Comunicato CC 29/2023 – 23 novembre 2023
25 novembre: giornata internazionale contro la violenza sulle donne
[Scaricate il testo del comunicato in Open Office / Word ]
Per Giulia e per Anila, per tutte le donne delle masse popolari uccise da “capitalismo, discriminazioni, patriarcato, disuguaglianze”
Il governo di nostalgici del ventennio, di razzisti in doppio petto e di questurini incalliti guidato dalla “donna, madre, cristiana” Giorgia Meloni ha selezionato ad arte e cercato di usare l’uccisione di Giulia Cecchettin per montare una grande operazione di diversione e intossicazione delle masse: non solo una martellante campagna mediatica, ma anche la mobilitazione di insegnanti e studenti a osservare un minuto di silenzio nelle scuole di ogni ordine e grado. Questa operazione ha un unico obiettivo: promuovere l’“unità nazionale” attorno al governo che si erge a campione della lotta contro il femminicidio promettendo più controlli, più braccialetti elettronici e pene più severe contro “i mostri che molestano e uccidono le donne”. Non a caso il governo non ha montato una campagna né mediatica né di mobilitazione dopo l’uccisione di Anila Ghishaj, avvenuta pochi giorni prima di quella di Giulia. Anche Anila era una giovane donna come Giulia, anche il suo è un femminicidio. Anila però non andava bene per una campagna di diversione dalla lotta di classe e di intossicazione delle menti e dei cuori: non è stata uccisa dal suo ex fidanzato, ma stritolata nel macchinario della fabbrica dove lavorava, come è successo a Luana D’Orazio e come succede a tre lavoratori ogni giorno! È lo stesso meccanismo e lo stesso cinismo con cui, per dare gambe alla sua crociata contro l’assistenza sanitaria nell’interruzione di gravidanza, il governo Meloni ha dato la cittadinanza italiana a Indi Gregory (la neonata inglese affetta fin dalla nascita da una malattia incurabile) e si è offerto di portarla in un ospedale italiano, mentre collabora con la rappresaglia di stampo nazista dei sionisti d’Israele nella Striscia di Gaza, che si accanisce in modo particolare contro neonati, bambini e donne per fare pulizia etnica: eliminare i futuri combattenti per la liberazione della Palestina e chi li genera!
Dare fuoco alla lotta contro la discriminazione e l’oppressione che colpiscono le donne delle masse popolari!
L’operazione però non gli è riuscita, anzi si sta ritorcendo contro il governo Meloni. Da un capo all’altro del paese organizzazioni studentesche e femministe scendono in piazza raccogliendo l’appello di Elena Cecchettin, sorella di Giulia. “In questi giorni molte persone hanno additato Turetta come un mostro. Ma lui mostro non è. Mostro è colui che esce dai canoni normali della nostra società, ma lui è un figlio sano della società patriarcale che è pregna della cultura dello stupro. Il femminicidio non è un delitto passionale, è un delitto di potere, è un omicidio di Stato perché lo Stato non ci tutela e non ci protegge. Bisogna prevedere un’educazione sessuale e affettiva, in modo da prevenire queste cose. Bisogna finanziare i centri antiviolenza, in modo tale che se le persone devono chiedere aiuto siano in grado di farlo. Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto”. E a Roma hanno bruciato i fogli che riportavano scritte le cause dei femminicidi: “capitalismo, discriminazioni, patriarcato, disuguaglianze”.
Rafforzare il protagonismo delle donne nella lotta per emancipare tutte le masse dallo sfruttamento e dall’oppressione della borghesia imperialista e del clero!
Il 25 novembre NUDM (Non Una Di Meno) ha convocato un corteo nazionale a Roma, capitale della Repubblica Pontificia. A Roma hanno sede il Vaticano e la Chiesa cattolica, che sono un importante puntello ideologico e politico del sistema capitalista di barbarie, guerre, sfruttamento, miseria, devastazione dell’ambiente e hanno un ruolo di punta nell’oppressione delle donne e nella loro emarginazione dalla direzione e gestione della vita sociale. Non è questione di religione: è questione di ordinamento sociale, di potere politico e di sfruttamento economico. La Chiesa Cattolica impone l’ideologia di cui la borghesia ha bisogno per sfruttare e opprimere. A questo fine Bergoglio, a differenza del suo predecessore, va incontro e apre allo spirito dei tempi (divorziati, omosessuali, ecc.) e predica che “bisogna educare gli uomini a delle relazioni sane”. Gli fa eco Elly Schlein, invocando più educazione nelle scuole: in quelle stesse scuole pubbliche che il PD ha contribuito a smantellare (Riforma Berlinguer, Buona Scuola di Matteo Renzi, ecc.).
Per educare gli uomini a delle relazioni sane, bisogna creare una società sana. “Se gli uomini sono plasmati dalle circostanze in cui crescono e vivono, bisogna plasmare umanamente le circostanze” (K. Marx). Bisogna creare un nuovo ordinamento sociale senza più divisioni in classi sociali, senza più divisioni tra dirigenti e diretti, tra lavoro intellettuale e lavoro manuale, tra lavoro organizzativo e lavoro esecutivo, tra uomini e donne, tra adulti e giovani, tra città e campagna, tra settori, zone e paesi avanzati e settori, zone e paesi arretrati. Instaurare un simile ordinamento sociale è possibile. È anzi necessario perché l’umanità intera si sollevi dalle barbarie in cui il perdurare del sistema capitalista l’ha fatta cadere. La costituzione del Governo di Blocco Popolare è il primo passo che oggi è possibile fare. È l’obiettivo che devono porsi anche tutte le donne avanzate che hanno già chiaro che l’oppressione di genere e tutte le discriminazioni sociali basate sulle differenze di sesso, nella nostra società sono inestricabilmente legate al potere della borghesia e del clero.
Il (nuovo)Partito comunista italiano fa appello alle donne avanzate delle masse popolari perché si organizzino e promuovano l’organizzazione delle donne e degli uomini delle masse popolari per far fronte alla crisi economica, alla crisi politica con le connesse prove di fascismo, alla crisi ambientale.
Il (nuovo) Partito comunista italiano fa appello alle più generose tra le donne avanzate delle masse popolari perché si arruolino nel Partito e rafforzino e moltiplichino i Comitati di Partito clandestini.
Non la repressione né le buone parole, ma l’organizzazione e la lotta di uomini e donne delle masse popolari, italiani di nascita e immigrati, cambieranno il corso delle cose!