Lettera ai governanti su UNWRA [Si chiede massima condivisione]

Associazioni e Reti – 01/02/2024

 

Al Ministro degli Affari Esteri ed al Presidente del Consiglio italiani
e per conoscenza agli organi di stampa

oggetto: Posizione dell’Italia nei confronti dell’UNRWA

Facendo riferimento alla disperata situazione umanitaria a Gaza e alle dichiarazioni del ministro Tajani di voler aiutare a sostenere le vittime, almeno bambini, attraverso la nave ospedale Vulcano e il trasferimento in ospedali pediatrici italiani di piccoli pazienti, ci domandiamo come sia possibile che fin dal 7 Ottobre il nostro paese abbia bloccato l’erogazione di fondi all’UNRWA, magari pensando che qualcun altro avrebbe coperto i costi ed il lavoro che l’UNRWA stessa fa, tra grandi difficoltà a causa di occupazione, blocco e attacchi militari, perdendo le vite di quasi 150 persone da essa impiegate.

O qualcuno ha suggerito forse che questo era il momento di “spezzare le reni” e le speranze, causando una morte diffusa e penosa per la popolazione di Gaza e non solo, perché non esistono rifugiati ma solo terroristi? Speriamo non sia così ma legittimo sorge il dubbio.

Siamo informati sulla situazione storica e presente di Gaza e sappiamo che l’UNRWA sostiene l’approvvigionamento e la distribuzione di beni essenziali materiali (come libri, cibo, medicine) ed immateriali (come salute pre- e post- natale delle donne e salute dei neonati, educazione di quasi 350.000 bambini ed adolescenti) e sostegno al funzionamento delle strutture sanitarie. E a Gaza copriva già i bisogni di più di 1.600.000 cittadini da zero a 100 anni.

Il budget dell’UNRWA era già inadeguato alla numerosa popolazione non solo di Gaza ma dei rifugiati in Cisgiordania, Gerusalemme Est, Giordania, Siria, Libano e tutti soffriranno se dovrà fermare le sue attività o anche solo ridurle. E ci domandiamo con quale criterio si sceglie di compiere un atto politico così grave nei confronti dell’ONU colpendo la attività di una delle sue più importanti agenzie.

Ma soprattutto a Gaza, dove il 68% della popolazione prima degli attacchi, ed oggi nell’emergenza quasi tutta, dipende dal funzionamento dell’UNRWA per beni essenziali, la sua inoperatività pone questione di vita o di morte -per fame, sete, malattie, freddo e mancanza di igiene.

Ha il nostro Ministro pensato alla realtà delle conseguenze di questo atto per la vita delle persone? Ha compreso l’immensità del crimine di contribuire a negare il loro sostentamento? Ha presente la nostra Presidente che questa scelta si allinea con quella di stati che rischiano di essere incriminati come collaboratori di un genocidio?

Noi cittadini non vogliamo che tutto questo avvenga e vi chiediamo di recedere da questa decisione foriera solo di morte e danni a tutti.

Non è salvando qualche centinaio di vite con aiuti umanitari, ma nel contempo ignorando le molte migliaia che si lasciano scivolare con grande sofferenza verso la morte per mancanza di cibo, acqua, medicine e coperte, che ci si può salvare da accuse di complicità con crimini contro l’umanità o peggio ancora di genocidio.

Il vero significato di de-finanziare l’UNRWA è questo.

Grazie per l’attenzione e per un ripensamento rapido della decisione di sospendere i fondi all’UNRWA.

Newweapons research group
Cultura e libertà, una campagna per la Palestina
Medicina Democratica
Costituzione Beni Comuni
Associazione Le veglie, Milano
Psicologia per la Palestina Labiba Aps
Democratiche di Calabria
Associazione di amicizia italo-palestinese di Firenze
Rete No War Roma
Gruppo G.A.MA.DI. (Gruppo Atei Materialisti Dialettici)
Lista No Nato
Comitato con la Palestina nel cuore
Casa del Popolo Monterotondo
Transform! italia
Rete romana di solidarietà con il popolo palestinese
BDS Italia
Salaam ragazzi dell’olivo-Milano- onlus

 


 

Richiesta al governo italiano di ripristinare i fondi all’Unrwa

Si sta parlando tanto degli Stati che hanno deciso di sospendere i fondi all’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi a seguito delle accuse secondo cui alcuni membri del personale sono stati coinvolti negli attacchi di Hamas del 7 ottobre.

Quello che non viene menzionato è che l’Italia è stata la PRIMA a sospendere tali fondi già ad ottobre e che non ne ha previsti di altri per il 2024, prima ancora che venissero formulate accuse da parte israeliana.

Tale decisione infligge un duro colpo agli oltre due milioni di rifugiati nella Striscia di Gaza occupata, che da più di 3 mesi sono vittime di un massacro senza precedenti.

Israele, in quanto potenza occupante, continua a violare apertamente i suoi obblighi nei confronti dei rifugiati palestinesi a Gaza e nel resto dei Territori palestinesi occupati.

Si ricorda che tutto ciò è avvenuto solo pochi giorni dopo che la Corte internazionale di giustizia, affrontando la causa del Sud Africa contro Israele per genocidio, ha concluso che la sopravvivenza dei palestinesi a Gaza è a rischio.

”Tutti gli stati hanno il chiaro dovere di garantire l’attuazione delle decisioni della Corte internazionale di giustizia, comprese quelle che ordinano a Israele di adottare misure immediate ed efficaci per garantire la fornitura di assistenza umanitaria ai civili palestinesi a Gaza, considerato un passo fondamentale per prevenire il genocidio e ulteriori danni irreparabili”.

Le accuse sono gravi e devono essere oggetto di un’indagine indipendente ma non possono trasformarsi nell’ennesimo tentativo di punizione collettiva.

Invece di sospendere finanziamenti vitali per chi ne ha bisogno, gli stati dovrebbero premere per un immediato e duraturo cessate il fuoco e pieno accesso agli aiuti umanitari.

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