Davide Donateo – 12/02/2024
La rivelazione durante un’intervista esclusiva per News Academy International ad Angelo Cremone di “Sardegna Pulita” durante un sit-in a Roma per chiedere a Mattarella la concessione della cittadinanza onoraria a Julian Assange.
La reporter Antonietta Chiodo, di News Academy International, si è recata nella capitale italiana per partecipare al sit-in organizzato davanti al Campidoglio da attivisti e associazioni come Sardegna Pulita e Donna Ambiente Sardegna, insieme ad Angelo Cremone, al fine di consegnare una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiedendo la concessione della cittadinanza onoraria a Julian Assange appellandosi all’articolo 21 sulla libertà di stampa a cui potrebbe appoggiarsi il presidente della Repubblica.
Durante il sit-in è stata letta la lettera a Mattarella al pubblico con l’ausilio di un megafono.
La lettera a Mattarella
Signor Presidente della Repubblica,
Ci permettiamo di indirizzare alla sua attenzione questa lettera aperta con profondo rispetto per il suo ruolo e con l’intento di condividere ragioni intime e profonde riguardo alla necessità ineludibile di un’intervento a favore di Julian Assange, noto giornalista e attivista attualmente in una situazione di sofferenza e di privazione di libertà.
Ci rivolgiamo a lei, Presidente, innanzitutto in quanto fervente cattolico nella sua formazione, da sempre guidato dai principi della dottrina sociale della Chiesa e dai valori fondamentali del Vangelo. La difesa dei diritti umani e della libertà di informazione non è solo una questione politica, ma rappresenta un imperativo morale che richiede un impegno costante a favore della verità e della giustizia. La difesa dei diritti umani e della libertà di informazione rappresenta inoltre un’opportunità per incarnare i valori di compassione, giustizia e solidarietà sostenuti dal messaggio evangelico, che riserva un posto nel regno dei cieli ai perseguitati dalla giustizia. Julian Assange lo è da moltissimi anni; se siamo chiamati a costruire il regno desiderato già nel nostro passaggio terreno, non agire dinanzi a un caso come quello del giornalista australiano sarebbe una colpa che, come cristiani, non potremmo mai perdonarci.
Presidente, abbiamo condiviso le sue parole pronunciate a Strasburgo, in occasione del suo intervento all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa nell’aprile del 2022, sui casi di violazione dei diritti della persona da parte degli stati, perché non c’è ragion di stato che tenga nel caso di violazione dei diritti. Così come il suo messaggio, Presidente, inviato all’allora Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Raffaele Lorusso, in occasione del Congresso del quattordici febbraio dello scorso anno: “L’attività professionale dei giornalisti non può essere soggetta a vessazioni, intimidazioni o violazioni della loro libertà, ne va di quella di tutti.”
Del caso del giornalista Julian Assange, ancora oggi martire in vita, rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh solo per aver svolto il suo lavoro da giornalista, si è interessato anche sua Santità, Papa Francesco, il quale ha scritto e inviato ad Assange una sua lettera personale e ha ricevuto a Città del Vaticano la moglie Stella e i suoi due figli.
Continuando, tanti sono i grandi comuni in Italia, come Reggio Emilia, Napoli, altri adoperati così per concedere a lui la cittadinanza onoraria. Presidente, ricordiamo le sue significative parole: “L’informazione libera e indipendente è un pilastro fondamentale delle democrazie per costruirle, farle vivere e rimanere autentiche.” Ricordiamo l’intervento del Sindacato Mondiale della Federazione Internazionale dei Giornalisti: “L’estradizione sarebbe un segnale disastroso per la libertà di informazione.” Il sindacato mondiale, insieme ad altre associazioni, chiede agli Stati Uniti di ritirare la richiesta, alla Gran Bretagna di non estradare il fondatore di WikiLeaks e alla Francia di concedergli asilo politico, anche alla luce della direttiva europea sulla protezione degli informatori che tutela chi, con le sue segnalazioni, contribuisce al diritto dei cittadini di essere informati.
Infine, l’azione in favore di tale causa, Presidente, rappresenta una opportunità per esercitare una leadership morale e per ispirare altri a seguire un cammino d’impegno per la giustizia e la verità. La difesa dei diritti umani e della libertà di informazione può contribuire a promuovere la pace e la stabilità dei popoli, nonché la prosperità non solo a livello nazionale, ma anche internazionale, in linea con l’impegno della Chiesa Cattolica per la costruzione di un mondo più giusto e solidale.
Da ultimo, ma non per importanza, lei, Presidente, è il garante della Costituzione italiana che nell’articolo 21 tutela la libertà di stampa e di opinione. La preghiamo di considerare tali ragioni intime e profonde nel valutare l’importanza di un intervento a favore di Julian Assange, anche come eccezionale interesse dello Stato, previsto nella legge 5 febbraio 1992 numero 91, norme per la segnazione della cittadinanza onoraria italiana. Il suo sostegno, Presidente, potrebbe avere un impatto significativo nel sollevare la questione e nel promuovere una risoluzione equa e giusta per questo caso, in linea con i valori morali e spirituali posti alla guida del nostro paese.
Nel ringraziarla per l’attenzione che vorrebbe riservare a questa richiesta, le porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Altri momenti del sit-in
GENOCIDIO MADE IN ITALY
Durante l’evento, Antonietta Chiodo ha avuto l’opportunità di intervistare Angelo Cremone, rappresentante di Sardegna Pulita, il quale ha condiviso con noi la sua visione e il suo impegno per la pace nel mondo e in particolare nella regione dello Yemen Raccontando quanto l’Italia sia implicata nelle attuali guerre e nella vendita di armi utilizzate per uccidere anche civili e bambini.
Antonietta Chiodo: “Allora abbiamo qui Angelo Cremone di Sardegna Pulita, ci racconterà di come la Sardegna è attivata in questo periodo e si sta attivando da sempre per boicottare le guerre nel mondo, soprattutto nello Yemen, di cui l’Italia è tra i primi fornitori di armi nei paesi comunque poveri del Medio Oriente. Angelo, vuoi dirci qualcosa?”
Per quanto riguarda lo Yemen, dove da quella fabbrica partono quelle bombe, abbiamo avuto anche modo di vedere alcune immagini terrificanti, un medico yemenita che ha saputo che noi ci stavamo impegnando per la chiusura di quella fabbrica mi ha mandato delle foto scrivendo: ‘Vedi Angelo, questi sono i pezzi di carne di quei bambini che io raccolgo. Vedi Angelo, le membra di questi bambini hanno le impronte di quei lavoratori in Sardegna che producono quelle bombe, con il cacciavite, per produrre dove mette l’esplosivo, il lamierato, eccetera.
Vedi Angelo, qui non sappiamo più come fare perché quelle bombe stanno distruggendo tanti bambini’. E poi abbiamo le immagini molto significative che abbiamo visto tutti in alcune agenzie che hanno avuto il coraggio di pubblicarle, di quando una di queste bombe, tra le tante bombe, anche quelle sarde, hanno distrutto dei quartieri e dove si vedono i genitori di una bambina che, a mani nude, scavano nelle macerie e sentendo i lamenti della bambina sotto le macerie, e si sentiva tradurre: ‘Mamma, mamma, papà, dove siete? Ho freddo, datemi la vostra mano perché sono qui, non vi vedo’. E poi alla fine si vede il papà che prende questa bambina in braccio, colta da sotto le macerie, e cammina in mezzo alle macerie. Ci sono le foto che girano, e guardava il cielo, forse per cercare Dio che non vedeva o da dove da quel cielo erano arrivate quelle bombe. Davanti a questo noi possiamo rimanere fermi indifferenti davanti a quello che sta succedendo a Gaza, dove è un vero genocidio, e ancora la politica internazionale con l’ONU si decide a non fermare questo pazzo maledetto di presidente di Israele perché sta facendo una strage.
Condanniamo l’uccisione di quelle persone che ha fatto ammazzare, certo che lo condanniamo, non possiamo tollerare che le persone vengono uccise così come sono state uccise, ma qui non stanno uccidendo gli assassini di quelle persone, stanno uccidendo i bambini, la gente innocente che non c’entra niente con la guerra, e sono già più di 10.000 bambini massacrati con quelle bombe e anche con gli armamenti che dalla Sardegna vengono.
Antonietta Chiodo: “Senti Angelo, ti faccio una domanda da parte di News Academy. Allora vediamo che comunque sì, le guerre, soprattutto quella in Palestina in questo periodo, è un po’ sulla bocca di tutti, però è anche vero che lo Yemen è stato dimenticato. Sappiamo che nello Yemen ogni minuto muore un bambino. Ecco, prova a dare delle indicazioni su dove informarsi e come collegarsi a voi per aiutare lo Yemen e non dimenticarlo.”
Angelo Cremone: “Noi abbiamo l’associazione Sardegna Pulita e Donna Ambiente Sardegna. Abbiamo una pagina che è quella di Angelo Cremone su Facebook, oppure il sito Sardegna Pulita, dove diamo tutte le informazioni. Sono tante, troppe le cose che stiamo cercando di rincorrere e lo Yemen è un posto dimenticato di cui non si parla, ed è probabilmente la più grande tragedia umanitaria mai vista e in questo ci sta raggiungendo Gaza, sicuramente. Basta cercare ‘Sardegna Pulita’. Ultimamente abbiamo fatto anche una grande manifestazione davanti a quella fabbrica tedesca in Sardegna, dove, per sfruttare la mano d’opera e la disperazione della mancanza di posti di lavoro, obbligano questa gente a fare anche quel lavoro.”
Antonietta Chiodo: “Posso farti una domanda? Voi avete questa posizione nei confronti delle guerre, vi siete esposti nella vostra zona della Sardegna, avete subito ripercussioni personalmente?”
Angelo Cremone: “Ripercussioni sono tante, tante. Una volta mi hanno ucciso il cane, io amo questi, questi nuovi angeli, questi, questi bambini a quattro zampe, me l’anno ucciso e buttato in una discarica. Mi hanno bruciato parte della casa, la macchina e il portone di casa. E l’ultima volta dei lavoratori, per difendere quel posto di lavoro, che quello è un lavoro malato, lavoratori di una fabbrica, lì dove vogliono mettere una grande centrale davanti alle nostre case, vogliono costruire la centrale a carbone, io l’ho contestata con gli altri e siamo riusciti a bloccare. Questi centinaia, un centinaio di lavoratori sono venuti sotto casa, hanno marciato per protestare contro Angelo Cremone, con in corteo un manichino a misura d’uomo, con la mia faccia impiccato, se lo portavano impiccato e poi arrivati sul posto l’hanno fatto a pezzi e bruciato.”
Il coraggio e la determinazione di individui come Angelo Cremone dimostrano l’importanza di combattere per la pace e la giustizia in un mondo segnato dalla violenza e dalla guerra. La sua voce, insieme a quella di molti altri attivisti, continua a essere fondamentale per portare avanti questa importante battaglia per il futuro di intere civiltà.