Rassegna del 07/01/2024
Il primo candidato
Fuori dal coro unanime ed entusiastico della politica ipocrita e vassalla, non è piaciuto (neanche a noi) il discorso di fine d’anno di Mattarella, per il quale abbiamo ricevuto la prima nomination d’inizio anno per il Premio Attila. L’omaggiato e quasi santificato Presidente ha condannato il terrorismo di Hamas che ha comportato un’operazione militare che ha fatto anche vittime civili. Ha denunciato le guerre e la violenza come mali dell’umanità. Ha auspicato un anno di pace. Non si è udita una sola parola di condanna dello sterminio degli innocenti a Gaza e la richiesta di un cessate il fuoco immediato e duraturo. Men che meno la parola genocidio.
Premio Attila 2023.
Tutti i nostri libri sono stampati totalmente a spese degli autori. Il ricavato è interamente devoluto alla Ricerca per la cura del mesotelioma di Casale Monferrato. La “Rassegna dei Premi Attila dal 2004” (pagine 115) è esaurita in stampa. Anche per la sua versione digitale occorre seguire la seguente procedura. Bisogna comunicare a
movimentolotta.maccacaro@gmail.com
l’indirizzo mail e l’avvenuto versamento (minimo euro 25) sul conto IBAN IT68 T030 6910 4001 0000 0076 215 (specificando causale) oppure tramite PayPal lubaja2003@yahoo.it.
Il Premio Attila è nel suo genere dal 2004 la più alta onorificenza italiana… dopo il Festival di Sanremo. Vincitori i nostri figli peggiori: industriali, politici, amministratori che nel corso dell’anno si sono particolarmente distinti a danno dell’ambiente, della salute e della pace.
Gli ultimi vincitori per il 2022 sono stati per l’Ambiente: Giorgia Meloni e per la Pace: Volodymyr Zelensky. Entrambi, secondo regolamento, non possono vincere per due anni consecutivi.
Le votazioni del PREMIO ATTILA 2023 si concluderanno per il 14 febbraio (singolare coincidenza san carnevale e san Valentino). Basta inviare il voto all’indirizzo rete.ambientalista@gmail.com oppure whatsapp 3470182679, eventualmente accompagnato dalle motivazioni.
Avevamo ragione noi pacifisti.
L’Ucraina sta perdendo la guerra. Concluderà un compromesso che sarà peggiore di quello che era possibile evitando lo scoppio del conflitto: con sicure morti e distruzione dell’Ucraina. Ora gli Usa, che hanno trascinato nella guerra l’Occidente, grazie ad un presidente irresponsabile come Zelensky, abbandoneranno l’Ucraina come hanno già fatto in Vietnam, Iraq e Afghanistan ecc.
Nelle ultime settimane, analisti e commentatori americani e europei hanno fotografato l’andamento della guerra in Ucraina giungendo a conclusioni concordanti con le previsioni, avanzate già all’inizio del conflitto, di poche (e inascoltate) Cassandre, talvolta liquidate con il sospetto di filoputinismo. In sintesi, l’Ucraina sta perdendo la guerra, nonostante la coraggiosa resistenza, gli aiuti finanziari, armamenti occidentali ed enormi perdite civili e militari. Continua sul Corriere della Sera .
La nonviolenza non può promettere di risolvere subito tutti i problemi.
Ma ci permette almeno di impostarli in maniera giusta. Clicca qui Jean Marie Muller, tra i più importanti studiosi del pacifismo e delle alternative nonviolente, oltre che attivo militante nonviolento: azioni nonviolente contro il commercio delle armi e gli esperimenti nucleari francesi ecc. Una analisi degli strumenti di lotta nonviolenti: conflitto, sciopero, boicottaggio, lotta di classe, digiuno, disobbedienza civile…
Colpa delle leggi oppure degli avvocati e dei medici legali?
Studi legali e associazioni ambientaliste non tutelano i risarcimenti alle Vittime. : titolava il nostro servizio, affermando “Quando si tratta di reati ambientali e sanitari, gli avvocati in Italia non vanno oltre le cause in sede penale, trovando più facile accodarsi alle iniziative dei Pubblici Ministeri, piuttosto che impegnare risorse e rischi per cause in sede civile, stante il disimpegno dei medici legali. Tali processi però propiziano insignificanti benefici per l’ambiente (vedi il libro Ambiente Delitto Perfetto), e ancor meno risarcimenti alle persone fisiche Vittime degli inquinamenti. Non così è in altri Paesi…”
Mentre tacciono i medici, abbiamo già pubblicato sul controverso argomento l’avvocato Roberto Barocci del Forum Ambientalista Grosseto (clicca qui). Per proseguire l’aperto dibattito, in questa puntata Cliccando sul titolo, leggerete gli interventi di Livio Giuliani e di Stefano Deliperi per il Gruppo d’Intervento Giuridico.
Stop ai Pfas.
L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) ha sciolto ogni artificioso dubbio in merito alla cancerogenicità per l’uomo di PFOA e PFOS, composti che rientrano nella categoria più ampia delle sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate (PFAS).
L’Isde Medici per l’ambiente chiede a gran voce lo stop ai PFAS ed il completamento delle bonifiche in Veneto e nel resto d’Italia, a partire dalla provincia di Alessandria, dove si trova uno stabilimento che immette tonnellate di queste sostanze tossiche nell’ambiente. Clicca qui.
I Pfas e il cancro al colon.
Il PFOA, da decenni sospetto cancerogeno oltre che nefasto interferente endocrino, spergiurato come innocuo dalle aziende produttrici, infine dalla scienza è stato messo al bando da tempo, e senza appello definitivamente da IARC come sicuro responsabile per alcuni tipi di cancro. Tra i quali, ora, uno studio condotto dall’ Università di Yale, pubblicato sulla rivista scientifica “Environmental Science & Technology, ha esaminato gli effetti dei PFAS sul cancro al colon. (clicca sul titolo).
In Sicilia censiti Pfas in 35 siti contaminati.
Censiti anche in Sicilia (vedi la cartina) i Pfas, “il nuovo amianto”, sicuramente cancerogeni ,17 mila siti inquinati in tutta Europa (inchiesta The Forever Pollution Project), in Italia 1.600 ormai individuati in tutte le Regioni, punte dell’iceberg Veneto e Piemonte dove Solvay rifiuta di chiudere l’unico impianto produttivo italiano (Spinetta Marengo che immette tonnellate di Pfas nell’ambiente). In Sicilia l’inchiesta di Le Monde ha permesso di censire 35 siti. (clicca sul titolo)
Solvay non chiude l’impianto di Spinetta. Il governo non traduce in legge il DDL (Crucioli) che mette al bando i Pfas in Italia. Senza un intervento prescrittivo (proposta presentata da Danimarca, Germania, Olanda, Norvegia e Svezia), circa 4,4 milioni di tonnellate di Pfas finiranno nell’ambiente nei prossimi 30 anni.
Monitoraggio PFAS nelle acque potabili del Friuli Venezia Giulia.
Riceviamo e pubblichiamo (clicca qui) la Interrogazione regionale, dopo i risultati delle analisi.
Il biomonitoraggio di massa, la pistola fumante che Solvay & soci devono disarmare.
Questo era il titolo (cliccalo) dell’articolo che anticipava che, su ordine dell’azienda, la Regione Piemonte NON farà il monitoraggio del sangue di tutta la popolazione alessandrina assediata dal polo chimico di Spinetta Marengo, perché sarebbe la “pistola fumante” che inchioderebbe Solvay: costringendola a fermare all’istante le produzioni inquinanti. Diventerebbe prova regina, prova certa e conclusiva del crimine sanitario. Lo diventerebbe addirittura per i più testardi negazionisti che hanno respinto l’evidenza di ben otto indagini epidemiologiche precedenti, a tacere di tutte le indagini ambientali dell’Arpa.
Ebbene, il monitoraggio di massa sarà effettuato su… un campione di 100 persone. E, clamoroso, quale personaggio ne deciderà la validità? Commenteremo prossimamente, questa tragica farsa.
Che tutti i rifiuti vengano a me.
Il sindaco autocandida il Comune di Trino Vercellese ad ospitare in mezzo alle risaie il deposito unico nazionale dei rifiuti radioattivi, aggiungendoli a quelli già giacenti. Clicca sul titolo per esaminare la cartina italiana.
Aumenta l’inquinamento nel quartiere Tamburi di Taranto.
I dati Arpa Puglia elaborati con Omniscope si riferiscono all’intero 2023, che risulta peggiore del 2022, a sua volta peggiore addirittura del 2021. Pur essendo diminuite le produzioni. Clicca sul titolo.
Ultimora. Nube rossa dall’ex llva, i sindacati: «Fumo nocivo sia per i lavoratori presenti sull’impianto e sia per l’ambiente».
Smips. Oltre 2.100 articoli.
Su www.smips.org SCIENZA MEDICINA ISTITUZIONI POLITICA SOCIETA’ S.M.I.P.S. oltre 2100 articoli e l’invito alla partecipazione popolare. Clicca sul titolo.
Sito: www.rete-ambientalista.it