Fabio Giuseppe Carlo Carisio – 08/11/2022
«Mentre il rischio relativo di ospedalizzazione nel 2021 rispetto al 2019 è diminuito per quasi tutte le malattie, è stato osservato un aumento del rischio relativo per miocardite (28,0%) ed embolie polmonari (10,0%). Nel 2020 anche il rischio relativo di ospedalizzazione rispetto al 2019 è diminuito per quasi tutte le malattie, ma è rimasto stabile per la miocardite ed è aumentato del 4,0% per le embolie polmonari. Nel 2021 la differenza di miocardite ha coinciso con la campagna di vaccinazione nei giovani. L’aumento dell’embolia polmonare si è verificato prevalentemente nelle donne anziane, con una debole ma ancora evidente coincidenza con la campagna vaccinale»
Questi sono i risultati di una ricerca appena pubblicata sulla rivista specializzata MedRxiv (partner del British Medical Journal) da un gruppo di medici francesi del Centre Hospitalier Universitaire de Nimes e del Montpellier University Hospitals (Thierry Boudemaghe, Lucas Leger, Antonia Perez-Martin,Carey M Suehs, Jean-Christophe Gris). Questo studio è stato sostenuto da un finanziamento interno del Nimes University Hospital (lo sponsor dello studio).
L’articolo è ancora in attesa di revisione essendo stato pubblicato solo lunedì 7 novembre ma basandosi su un’analisi statistica di numeri può considerarsi assolutamente attendibile.
Come si spiega nel sommario della ricerca i dottori francesi hanno condotto «uno studio di coorte basato sulla popolazione a livello nazionale. Impostazione del database delle dimissioni ospedaliere francesi tra il 1 gennaio e il 30 ottobre nel 2019, 2020 e 2021. Partecipanti Nuovi pazienti ricoverati in ospedale per malattie vascolari nella Francia metropolitana. Un paziente è stato considerato incidente per una morbilità se non presente nel database nei due anni precedenti con la morbilità come motivo principale di ricovero».
Lo scopo della ricerca era quello di monitorare l’impatto dell’emergenza da virus SARS-Cov-2 nelle strutture sanitarie ma ha confermato l’allarme già lanciato da altre ricerche sulle miocarditi nei giovani e sulle embolie polmonari autoimmuni previste da università cinesi nel lontano ottobre 2020, ancor prima che i sieri genici a RNA messaggero fossero messi in commercio, in uno studio allarmante ignorato dall’intera comunità scientifica internazionale ma puntualmente pubblicato in anteprima mediatica da Gospa News.
«La pandemia di covid-19 ha indotto una grave interruzione dell’attività ospedaliera. Le malattie cardiovascolari rappresentano un grave onere sanitario nei paesi industrializzati e sono seconde in Francia in termini di posti letto ospedalieri. Considerando le risorse mobilitate e il problema di salute pubblica coinvolto, è necessario studiare l’impatto della pandemia sulla loro incidenza. Obiettivo Monitorare i cambiamenti nell’incidenza delle malattie cardiovascolari negli anni 2020 e 2021 rispetto al 2019» scrivono i docenti del Centro Ospedaliero Universitario di Nimes.
Le loro conclusioni danno quasi per scontata la correlazione tra vaccini antiCovid e patologie cardiache e polmonari e sollecita quella attentata anamnesi dei pazienti a rischio più volte auspicata da molteplici medici italiani nella richiesta di “prescrizioni mediche specialistiche” per la somministrazione delle sperimentali biotecnologie farmacologiche ma rifiutata dall’Agenzia Italiana del Farmaco che, a due anni dall’inizio delle inoculazioni, ha poi sancito la necessità della visita specialistica solo per la somministrazione della quinta dose (o secondo booster) nelle persone affette da patologie immunitarie.
«Il deficit nell’assistenza ai pazienti con manifestazioni aterotrombotiche acute nel 2021 e nel 2020 mostra un fallimento da parte del sistema sanitario francese nel correggere le carenze del 2020. L’eccesso di rischio per l’embolia polmonare non può essere interamente spiegato dal covid-19 o dall’immunità indotta dal vaccino trombocitopenia trombotica. Ciò giustifica lo studio del rapporto rischio/efficacia di una tromboprofilassi temporanea in soggetti a rischio prima del vaccino».
Tra i firmatari c’è anche il dottor Carey Suehs che ha dovuto segnalare un conflitto d’interessi per “sovvenzioni e compensi personali da Astra Zeneca, sovvenzioni da GSK, non correlate al lavoro in corso”. Ma nonostante ciò ha condiviso lo studio in cui si palesa l’incremento di miocarditi del 28 % tra i giovani in lapalissiana e implicita correlazione ai vaccini, come previsto da molti medici italiani tra cui il chirurgo milanese Andrea Stramezzi
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L’articolo integrale qui: VACCINI COVID: BOOM DI MIOCARDITI TRA I GIOVANI ED EMBOLIE TRA LE DONNE. Studio Shock dell’Ospedale Universitario di Nimes. E Prove di Danni Cardiaci dal Mondo Intero (gospanews.net)
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