Gospa News – 16/02/2023
Con questo articolo la redazione di Gospa News da’ il via ad una serie di drammatici racconti sulle persone uccise o gravemente danneggiate dai vaccini che ancora attendono giustizia. Chi fosse interessato a segnalare la sua storia o quella di un conoscente ci scriva per email: redazione@gospanews.net
Se per il Ministero della Salute questi decessi – assolutamente evitabili – rappresentano solo pratiche da archiviare con ridicoli indennizzi per Gospa News sono vittime di un olocausto perpetrato consapevolmente dalle autorità sanitarie per la sperimentazione massiva di nuove biotecnologie vaccinali. Divenuti reali omicidi di Stato quando sono stati praticati con l’obblio imposto a varie categorie professionali.
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
«Voglio giustizia. La pretendo per me e per mio figlio Filippo che aveva solo un anno e mezzo quando mia moglie Zelia è stata uccisa da un’emorragia cerebrale correlata alla somministrazione del vaccino di AstraZeneca. A distanza di due anni lui sovente mi dice: “Voglio la mamma”. Voglio giustizia perché siamo stati drammaticamente privati di un tesoro inestimabile».
Andrea Nicosia, 40 anni, docente di inglese e francese a Gela (Caltanissetta, Sicilia) come sua moglie, con cui condivideva la passione per l’insegnamento è ancor più amareggiato da quando ha ricevuto l’indennizzo di 77mila euro dal Ministero della Salute per il decesso della coniuge che aveva soltanto 37 anni. Proprio per questo confida nel Tribunale di Gela che sta ancora vagliando le responsabilità penali dell’amministratore delegato di AstraZeneca.
Ma è già pronto a iniziare una causa civile per ottenere un congruo risarcimento (che implica la prova di una correlazione certa tra vaccinazione e decesso) oltre all’indennizzo “irrisorio e offensivo” già ricevuto dallo Stato.
Zelia è infatti una delle prime vittime di quella emorragia cerebrale da “trombocitopenia immunitaria protrombotica indotta da vaccino” riassunta nell’acronimo “VIPIT” e connessa ai famigerati e letali coaguli di sangue.
Purtroppo i PM non hanno individuato “correlazioni di rilievo penale” tra la somministrazione del vaccino AstraZeneca e la morte dell’insegnante “imputabili a medici o sanitari che hanno avuto in cura la donna”.
Ma l’avvocato Valerio Messina, cognato della vittima, a nome del marito e delle due sorelle Serena e Glenda Guzzo non si è rassegnato a questa risposta tremendamente burocratica. Ha dato battaglia in sede giudiziaria…
LA CAUSA PENALE PENDENTE E L’OFFENSIVO INDENNIZZO
Ha fatto opposizione alla richiesta di archiviazione edil Gip del Tribunale di Gela l’ha accolta disponendo nuove indagini. L’udienza per una eventuale proroga delle indagini a carico di qualcuno o per confermare l’archiviazione, si è tenuta il 23 gennaio 2023 e si è in attesa di un pronunciamento. L’avvocato ha anche chiesto l’iscrizione nel registro degli indagati dell’amministratore delegato di AstraZeneca. Pertanto il Gip potrebbe anche optare per un’imputazione coatta con rinvio a giudizio contestuale.
La precedente richiesta di archiviazione aveva suscitato l’indignazione di alcuni abitanti di Gela che il 15 giugno 2021 si erano riuniti davanti al Tribunale per manifestare la loro protesta.
Il motivo principale dell’azione penale è l’acclarata correlazione tra la somministrazione della dose e la morte ma anche la mancanza di un reale consenso informato della deceduta in quanto, il primo marzo 2021, quando si sottopose all’inoculazione del siero genico a DNA messaggero, innovativo per la sperimentazione di un vettore adenovirale di scimpanzé e non umano, non compariva alcune menzione della trombocitopenia tra gli effetti indesiderati del vaccino sebbene allarmanti casi fossero già stati rilevati nel Regno Unito, come spiegato dall’avvocato in un’intervista in cui riassume i punti cardine della sua memoria difensiva.
Non solo. In un inchiesta pubblicata il 14 febbraio 2021 da Gospa News avevamo dato risalto allo studio pubblicato nell’ottobre 2020 da due università cinesi in cui venivano analizzati tutti i candidati vaccini. In esso sui vaccini a DNA messaggero come AstraZeneca si sentenziava: «La sicurezza e l’efficacia dei vaccini per l’uso nell’uomo rimangono sconosciute» confermando implicitamente che ogni somministrazione sarebbe stata un totale esperimento sulla pelle del vaccinato.
«Non ho minimo dubbio che mia moglie sia stata uccisa dal vaccino, lo provano i documenti. Per questo qualcuno di AstraZeneca deve assumersi le sue responsabilità. Qualcuno deve essere condannato per la morte di mia moglie. Purtroppo non la riporterà in vita ma servirà a lenire il nostro dolore. A parte la sofferenza della sua perdita e quella di dover crescere un figlio piccolo da solo ritengo vergognoso che uno Stato quantifichi 77mila euro il valore di una vita umana di una giovane donna. Al di là dell’aspetto pecuniario mi sento offeso e preso in giro, doppiamente tradito dallo Stato» afferma il marito Antonio.
Analoga cifra è stata destinata ai parenti di un’altra giovane insegnante deceduta per colpa di AstraZeneca: la genovese Francesca Tuscano.
Sconcerta però che l’ormai acclarata correlazione tra il siero genico mDNA di AstraZeneca e numerosi decessi, tra cui quelli del militare siciliano Stefano Paternò e della giovanissima ligure Camilla Canepa, non abbia portato a conseguenze penali per la Big Pharma di Cambridge (Regno Unito).
C’è da augurarsi che ciò non sia in qualche modo connesso al fatto che il vaccino sviluppato dallo Jenner Institute dell’Università di Oxford sia basato su un vettore sperimentale di adenovirus di scimpanzé realizzato dalla società Advent srl dell’IRBM Park Science di Pomezia (Roma), ripetutamente finanziato da Nicola Zingaretti, ex Governatore del Lazio e segretario del Partito Democratico e presieduto dall’ex produttore televisivo della RAI di una trasmissione di Pupo…
«C’erano sentori e sospetti su questa vaccinazione forzata. Quando l’abbiamo fatta io e mia moglie non c’era ancora l’obbligo per il personale scolastico ma una forte raccomandazione da parte delle autorità dell’istruzione. Abbiamo letto insieme le raccomandazioni AIFA non trovando nulla di allarmante e così siamo andati insieme all’HUB vaccinale aperto nell’ex mattatoio di Gela, un luogo rivelatosi purtroppo nefasto. Il colloquio prima della vaccinazione e durato pochi minuti poi siamo tornati a casa senza accusare problemi» racconta il professor Nicosia.
«Il 10 marzo, dopo 9 giorni, lei ha iniziato ad avere vari malesseri. Prima solo stanchezza, poi mal di testa e persino conati di vomito. Il 12 mattina non si è svegliata e non rispondeva più. Abbiamo chiamato l’ambulanza che l’ha portata d’urgenza al nosocomio di Gela». racconta ancora il coniuge.
Le condizioni della signora Guzzo sono tragiche: è in coma e viene trasferita con l’Elisoccorso nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta dove è poi morta il 24 marzo.
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L’articolo integrale qui: “DA 2 ANNI ATTENDO GIUSTIZIA PER MIA MOGLIE UCCISA DAL VACCINO ASTRAZENECA”. Il Dramma del Marito di Zelia Guzzo morta per Trombosi a 37 anni (gospanews.net)
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Questo articolo rappresenta fedelmente il dramma di migliaia di famiglie che hanno improvvisamente perduto i loro cari dopo la somministrazione dei vaccini. Come è anche accaduto alla mia cara cugina Rosanna, scomparsa dopo giorni di atroce sofferenza per una trombosi cerebrale. A lei e a tutte le vittime dell’assassinio di Stato va il mio grande abbraccio. (Claudio Patrizi – responsabile ambienteweb.org)