Comunicato CC 30/2022 – 16 novembre 2022
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La lotta GKN, il congresso CGIL, le contorsioni del PD e il governo Meloni
Usare tutte le armi a disposizione, sfruttare tutti gli appigli che la situazione offre e avvalersi delle contraddizioni che il campo nemico presenta!
Il Collettivo di Fabbrica e gli operai della GKN hanno resistito ai licenziamenti di Melrose del 9 luglio 2021, hanno raccolto la solidarietà delle masse popolari locali, hanno costretto ministri e affaristi alla Borgomeo a implicarsi nella manovra per cacciarli dall’azienda senza però riuscire a cacciarli, sono diventati un centro nazionale di mobilitazione delle masse popolari e di coordinamento di organismi operai e popolari impegnati nella resistenza alle criminali attività con cui la borghesia imperialista, se non ci mettiamo termine, porta l’umanità alla rovina.
Proseguendo con creatività e iniziativa, ora si giovano anche dell’avvento del governo Meloni, il governo degli scimmiottatori del fascismo succube di USA-NATO e di UE-BCE, e hanno coinvolto l’amministrazione comunale di Firenze e il PD a sostenere la loro lotta contro lo smantellamento dell’azienda. Sono un esempio per tutti lavoratori di come usare tutte le armi per raggiungere quello che deve essere il fine di tutti loro: costituire un governo di emergenza popolare e avanzare verso l’instaurazione del socialismo.
USARE il XIX Congresso della CGIL per portare al maggior numero di lavoratori gli insegnamenti della lotta del Collettivo di Fabbrica e degli operai della GKN di Firenze: è quello di cui hanno bisogno anche solo per far fronte allo smantellamento delle aziende, alla precarietà, ai morti sul lavoro e alla mancanza di lavoro!
Non rassegnarsi a cassa integrazione e altri ammortizzatori sociali aspettando e sperando che nel frattempo passi la bufera (linea del “meno peggio” promossa dai sindacati di regime), ma fare di ogni azienda minacciata di delocalizzazione, chiusura, ristrutturazione un centro promotore della lotta contro lo smantellamento dell’apparato produttivo del paese. Prendere in mano la situazione con propri organismi, formare fin da subito in ogni azienda comitati che coalizzano gli operai combattivi indipendentemente dall’appartenenza sindacale. Quando Melrose ha mandato le lettere di licenziamento gli operai della GKN hanno potuto avvalersi del fatto che già da anni nell’azienda c’era un collettivo autorevole presso i circa 400 dipendenti: la lezione è di organizzarsi fin da subito, senza aspettare di essere sotto attacco. Tenere in mano l’iniziativa anche dopo i primi risultati, non affidarsi alle promesse dei padroni e delle loro autorità. L’arma principale degli operai è la mobilitazione di lavoratori e altre masse popolari contro lo smantellamento dell’apparato produttivo e contro le altre misure inique imposte dalla borghesia imperialista nelle aziende e nelle scuole, contro la criminale gestione della pandemia e la distruzione del servizio sanitario nazionale, contro le grandi opere inutili e dannose, contro la devastazione dell’ambiente e l’incombente catastrofe ecologica, contro la guerra e le “missioni umanitarie” che inducono milioni di uomini e donne ad emigrare.
Su questa base è possibile estendere la solidarietà alla lotta GKN e allo stesso tempo mettere in moto altri gruppi di lavoratori, altri collettivi di fabbrica come quello della GKN. In questo modo è possibile anche incastrare i vertici della CGIL a investire nel sostegno alla lotta l’apparato, le relazioni e gli strumenti di cui la CGIL dispone: in ogni assemblea congressuale far diventare il sostegno alla lotta del CdF e degli operai GKN il banco di prova della “agenda CGIL” illustrata nel documento di maggioranza!
GIOVARSI del PD che, per cercare di arginare il suo sfacelo elettorale, ha bisogno di rifarsi una verginità come oppositore del governo Meloni (dal decreto sui rave party ai migranti) e come paladino “del mondo del lavoro e delle periferie” che dopo averlo votato per anni lo hanno abbandonato. Ha in mano il Comune di Firenze (Nardella) e la Regione Toscana (Giani) e ora si può costringerlo a usarli nell’interesse dei lavoratori.
APPROFITTARE del fatto che il governo Meloni si erge a paladino del lavoro contro il Reddito di Cittadinanza (“metadone di Stato”) mentre fa i servizi a USA e UE. Sui 7.5 milioni di elettori che hanno votato Fratelli d’Italia, 6 milioni lo hanno fatto per opposizione all’agenda Draghi: se FdI non fosse stato all’opposizione, gran parte di loro si sarebbe aggiunta agli oltre 21 milioni di astenuti e voti in bianco e non validi. Gli stessi amministratori di FdI e anche della Lega a Piombino, nel Polesine e altrove (perfino nel consiglio comunale di Firenze) sono già ora costretti a dichiararsi contro le misure governative che eseguono l’agenda Draghi.
Il fermento nel nostro paese è tanto e cresce. I padrini della Repubblica Pontificia hanno dovuto affidare il governo del paese al partito degli scimmiottatori del fascismo del secolo scorso (i più sfegatati di quelli che in aperta violazione della Costituzione del 1948 si erano costituiti in partito già negli anni ‘40, che Tambroni cercò di sdoganare nel 1960 e che Berlusconi sdoganò nel 1994) e questi hanno accettato di fare un governo sottomesso a USA-NATO e UE-BCE: l’agenda Draghi è il reale programma che il governo Meloni cercherà di attuare. Sta a noi approfittare anche dell’opera di Giorgia Meloni.
Trasformare il malcontento, l’insofferenza, la protesta e la mobilitazione delle masse popolari in instaurazione del socialismo è il compito di noi comunisti: qui e ora si traduce nel moltiplicare le organizzazioni operaie e popolari, rafforzarle, coordinarle e orientarle a costituire un proprio governo d’emergenza.
In ogni lotta fare in modo che essa faccia sorgere un’organizzazione operaia o popolare formata da uno, due, tre o più persone che opera con continuità, continua a esistere anche quando la lotta è finita.
Per ogni organismo operaio e popolare individuare
– le iniziative che (stanti le forze e le risorse intellettuali, morali e pratiche di cui già dispone: uomini, conoscenze, relazioni, risorse finanziarie e mezzi di mobilitazione, di convinzione e di costrizione) è in grado di prendere e che accresceranno le sue forze e risorse e allargheranno e rafforzeranno la sua influenza e autorità;
– le persone che è in grado di reclutare;
– le relazioni che è in grado di sviluppare;
– gli appigli che il contesto presenta su cui è in grado di far leva e di cui è in grado di giovarsi;
– le brecce che il campo nemico presenta in cui è in grado di infiltrarsi e attraverso cui è in grado di irrompere e grazie alle quali è in grado di acuire le contraddizioni tra i nemici.
Mobilitare l’organismo a sfruttare le possibilità d’azione che abbiamo individuato.
Dalla chiusura della GKN da parte del fondo speculativo Melrose al caso di FTX, dalla filosofia applicata da Elon Musk ai lavoratori di Twitter all’abbrutimento per fame e per consumismo, dal riscaldamento climatico alla strage di migranti poveri e alla guerra: tutto questo non è il “capitalismo cattivo” (“vetero capitalismo”, “turbo capitalismo” e simili) da riformare perché non funziona, è il capitalismo dell’epoca imperialista: dell’epoca della rivoluzione socialista e della decadenza della società borghese. Nel secolo XX lo sviluppo dell’umanità è culminato in tutto il mondo nel modo di produzione capitalista. Grazie ad esso gli uomini hanno tolto ogni limite allo sviluppo delle forze produttive e alla propria capacità di conoscere e modificare l’ambiente in cui vivono e se stessi. Ma proprio per questo grande progresso, essi sono giunti al punto in cui, restando ancorati al modo di produzione capitalista, devastano e inquinano il mondo e se stessi e vanno verso la distruzione di entrambi. Il socialismo è la sola alternativa alla distruzione dell’umanità e del mondo che la borghesia imperialista impone prolungando la vita del suo sistema.
Da più di quarant’anni la borghesia e il clero prevalgono su di noi comunisti, stante l’esaurimento della prima ondata mondiale della rivoluzione socialista (1917-1976) e la dissoluzione a cui è approdato il primo paese socialista della storia, l’Unione Sovietica. Abbrutiscono e intossicano anche intellettualmente e moralmente milioni di individui delle masse popolari. Ma le condizioni pratiche in cui costringono le masse popolari a vivere peggiorano senza tregua e il movimento comunista cosciente e organizzato rinasce nel mondo, anche nel nostro paese.
A noi comunisti italiani spetta far crescere la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari del nostro paese e orientarle e guidarle a instaurare il socialismo. Il movimento è indispensabile, ma esso fa la storia solo se di fatto persegue il fine di far avanzare la rivoluzione socialista verso la vittoria e lo raggiunge, contrariamente alla tesi del teorico dei riformisti e dei movimentisti Eduard Bernstein che “il movimento è tutto, il fine è nulla”.
La nostra impresa è difficile ma la vittoria è possibile. Gli effetti della sconfitta dei nostri predecessori siamo in grado di superarli.
Avanti quindi!
Combattere a modo nostro fino a vincere! Osare sognare! Osare lottare per realizzare il nostro sogno! Osare vincere!
La storia della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (1917-1976) mostra che nei paesi imperialisti europei non abbiamo instaurato il socialismo proprio perché i dirigenti del movimento comunista quando erano forti non hanno osato vincere. È quello che mostrano la storia della Germania, dell’Italia, dell’Austria, dell’Ungheria e della Polonia del primo dopoguerra, della Spagna e della Francia dei governi di Fronte Popolare negli anni ‘30, dell’Italia della Resistenza vittoriosa del 1945-1947!
Apprendere, assimilare, applicare la concezione comunista del mondo!
Costituire clandestinamente Comitati del Partito comunista in ogni azienda e in ogni centro abitato!
Fare di ogni lotta una scuola di comunismo!
Sta a noi comunisti diventare promotori della guerra popolare rivoluzionaria e contrapporla alla guerra di sterminio non dichiarata
che la borghesia e il clero conducono contro le masse popolari
in ogni angolo del mondo, fino a instaurare il socialismo!