Il New York Times sta screditando il candidato ‘multipolare’ alla presidenza dell’Indonesia

Andrew Korybko – 21/01/2024

Perché il New York Times sta allarmando il candidato alla presidenza dell’Indonesia? (substack.com)

 

Il New York Times (NYT) ha pubblicato un articolo la scorsa settimana su “Perché questo candidato presidenziale sta suscitando timori per la ‘morte della democrazia’“, che mette in allarme le conseguenze della vittoria del ministro della Difesa Prabowo Subianto durante le elezioni del mese prossimo il 14 febbraio. Il succo è che il suo coinvolgimento nella dittatura di Suharto e le presunte ma mai provate violazioni dei diritti umani potrebbero infliggere un colpo mortale alla democrazia nel quarto paese più popoloso del mondo se diventasse presidente.

Tutti i sondaggi degli ultimi mesi indicano che le elezioni andranno probabilmente al ballottaggio a giugno tra lui e Anies Baswedan, che è un liberalglobalista educato in America che si è impegnato ad attuare una politica estera “basata sui valori“, che prevedibilmente porterebbe a problemi con la Cina. Il prossimo voto rappresenta quindi una chiara scelta tra due piattaforme di politica estera agli antipodi, dal momento che Anies vuole allineare l’Indonesia con l’America, mentre Prabowo vuole continuare il suo atto di bilanciamento sino-statunitense.

Era già stato avvertito alla fine di novembre che “l’Indonesia potrebbe ruotare verso l’Occidente dopo le prossime elezioni di febbraio“, la cui precedente analisi con collegamento ipertestuale dovrebbe essere letta per intero dal lettore per aggiornarsi se non ha già familiarità con questa intuizione. Il punto esposto in quell’articolo rimane rilevante ed è stato ampiamente creduto dall’ultimo articolo del NYT che allarmava Prabowo, vale a dire che la sua vittoria avrebbe impedito all’Indonesia di cadere ulteriormente sotto l’influenza degli Stati Uniti.

Questo non vuol dire che sia anti-americano, ma solo che continuerà la pragmatica politica estera del presidente Joko “Jokowi” Widodo di multi-allineamento tra l’Occidente guidato dagli Stati Uniti, l’Intesa SinoRussa e il Sud del mondo seguendo l’esempio dell’India sotto il primo ministro Narendra Modi. Un tale risultato manterrebbe una parvenza di stabilità lungo il fronte del sud-est asiatico della Nuova Guerra Fredda, mentre la vittoria di Anies rimodellerebbe notevolmente le dinamiche strategico-militari a favore degli Stati Uniti.

L’unica possibilità che ha di arrivare al potere dopo che i sondaggi lo hanno dato al 25,47% rispetto al 45,79% di Prabowo è quella di mantenere il suo stretto vantaggio del 2,5% sull’ex governatore di Giava Centrale Ganjar Pranowo, ergo la necessità per il NYT di intensificare la sua campagna di allarmismo in vista delle elezioni del 14 febbraio. In tal caso, l’Occidente può quindi amplificare al massimo le narrazioni correlate contro il favorito nel terzo di un anno fino al ballottaggio di giugno, nel tentativo di spaventare gli indonesiani e convincerli a votare per il suo rivale filo-americano.

Inquadrando falsamente il possibile ballottaggio Prabowo-Anies come una scelta tra dittatura e democrazia invece che multipolarismo e unipolarismo, l’Occidente spera che il loro candidato preferito ottenga abbastanza sostegno nei prossimi mesi per ottenere almeno una vittoria, se non un mandato di comando. Con questo motivo in mente, l’ultimo articolo del NYT sulle imminenti elezioni può essere visto come una forma indiretta di ingerenza volta a denigrare Prabowo abbastanza da non essere in grado di vincere a titolo definitivo il mese prossimo.

In altre parole, si tratta di una provocazione di guerra dell’informazione volta a manipolare le percezioni degli elettori sul favorito al punto che quest’estate è previsto un ballottaggio, che potrebbe quindi dare ad Anies la possibilità di cui ha bisogno per salire al potere e allineare l’Indonesia con l’America contro la Cina. Gli osservatori dovrebbero tenere d’occhio questo paese, dal momento che ci si aspetta che gli Stati Uniti facciano del loro meglio per aiutare il loro candidato preferito a mettere in scena una rimonta artificialmente fabbricata contro il favorito presidenziale.

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