“C’è bisogno di andare oltre, di sfondare nella società civile con una denuncia più ampia e completa della disumana e anti-naturale manovra portata avanti sotto l’etichetta della transizione digitale nell’Agenda 2030. L’immenso lavoro profuso negli anni per contrastare il 5G con una tecnorivolta civile e consapevole può adesso continuare in un percorso di più ampio respiro“. Dopo 5 anni di storia associazionistica, di azione civile e politica dal basso, si è conclusa l’esperienza dell’Alleanza Italiana Stop5G per dar vita al Movimento di Resistenza Umana. Lo ha annunciato Maurizio Martucci nell’ambito del 1° Festival Nazionale di Resistenza Umana tenuto a Roma nell’ultimo fine settimana. “Quando nel 2018 tutto è cominciato all’indomani dell’uscita di un mio libro inchiesta sugli effetti sanitari e ambientali delle tecnologie – ad OASI SANA ha poi detto Martucci – abbiamo dato vita alle prime forme di lotta contro l’allora nascente Internet delle cose. Prima nessuno aveva mai sentito parlare di 5G, di transizione digitale e di Gigabit Society. Grazie all’amore impresso da valorosi attivisti, comitati e associazioni, è stato possibile creare una nuova massa critica e smascherare i lati oscuri di un distopico futuro tecnologico centrato sul wireless di quinta generazione. In 5 anni tutto quello che doveva essere fatto è stato compiuto nel massimo dell’impegno e col massimo dei risultati. Abbiamo seguito la Risoluzione di Vicovaro 2019 come nostro faro guida, nell’aderenza all’impegno preso. Prima del bavaglio anticostituzionale imposto nel 2020 da Vittorio Colao, si contavano oltre 600 Comuni d’Italia per la moratoria e la precauzione, oggi sarebbero di certo qualche migliaio. Prima di noi mai in Italia una manifestazione nazionale unitaria su questi temi, mai un convegno dentro il Parlamento, mai un presidio del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità, della Rai, mai decine di migliaia di firme portate sul tavolo del Governo: le nostre rivendicazioni hanno messo in moto un movimento trasversale internazionale che ci ha visti capofila. Adesso però c’è bisogno di andare oltre: la distopica Quarta Rivoluzione Industriale avanza grazie al 5G nelle sue sembianze più disparate per trasformare l’essenza ontologica dell’essere umano, gli stili di vita e l’intera società civile: Smart City, Città dei 15 Minuti, Scuola 4.0, Intelligenza artificiale per la singolarità, riconoscimento facciale, droni, società iperconnessa nella sorveglianza di massa, sistemi di credito sociale, moneta elettronica, robotica e Metaverso, disoccupazione tecnologica, nanomedicina nell’Internet dei corpi non sono altro che la summa di programmi transumanisti finalizzati al grande reset tecnologico, condotto a discapito del cittadino, utente, consumatore, un agguato alle nuove generazioni non a caso appellate come nativi digitali. Il Movimento di Resistenza Umana nasce dalla consapevolezza di questa inedita sfida che investe ognuno di noi, ogni essere umano, a che chi magari fatica a comprenderne la portata ma ne potrebbe comunque restare travolto: chi è capace di comprenderne i pericoli può trovare nuovi paradigmi di libertà e diritti nella disconnessione e nell’autodeterminazione digitale“. Cosa si prefigge di fare in concreto il Movimento di Resistenza Umana? “Saremo le fondamenta su cui edificare la resistenza del terzo millennio fuori dalle ideologie, un libero pensatoio aggregativo, una piattaforma di buon senso, un movimento apartitico di analisi e critica politico-sociale per instillare progettualità nelle più diverse forme e modalità in opposizione alla tecnocratica e tirannica Agenda 2030.” |
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