Rassegna del 22/12/2023
Avvocati e ambientalisti? Schmidheiny? Famiglia Benetton? Famiglia Meloni? Solvay? Sindaco Alessandria? Regione Piemonte? Regione Veneto? Commissione europea? Governo? Magistratura? Sindaco Colturano? Israele? ……..?
Studi legali e associazioni ambientaliste non tutelano i risarcimenti alle Vittime.
Quando si tratta di reati ambientali e sanitari, gli avvocati in Italia non vanno oltre le cause in sede penale, trovando più facile accodarsi alle iniziative dei Pubblici Ministeri, piuttosto che impegnare risorse e rischi per cause in sede civile. Tali processi però propiziano insignificanti benefici per l’ambiente (vedi il libro Ambiente Delitto Perfetto), e ancor meno risarcimenti alle persone fisiche Vittime degli inquinamenti.
Non così è in altri Paesi, soprattutto negli Stati Uniti dove il fenomeno delle “class actions” costituisce uno dei punti fondamentali del sistema processuale perché fornisce efficaci forme di tutela alle varie situazioni a rilevanza sovra individuale. In Italia, diversamente dall’esperienza statunitense, l’introduzione delle azioni collettive nell’ordinamento giuridico è recente e ha avuto una scarsa applicazione. Il motivo è dovuto all’assenza di studi legali con professionalità adeguata, con attitudini imprenditoriali, con l’anticipazione delle spese della consulenza. Alla stregua degli avvocati disincentivati, le stesse Associazioni ambientaliste trovano più comodo presentarsi in penale come parti lese e fare cassa con i risarcimenti a loro dedicati.
Conclusione: le Vittime in Italia non sono neppure risarcite per i danni alla salute. Negli Usa, invece, nel corso di circa due secoli di vita le class actions hanno avuto un successo straordinario. Lo conferma, ad esempio, la recente (seconda) condanna al Gruppo Monsanto, filiale del colosso tedesco Bayer, a risarcire 857 milioni di dollari di danni a studenti e genitori volontari di una scuola esposta ai policlorobifenili (pcb), i cosiddetti inquinanti ‘eterni’ tipo PFAS.
Eternit, delitto perfetto del premiato filantropo internazionale.
Nell’ambito del processo Eternit Bis, la Corte d’Assise di Novara ha dichiarato Stephan Schmidheiny colpevole di omicidio colposo di 147 vittime dell’amianto casalese. Sono state rese note le motivazioni della condanna in primo grado a dodici anni (più cinque d’interdizione ai pubblici uffici) dell’imprenditore svizzero, patron della Eternit di Casale Monferrato… e noto filantropo internazionale. Per i giudici Stephan Schmidheiny era consapevole del danno che arrecava l’attività della fabbrica, ma per tutelare gli interessi economici dell’azienda, non fece nulla. La decisione della Corte è stata motivata con un documento di 1020 pagine, in particolare facendo riferimento alla riqualificazione del reato da omicidio doloso alla forma ‘più lieve’ di omicidio colposo, aggravato da colpa cosciente. Nel pratico si traduce in estinzione del reato per moltissime vittime (199), dato che l’omicidio colposo viene prescritto in 15 anni. Tutti i casi di morte antecedenti al 2008 sono stati dichiarati prescritti. Il motivo? La condotta di Schmidheiny, non è stata criminale, non perseguiva scopo di lucro: «credeva nell’uso controllato dell’amianto» e perseguiva la filantropia.
Premio ONU alla famiglia Benetton. Oltraggio alle Vittime.
I Benetton, dopo avere letteralmente spremuto senza manutenzioni le autostrade italiane in concessione, che hanno all’attivo due tragedie come quella di Avellino e Genova, assumono ora il ruolo di filantropi. Alessandro Benetton ha ricevuto dalle mani del segretario ONU, Antonio Guterres, il “Global advocate of the year 2023“, per “la dedizione e leadership nella promozione di politiche sostenibili (tre miliardi di euro investiti nella sostenibilità per indirizzare il processo di decarbonizzazione del trasporto aereo mondiale) in qualità di presidente di Edizione Spa, una delle principali holding europee”. Edizione, che racchiude i patrimoni dei quattro rami della famiglia Benetton, è la storica cassaforte attraverso cui la famiglia di Treviso per anni ha controllato Atlantia, holding che a sua volta era azionista di maggioranza di Autostrade per l’Italia (Aspi). Dopo aver annunciato l’avvio di una procedura di revoca della concessione, il governo italiano si è ricomprato Aspi, attraverso una cordata guidata da Cassa depositi e prestiti, liquidando i Benetton con oltre otto miliardi di euro. A Genova, al processo, i Benetton neppure sono imputati.
Commentano i famigliari dei 43 morti del crollo del ponte Morandi: “La risonanza del premio Onu stride come il rumore del cemento frantumato del ponte sotto il peso degli utili stellari. Nessun premio, nessun riconoscimento potrà cancellare quello che è stato, sarebbe necessario molto di più, sarebbe necessario che la Giustizia italiana liberasse definitivamente il vaso di Pandora che è stato aperto dalla tragedia del ponte Morandi, ma purtroppo questa via al momento sembra sbarrata”. Clicca qui.
Sperimentazione di massa in Piemonte …di suicidi assistiti?
Abbiamo definito “Affaire Sanitario Pfas Piemonte” in termini eufemistici: “presa in giro” (clicca qui). Perche?
Perchè il girotondo del monitoraggio del sangue della popolazione alessandrina era passato dal sindaco di Alessandria al presidente della Regione e questi, al culmine dello sberleffo (anche televisivo: alle Iene), l’aveva “affidato” ad un fantomatico Comitato Etico. Cioè, come si dice in gergo calcistico e ormai politico, ha buttato la palla in tribuna. Cosa ha a che fare, infatti, una indagine sierologica da affidare all’ASL di Alessandria con un Comitato Etico? Nulla.
Esso è un organismo, peraltro nominato sei mesi fa, che ha come compito di “realizzare sperimentazioni farmacologiche, sperimentazioni cliniche non farmacologiche su protocolli e procedure mediche, chirurgiche, psicologiche, diagnostiche e terapeutiche, sperimentazioni cliniche su dispositivi medici” ovvero “studi su ogni procedura che implichi l’uso di organi, tessuti e cellule umane a scopi scientifici” ovvero “richieste di autorizzazione all’uso terapeutico di medicinali per uso compassionevole” ovvero “suicidio medicalmente assistito”. E’ un organismo pletorico di 18 membri, tra cui avvocati, farmacologici, assicuratori, farmacisti, rappresentanti farmaceutici, ingegneri, nutrizionisti, nessun epidemiologo, presidente una farmacista e vice un rappresentante sanitario.
Che cazzo c’entra? A meno che, continuare a NON sottoporre lavoratori e cittadini alle analisi del sangue per NON confermare l’enormità epidemiologica di malattie e morti, altro non voglia essere che… una sperimentazione di massa di suicidi assistiti! Suicidi?
Si presta a questa oscenità il sindaco di Alessandria che avrebbe il dovere civile e giuridico, in quanto massima autorità sanitaria locale, di applicare il principio di precauzione alla salute pubblica e fermare le produzioni di Solvay.
L’occultamento sistematico dei dati in Piemonte rispetto al Veneto cerca di non strappare ufficialmente il primato del più grande inquinamento da PFAS d’Europa.
Pfas: nella zona rossa quasi 4 mila morti in più tra il 1984 e il 2018.
Abbassamento della risposta immunitaria ai vaccini e maggior rischio di contrarre patologie tumorali per i residenti nei Comuni della zona rossa, quelli che si ritrovano nel sangue concentrazioni più alte di Pfas. Due temi già trattati nel corso del processo in svolgimento in Corte d’assise a Vicenza che vede imputati 15 manager di Miteni, Icig e Mitsubishi Corporation, accusati a vario titolo di avvelenamento delle acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari. Sono stati ulteriormente dettagliati da Annibale Biggeri, professore ordinario di statistica medica all’università di Padova.
Due gli studi di riferimento. Il primo, finanziato dall’università, realizzato con la società per l’epidemiologia e prevenzione “Maccacaro” per l’Istituto superiore della sanità, ha indagato la mortalità inerente il Covid-19, che nella zona rossa è risultata superiore alle medie nazionali. Il secondo studio, commissionato dalla Regione e condotto per l’università di Padova, ha analizzato il tasso di mortalità nelle aree colpite dagli sversamenti di Miteni: in pratica un morto in eccesso ogni tre giorni, in particolare patologie oncologiche a reni e testicoli.
A loro volta, hanno testimoniato il prof. Adriano Zamperini, ordinario di psicologia sociale all’università di Padova, che ha relazionato sulle ricadute psicosociali tra la popolazione in zona rossa e arancione, e Francesco Bertola, presidente di Isde-Medici per l’ambiente di Vicenza sull’infertilità nei soggetti contaminati.
La lotta all’inquinamento da PFAS (ri)parte dai ragazzi delle scuole.
Ogni anno, da sei anni, coordinato da Donata Albiero, il Gruppo educativo Zero PFAS del Veneto – costola del grande Movimento No PFAS – va a parlare ai giovani, entrando letteralmente nelle scuole, per offrire un vero e proprio percorso pedagogico “One health. Pfas inquinanti per sempre” sul più grande inquinamento da PFAS d’Europa. 7mila gli studenti veneti incontrati, 32 le scuole e 4 le Province attraversate. Le persone avvelenate da Pfas nella zona rossa del Veneto sono ormai decine di migliaia e oltre l’80% dei bambini veneti ha quantità di PFAS nel sangue superiori a quelle rilevate nelle popolazioni esposte a contaminazione di fondo. Presero consapevolezza dell’inquinamento Miteni solo nel 2013.
Allarme per la salute pubblica. Le urine degli europei sono piene di Bisfenolo.
Un rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), basato su dati provenienti da uno studio di monitoraggio biologico della UE, Human-Biomonitoring-Studie, ha rivelato che fino al 100% delle persone provenienti da 11 paesi dell’Unione Europea potrebbe essere stata esposta al Bisfenolo, una sostanza chimica sintetica nociva impiegata nella produzione delle plastiche in policarbonato per alimenti e bevande, oltre ai livelli considerati sicuri per la salute, soprattutto per quel che riguarda i bambini e le donne in gravidanza.
Non risulta che ad Alessandria la popolazione sia stata sottoposta a biomonitoraggio, benché avessimo ripetutamente denunciato a Istituzioni e Procura l’uso – non autorizzato- di Bisfenolo, insieme ai Pfas, nelle produzioni della Solvay di Spinetta Marengo.
Il biomonitoraggio europeo ha misurato bisfenoli A, S e F nelle urine di 2.756 adulti provenienti da 11 paesi: tra il 71% e il 100% dei partecipanti ha superato i limiti consentiti nell’UE di esposizione alla sostanza che danneggia il sistema immunitario anche a dosi molto basse, con effetti indesiderati che implicano la riduzione della fertilità, l’interferenza endocrina, reazioni allergiche, cancro al seno, sovrappeso, danni al sistema nervoso, comportamenti anomali nei bambini ecc..
La Commissione Europea intende presentare, con l’inizio del nuovo anno, il regolamento per vietare l’uso del bisfenolo A nei contenitori alimentari di plastica e nelle lattine.
I costi del Terzo Valico a go-go.
I costi del Terzo Valico dei Giovi, mega -inutile dannosa costosa- opera ferroviaria che dovrebbe connettere Genova a Milano con una linea ad “alta capacità” di 53 km, di cui 37 in galleria, in soli quattro mesi sono lievitati di quasi 1,5 miliardi senza che nessuno battesse ciglio. Il risultato è che il conto finale è raddoppiato. Il contratto tra Rfi (la controllata della rete delle Ferrovie) e consorzio Cociv, firmato a novembre 2011, valeva 4,8 miliardi, saliti a 6,5 in pochi anni. A luglio scorso la Corte dei Conti aveva ricalcolato il conto finale in 7,4 miliardi. In una manciata di mesi si è arrivati a 10,6 miliardi.
Frane e amianto, stop and go, ulteriori aumenti di costi (sottratti ad altre opere), rinvio dell’apertura della linea a chissà quando, rischio di restituire i fondi europei: è l’epilogo prevedibile di un’opera cara alla politica locale e nazionale ma che non ha mai superato una vera analisi costi-benefici (la commissione del 2018, governo Conte-1, la bocciò). Fu concepita nella legge Obiettivo, ma è da sempre considerata inutile visto che il porto di Genova non ha prospettive di un grande sviluppo del traffico merci e da Voghera fino a Milano si resta con due binari, già congestionati. Nel 2014 fu lo stesso Ad delle Ferrovie, Mauro Moretti, ad ammetterlo: “Da Genova a Milano è giusto che le merci vadano in camion. In nessun Paese per fare 150 chilometri si va con le ferrovie”. Qui siamo a 53 km. I lavori sono iniziati nel 2012, dovevano finire nel 2021, poi nel 2026, ora nel 2027 o chissà. Clicca qui.
Fermare gli impianti ILVA: si deve secondo la cittadinanza, si può secondo la Corte europea.
«Qualora i fenomeni di inquinamento ambientale derivanti dall’impianto o prevedibili, nonostante l’uso delle migliori tecniche disponibili, causino danni eccessivi alla salute umana devono essere adottate misure protettive ulteriori. Se misure in tal senso non risultino attuabili, l’impianto non può essere autorizzato. La tutela della salute umana può in tal caso giustificare anche rilevanti pregiudizi economici».
È uno dei passaggi del parere proposto il 14 dicembre 2023 alla Corte di Giustizia Europea del Lussemburgo da parte dell’avvocato generale Juliane Kokott in merito al caso ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia. Adesso, nei primi quattro-cinque mesi del prossimo anno si attende la sentenza del collegio.
Alla Corte UE il caso è giunto dal Tribunale di Milano (Milano è la sede legale della società) a cui si sono rivolti associazioni e cittadini di Taranto chiedendo per i danni ambientali e sanitari la chiusura o il fermo degli impianti siderurgici.
La Corte Europea dei diritti dell’uomo si era già espressa evidenziando mancate tutele della salute dei cittadini di Taranto e dei lavoratori. E ora l’avvocato generale sottolinea che «i fenomeni di inquinamento che, compromettendo la salute umana, violano i diritti fondamentali delle persone interessate sono sempre significativi».
Denunciate 45 aziende del polo industriale di Colturano.
Per la presenza di inquinanti molto al di sopra dei livelli consentiti, le analisi nel Parco Agricolo Sud Milano, autonomamente finanziate dall’Associazione Parco Sud e dal WWF Martesana Sud Milano, denunciano il Comune della città metropolitana di Milano che non interviene contro le 45 aziende presenti nel “polo industriale” di Colturano, che sversano le acque reflue nel canale di irrigazione dei campi di mais del Parco Agricolo, anziché conferire i loro scarichi tossici nella rete fognaria.
Imprigionati per una non colpa.
Parliamo dei Centri Permanenti per i Rimpatri, dalla loro istituzione nel 1998 fino ad oggi, con un focus particolare sul CPR di Macomer. Clicca sul titolo.
Il massacro dei bambini.
Se interroghi Wikipedia quale è stato il il più grande massacro di bambini ti cita Babij Jar nei pressi della città ucraina di Kiev, sito di massacri ad opera dei nazisti e collaborazionisti ucraini ai danni della popolazione locale, il più noto quello compiuto tra il 29 e il 30 settembre 1941. Fu uno dei tre più grandi massacri della storia dell’Olocausto, superato solo dal massacro della operazione Erntefest in Polonia, nel 1943. Alla stessa domanda riferita a questo secolo, Wikipedia ancora non risponde, in attesa dei conteggi dalla Palestina.
Sito: www.rete-ambientalista.it