Newsletter n. 14 – 2023
Festa nazionale della Riscossa Popolare
dal 27 al 30 luglio – Parco della Comasca – Ronchi / Marina di Massa (MS)
Stiamo costruendo la Festa della Riscossa Popolare 2023 che quest’anno si svolgerà in due tappe: si avvierà dal 27 al 30 luglio a Massa e proseguirà a Napoli a fine settembre. Come abbiamo detto più volte è una festa, ma è soprattutto un’iniziativa politica e per questo al centro della sua organizzazione mettiamo la necessità impellente che hanno lavoratori e masse popolari di costruire e imporre dal basso le soluzioni agli effetti della crisi.
Che siano i lavoratori e le masse popolari a prendere in mano i territori, le aziende, le scuole, la sanità è necessario e anche urgente perché in mano alla classe dominante il corso delle cose è catastrofico.
La situazione in cui la festa si inserisce è caratterizzata dall’aggravamento e allargamento della guerra. Il Paese è sempre più coinvolto nella guerra contro la Federazione Russa capeggiata dalla Nato e affossato dall’economia di guerra dell’agenda Draghi, dallo smantellamento della produzione di beni e di servizi pubblici, dall’incuria e devastazione dei territori. Tutto ciò che avviene non è frutto di cataclismi o del fato, ma della gestione criminale della società da parte della classe dominante.
In molti già si sono organizzati per farvi fronte, si organizzano e si mobilitano in maniera capillare anche se ancora procedono in ordine sparso e senza un obiettivo e un percorso comune.
E’ urgente e non più rimandabile imporre le soluzioni necessarie dal basso e strappare tutti i pezzi di gestione che si possono strappare dalle mani della classe dominante.
La crisi della classe dominante è il tempo di riscossa per le masse popolari!
27 luglio
alle 17:30 – Presentazione del libro “Consigli di Fabbrica e nuovo potere”
alle 22 – Kinnara in concerto
28 luglio
alle 17:30 – Dibattito “Le amministrazioni locali che servono”
con Massa insorge, Comitati di Piombino, Assemblea No Keu di Empoli, Asia/Usb Massa, Calenzano Futura, Brigate di solidarietà…
alle 22 – dj set con Dome La Muerte
29 luglio
alle 17:30 – Dibattito “Radici e prospettive del movimento contro la guerra”
con la Carovana Antifascista, CALP Genova, ANVUI, P.CARC
alle 22 – Banda Bassotti in concerto
30 luglio
alle 13 – Pranzo della Riscossa Popolare
alle 22 – Assalti Frontali in concerto
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No alle basi, no alla guerra, no alla Nato – a Coltano e ovunque
Sul campeggio “Fermare l’escalation” del Movimento No base né a Coltano né altrove
Dal 13 al 16 luglio si è svolto a San Piero a Grado (PI) il campeggio promosso dal Movimento No Base né a Coltano né altrove, preparato attraverso una serie di iniziative che hanno assunto via via un carattere nazionale – come l’assemblea del 4 giugno scorso.
Fin dalla sua nascita abbiamo riconosciuto il valore di questo percorso e lo abbiamo sostenuto, in particolare abbiamo dedicato energie ad allargare la partecipazione al campeggio [vedi i comunicati qui e qui] che effettivamente è stato un’importante iniziativa tanto per i contenuti che sono stati espressi nelle assemblee e nei momenti di confronto che per le prospettive che ha aperto.
Promuovere la riscossa, imporre dal basso le soluzioni!
Rilanciamo una breve intervista al centro sociale Spartaco di Ravenna raccolta in occasione della manifestazione Fermiamoli! del 17 giugno scorso a Bologna.
Strappiamo i bavagli della censura. Solidarietà a Lino Parra!
Venerdì 14 luglio si è svolto il presidio davanti al tribunale di Lanciano (Ch) per l’udienza del processo al compagno Lino Parra a cui, insieme ai compagni del P.CARC ha partecipato una delegazione di compagni dell’USB locale e una dello Slai Cobas.
Il 4 giugno 2021 infatti, Lino è stato denunciato dalla polizia durante un volantinaggio davanti ai cancelli della Sevel di Atessa dopo che, col megafono, ha intimato agli agenti di andare a indagare su chi ha ammazzato Luana D’Orazio – morta il giorno prima in una fabbrica tessile a Prato – e avergli detto di essere conto gli operai.
Se l’obiettivo della polizia è quello di intimorire i lavoratori e impedire che si organizzino nelle fabbriche, guidati dai comunisti, per riconquistare il diritto a un lavoro utile e dignitoso e impedirne la chiusura, questa volta ha preso male la mira!
[Toscana] Mandati a morire di calore, un altro atto di guerra contro gli operai: come contrastarlo
Andare al lavoro è diventato come andare in guerra, ma chi muore sul lavoro non fa scalpore come un soldato caduto al fronte. Anzi è diventata “la normalità”. Non bastava rimanere stritolati da rulli, schiacciati da lamiere o cadere da impalcature: ora chi lavora deve mettere in conto di poter morire a causa del caldo. Sono ormai diversi anni che le estati sono diventate una tortura per via del cambio climatico e la situazione è aggravata dalla mancata adozione di misure di sicurezza previste dalla legge 81/2008. Per chi vuole approfondire l’argomento e ricavare misure pratiche da far rispettare o adottare dal padrone, consigliamo l’articolato contributo di Marco Spezia, ingegnere esperto in sicurezza e membro di Medicina Democratica.
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