Scompare uno dei pochissimi ricchi del mondo:
Un ascesso del neo-capitalismo globalizzato
E si versano
Lacrime di pietra
Sulla vita dei ricchi e sulla morte dei poveri.
Nella sua casa parrocchiale ci sono tutti…
Tecnici di prima classe
E di-missionari dichiaratamente perfidi
Che vogliono salvare l’Italia
Dis-unita da centocinquant’anni.
Non è facile credere nel loro sistema…
In quattro e quattr’otto
Tracciano la via crucis del lavoro
Tagliano le ali alla crescita co-stretta
Nei salari di fame
E nelle carenze dello stato sociale
Che si estingue nei sogni
E nelle parole sommerse dalle parole.
Vogliono le differenze di classe
Dove non c’è spazio per la giusta causa…
Loro amano i re-cessi dell’anima nera
Intossicata dal fetore razzista
Dai pestaggi e dal fascio rock
Che esce fuori dalle case Pound
E dai casini equilibrati
Nel miraggio di un centrismo vecchio, giusto e buono.
Uomini, donne e bambini continuano
a fuggire dai loro Paesi
Ricchi resi poveri…
Per poi morire inabissati giorno dopo giorno.
Pino Dicevi: un anarco-marxista, da Poesie dal basso (Casa Memoria Edizioni) |