Avviso ai naviganti 126 – 20 marzo 2023
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Il numero 73 di La Voce è disponibile sul sito del (n)PCI
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Chi non è in grado di scaricarlo, può rivolgersi a singoli e a organismi che normalmente riproducono e vendono La Voce, come il P.CARC e altri
Distribuiamo La Voce 73 via Internet, anticipando così di qualche giorno la consegna ai nostri lettori, per due motivi: perché arrivi in tempo utile a contribuire al dibattito del VI Congresso nazionale del Partito dei CARC che si terrà a Roma l’1 e 2 aprile e perché la rivolta contro la riforma delle pensioni di Emmanuel Macron e del governo francese, in cui sono sfociati gli scioperi e le manifestazioni iniziati il 19 gennaio e che dal 7 marzo continuano a staffetta ma ininterrottamente, non ha solo riempito di rifiuti le strade di Parigi, ma fa sì che anche altri servizi (poste, trasporti, approvvigionamenti di carburante, ecc.) funzionino a singhiozzo.
Una rivolta è in corso in Francia, mobilitazioni e proteste sono in corso anche in Grecia, in Germania, in Gran Bretagna e negli altri paesi imperialisti, compresi gli USA, il capofila del sistema imperialista mondiale, e persino nello Stato di Israele, dove alle autorità sioniste non basta più la leva dell’“accerchiamento” e della “difesa della patria dalla minaccia araba” per ottenere se non il sostegno almeno la rassegnazione delle masse israeliane stesse. Sono una delle manifestazioni, la più evidente ma non l’unica, dell’insofferenza delle masse popolari per il corso disastroso delle cose, del distacco tra esse e le autorità, i partiti e gli esponenti delle classi dominanti che impongono tale corso. Indicano che siamo in una situazione di generale instabilità dei regimi politici della borghesia imperialista, in ogni paese e a livello internazionale, che siamo in una situazione di rivolgimenti e foriera di grandi trasformazioni: siamo in una situazione rivoluzionaria in sviluppo. La spirale distruttiva di guerra, miseria e devastazione ambientale in cui ha sprofondano il mondo è il “meglio” che la borghesia imperialista è riuscita a fare da quando, a causa dell’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria e del conseguente declino del movimento comunista, ha ripreso in mano il dominio del mondo.
Da una parte le rivolte e mobilitazioni in corso e dall’altra la pandemia, la guerra in Ucraina, il disastro ambientale, il carovita, l’installazione di un governo di razzisti e scimmiottatori del fascismo solo un po’ ripuliti come quello Meloni suscitano in numerosi compagni la sensazione e l’idea che “adesso ci sono le condizioni per il socialismo”, li spingono a scuotersi di dosso la demoralizzazione dovuta alla sconfitta che noi comunisti abbiamo subito nel secolo scorso e li spingono a dedicarsi con maggiore energia e passione a promuovere la mobilitazione delle masse popolari. La prima parte di La Voce 73 è dedicata alle direttrici che i comunisti nei prossimi mesi devono dare alla loro azione per trasformare le mobilitazioni e le proteste nella guerra con cui le masse popolari metteranno fine al corso distruttivo delle cose imposto dalla borghesia imperialista: portare un numero crescente di OO e OP ad agire da nuove autorità pubbliche, sviluppare la lotta contro il legalitarismo e soprattutto dare un obiettivo politico alla mobilitazione crescente delle masse popolari. Nel mondo noi comunisti avevamo guidato le masse popolari a compiere imprese che hanno cambiato il corso delle cose, in alcuni dei primi paesi socialisti la nostra impresa continua. In Italia avevamo guidato la Resistenza vittoriosa al punto che le classi dominanti ci avevano pregato di entrare nel governo. Quindi oggi non accontentiamoci di moltiplicare e rafforzare mobilitazioni e proteste. Siamo in grado di creare le condizioni perché gli organismi operai e popolari costituiscano un proprio governo d’emergenza, lo impongano alla borghesia e al clero e, a fronte della reazione della borghesia e del clero alle misure che con esso gli organismi operai e popolari prenderanno, lo difendano fino a instaurare il socialismo! Nel secolo scorso abbiamo subito una grande sconfitta, fino all’eliminazione di molte delle conquiste di civiltà e benessere che le masse popolari avevano strappato alla borghesia, allo scioglimento dei grandi partiti comunisti che avevamo costituito anche nei paesi imperialisti e fino alla dissoluzione del primo paese socialista della storia, l’Unione Sovietica di Lenin e di Stalin. Ma abbiamo subito questa sconfitta non perché la borghesia è forte: basta vedere il corso delle cose che essa impone per capire che non sa che pesci pigliare, che agisce alla cieca. Abbiamo subito una grande sconfitta a causa dei nostri stessi limiti nella comprensione del corso delle cose. A causa di questi limiti nei paesi imperialisti noi comunisti abbiamo lasciato che i Togliatti e peggio ancora i Berlinguer dirigessero i partiti comunisti fino allo scioglimento e nell’URSS che Kruscev e i suoi successori dirigessero il primo paese socialista fino alla sua dissoluzione. La lezione da trarre non è che la borghesia è forte, ma che noi comunisti dobbiamo comprendere più a fondo condizioni, forme e risultati della lotta che promuoviamo e che avevamo guidato le masse popolari a condurre.
Proprio per questo quindi diciamo: attenzione compagni! Le “condizioni per il socialismo” non ci sono solo adesso, esistono da quando la società borghese è entrata nell’epoca imperialista. L’imperialismo non è solo l’epoca della decadenza della società borghese, ma è anche e soprattutto l’epoca della rivoluzione proletaria. L’idea che solo adesso si sono finalmente create le “condizioni per il socialismo” impedisce di tirare lezione dal bilancio del primo “assalto al cielo” (la prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria del 1917-1976). Porta ad aggirare la domanda del perché, pur essendocene le condizioni, nel secolo scorso non siamo riusciti a instaurare il socialismo in nessun paese imperialista. Per trasformare le masse popolari che hanno rotto con il regime politico vigente nel nostro paese in una forza rivoluzionaria che lotta per instaurare il socialismo, i comunisti devono dare una risposta scientificamente fondata a questa domanda. Solo così possono evitare di ripetere gli errori e di trascinarsi nei limiti del passato. Solo così saranno capaci di guidare fino alla vittoria il nuovo assalto al cielo!
Per questo nella seconda parte di La Voce 73 dedichiamo ampio spazio al dibattito suscitato nel movimento comunista internazionale dall’intervento militare della Federazione Russa in Ucraina: in Ucraina è o non è in corso una guerra tra Stati imperialisti? La Federazione Russa è uno Stato imperialista o non lo è? La Federazione Russa con questa guerra cerca di guadagnare posizioni rispetto ai paesi imperialisti egemonizzati dagli USA oppure reagisce all’aggressione dei paesi imperialisti NATO? La discussione su questi temi permetterà di comprendere più a fondo le caratteristiche dell’epoca imperialista. E la prima cosa da tenere a mente è che l’imperialismo è l’epoca della rivoluzione socialista e che compito prioritario odierno è fare dei paesi imperialisti nuovi paesi socialisti. A questo fine non basta ripetere l’analisi leninista, come se l’imperialismo fosse rimasto fermo alle caratteristiche della sua fase iniziale, oppure ritoccarla qua e là o cercare di attualizzarla aggiungendovi ecletticamente elementi desunti dall’osservazione empirica dei fenomeni contemporanei.
Il dibattito franco e aperto su questi temi servirà anche a superare linee e posizioni come quella del multipolarismo e del socialismo del XX secolo che deviano i comunisti dal loro compito storico e intralciano la rinascita del movimento comunista.
– Alla critica che nel Supplemento a La Voce 72 L’imperialismo è l’epoca della rivoluzione socialista e della decadenza della società borghese abbiamo mosso alla linea del multipolarismo (cioè della convivenza pacifica tra paesi con regimi diversi), alcuni lettori hanno obiettato: “ma un mondo multipolare non è comunque meglio di un mondo unipolare a guida USA?”. Per rispondere con una battuta potremmo dire che sì, allo stesso modo in cui un lupo che convive con le pecore sarebbe meglio di un lupo che le divora: solo che è impossibile! Arrivare a una situazione di convivenza pacifica tra paesi perché coalizzandosi la Repubblica Popolare Cinese, la Federazione Russa e altri paesi che vogliono liberarsi dal dominio politico-militare ed economico-finanziario USA riusciranno se non a far desistere gli imperialisti USA dalle loro iniziative di guerra, sanzioni e ricatti almeno a contenerle, sembra un obiettivo più semplice da raggiungere, un obiettivo più a portata di mano che non quello di instaurare nuovi paesi socialisti e una nuova internazionale comunista. Anche le “riforme di struttura” e la “via parlamentare” di Togliatti e soci sembravano vie più facili e semplici per raggiungere il socialismo, ma abbiamo visto che non ci hanno portato al socialismo e anche le conquiste che abbiamo strappato erano precarie.
– La linea del “socialismo del XXI secolo” in un paese imperialista come il nostro significa socialismo senza dittatura del proletariato. Cioè senza quello che rende possibile non solo la gestione pubblica pianificata dell’economia (che pure i promotori del “socialismo del XXI secolo” auspicano) ma anche il crescente accesso delle masse popolari alla gestione della società e alle altre attività specificamente umane. Nei paesi imperialisti i vecchi partiti comunisti, nati con l’Internazionale Comunista e che si sono dimostrati incapaci di instaurare il socialismo nei rispettivi paesi, hanno trattato poco o nulla della dittatura del proletariato: i loro dirigenti o hanno eluso il tema o lo hanno trattato in termini dogmatici (come principio astratto, dichiarandosi “d’accordo ma…”). I revisionisti della II Internazionale (1879 – 1914) prima e poi i revisionisti moderni hanno ripudiato la dittatura del proletariato a favore della democrazia in generale, in realtà a favore della democrazia borghese senza tener conto neanche che nel passaggio all’epoca imperialista questa aveva cambiato forma: da attività governativa riservata alla minoranza economicamente dominante era diventata regime di controrivoluzione preventiva. Nei paesi imperialisti ancora oggi gran parte degli organismi e partiti del movimento comunista cosciente e organizzato (MCCO), anche di quelli che si dicono marxisti-leninisti o addirittura marxisti-leninisti-maoisti, continuano a eludere o trattare in termini dogmatici la questione della dittatura del proletariato. Una buona comprensione di cosa è dittatura del proletariato è indispensabile per una giusta ed efficace applicazione nel presente, già ora, nel nostro lavoro quotidiano, della linea generale che abbiamo adottato per far avanzare la rivoluzione socialista: è indispensabile già ora, nella creazione delle condizioni per instaurare il governo di Blocco Popolare. In La Voce 73 a questo fine ci avvaliamo dell’opera di Lenin (Tesi e Rapporto sulla democrazia borghese e sulla dittatura del proletariato) e di Stalin (Questioni del leninismo). Per far avanzare la guerra popolare che promuove, il (nuovo)PCI attua la tattica del Governo di Blocco Popolare. Al centro di essa vi è la costituzione di organismi operai e popolari (OO e OP che agiscono come nuove autorità pubbliche). Ma l’obiettivo e il punto d’arrivo della nostra opera è l’instaurazione della dittatura del proletariato!
Questo numero esce a ridosso del 140° anniversario della morte di Marx (14 marzo), fondatore insieme ad Engels della scienza comunista su cui è nato il movimento comunista cosciente e organizzato, e del 70° anniversario della morte di Stalin (5 marzo), sviluppatore del leninismo e dirigente della costruzione dell’URSS. Marx ha insegnato e Stalin ha confermato che il movimento comunista è anzitutto un movimento pratico e spontaneo di trasformazione dello stato presente delle cose (gli uomini e le donne lo compiono mossi dalle condizioni pratiche in cui si trovano), ma che può svilupparsi e vincere solo se diventa un movimento cosciente e organizzato. Senza una teoria rivoluzionaria è impossibile che il movimento rivoluzionario si sviluppi oltre un livello spontaneo ed elementare!
Indice degli articoli di La Voce 73
▪ L’URSS, l’esperienza da cui attingiamo insegnamenti – In occasione del 70° anniversario della morte di Stalin
▪ Il corso delle cose e le direttrici della nostra attività nei prossimi mesi
– I voti pro Giorgia Meloni e gli elettori
– Cosa fare per portare OO e OP ad agire da nuove autorità pubbliche
– Governo di Blocco Popolare: riformismo o socialismo?
– Democrazia o controrivoluzione preventiva: le illusioni e la realtà
▪ Lettera alla redazione – Campagna di solidarietà con Alfredo Cospito, contro il 41 bis e il carcere ostativo
▪ Sovranità nazionale e ricerca scientifica
– Sionisti e università italiane
– Ecco come il Pentagono condiziona e finanzia la ricerca scientifica in Italia
▪ Perché la rivoluzione socialista non avanza più rapidamente?
Per la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato
▪ VI Congresso del P.CARC – Valorizzare i risultati raggiunti, sviluppare le nuove possibilità d’azione che aprono ed essere all’altezza delle superiori responsabilità che comportano
– Elevare i quadri e valorizzare i militanti di base
– Diventare dirigenti è una lotta!
▪ Prese di posizione sulla guerra in Ucraina
▪ Lettera del segretario generale del CC del (nuovo)PCI al MLPD – Il dibattito franco e aperto è uno strumento indispensabile per la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato
▪ Intervista di Die Rote Fahne a S. Engel e G. Fechtner – Conclusioni fondamentali derivate dalle profonde e incisive trasformazioni sociali
▪ Sui tentativi di ricostruzione del partito comunista negli anni ‘70: l’esperienza di “Servire il Popolo”
▪ Sulla dittatura del proletariato e il movimento comunista dei paesi imperialisti
– Da Tesi e rapporto sulla democrazia borghese e sulla dittatura del proletariato – Lenin
– Da Questioni del leninismo – Stalin
La seconda crisi generale del capitalismo si aggrava!
Il malcontento e l’insofferenza delle masse popolari crescono!
Che la rivoluzione socialista avanzi fino alla vittoria dipende da noi comunisti!
Auguriamo fecondo studio e buon lavoro ai nostri lettori!
La redazione di La Voce