Rete Disarmo: «Armi, emendamenti votati in Senato inficiano la trasparenza»

Terra Nuova – 19/01/2024

Rete Disarmo: «Armi, emendamenti votati in Senato inficiano la trasparenza» – Terra Nuova

 

«L’industria delle armi incassa un primo, grave e pericoloso voto favorevole nell’iter del Disegno di legge presentato dal Governo per la modifica della Legge 185/90 sull’export militare»: lo denuncia la Rete Italiana Pace e Disarmo.

«La Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato ha approvato nella seduta di martedì 16 gennaio tre emendamenti che inficiano gravemente la trasparenza della Relazione annuale al Parlamento sulle esportazioni dall’Italia di materiali militari – scrive la Rete – E che si innestano su un testo che presenta già aspetti problematici, perché modifica i meccanismi di rilascio delle autorizzazioni affidando il cuore delle decisioni all’ambito politico senza un adeguato passaggio tecnico che garantisca il rispetto dei criteri della legge italiana e delle norme internazionali sulla materia».

«Se le modifiche sul DDL 855 sopravviveranno ai successivi passaggi dell’iter, verranno sottratte al controllo di Parlamento, società civile e opinione pubblica le informazioni precise e dettagliate,  oggi presenti nella Relazione annuale ufficiale, sulle esportazioni dei materiali militari autorizzate e svolte dalle aziende» spiega la rete in una nota

«Particolarmente negativo – commenta Giorgio Beretta dell’Osservatorio OPAL – è l’emendamento volto a eliminare ogni informazione riguardo agli Istituti di credito operativi nel settore dell’import/export di armamenti. I correntisti non sapranno più dalla Relazione quali sono le banche, nazionali ed estere, che traggono profitti dal commercio di armi verso l’estero, in particolare verso Paesi autoritari o coinvolti in conflitti armati».

La Rete denuncia anche che «la formulazione definitiva (e in un caso il testo completo), poi approvata, dei tre emendamenti è stata presentata all’attenzione dei Senatori solo al momento della seduta, non dando quindi la possibilità di un dibattito compiuto e privando la società civile delle conoscenza reale di quanto si stava discutendo».

«Nonostante nostre ripetute e circostanziate richieste non si fa nemmeno riferimento ai criteri Trattato internazionale sul commercio di armi che l’Italia ha ratificato con voto unanime del Parlamento nel 2013. Assenza grave, che la Rete Pace Disarmo andrà sicuramente a contestare impugnando il testo di Legge, se questa formulazione verrà confermata fino alla fine dell’iter» evidenzia Francesco Vignarca coordinatore campagne della Rete Italiana Pace Disarmo.

«Risulta evidente come il Governo intenda favorire e concretizzare una richiesta di revisione delle norme in vigore ripetutamente richiesta negli ultimi anni dall’industria militare e da Istituti di ricerca ad essa vicini – prosegue la Rete – in un’ottica di facilitazione delle esportazioni di armamenti a favore della competitività dell’industria militare, la cui funzione è stata sempre enfatizzata erroneamente come “strategica” per il “rilancio” dell’economia nazionale. Un puro e semplice “regalo” agli interessi armati, in direzione contraria ai principi delle norme nazionali ed internazionali».

«I sistemi d’arma italiani sono stati e sono tuttora inviati in decine di situazioni di conflitto, di violazione diritti umani, di presenza di regimi autoritari come invece sarebbe e espressamente vietato dalle norme in vigore – scrive ancora la Rete – Riducendo ulteriormente l’attenzione nell’applicazione dei criteri di rilascio delle licenze e la capacità di controllo del Parlamento e della società civile tali, situazioni problematiche non potranno che peggiorare. Riportando così l’Italia a uno stato di opacità e debole regolazione della vendita di armi cui era stato posto un freno con l’approvazione dell’innovativa Legge 185 nel 1990».

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