesce ad ottenere un prezzo per il greggio Russo di 0,67 cent di dollaro al barile contro il prezzo di listino del momento di 1,59 cent di dollari al barile. Questo accordo consente ad Eni di abbassare sensibilmente il prezzo della benzina.
Nel 1960 il New York Times accusava Mattei “di non mantenere i patti stipulati nel dopoguerra, di avere rotto gli equilibri del mercato dei prodotti petroliferi, scavalcando e danneggiando con la sua egoistica autonomia non solo gli interessi delle grandi compagnie ma anche di avere compromesso futuri equilibri politici”.
Vincenzo Calia, PM che mise assieme migliaia di documenti, testimoni e perizie si espresse in questo modo: «Mattei si poneva come obiettivo l’autonomia energetica dell’Italia, la sua scomparsa azzerò quel progetto industriale e il nostro Paese tornò a dipendere dai grandi produttori internazionali».
Mauro De Mauro, giornalista de “L’Ora” si era avvicinato troppo al mistero dell’incidente aereo, e otto anni dopo, nel momento in cui stava per svelare la verità sull’omicidio di Mattei, fu fatto fuori.
Il 27 ottobre 1962 moriva nel cielo di Bascapè, nel Pavese, Enrico Mattei.
Questi sono i benefici che l’atlantismo ha portato all’Italia. Benefici che oltre ai danni non prevedono manco la verità.